Autobiografie Fotografiche dai musei alla street art: scatti autistici d’autore
Era nata come una sfida, un tentativo di inclusione in una classe di liceo artistico di un alunno (più due) autistico ruspante. Mi riferisco al laboratorio “#Autobiografie-Fotografiche” diventato ormai una fabbrica di immagini, emozioni, memorie visive e vagabonde, macina di chilometri sui marciapiede dei luoghi nascosti dell’arte e della cultura metropolitana, che nel frattempo sono diventati pure cool se non fighetti. Quest’esperienza, invece, potrebbe rivelarsi molto importante per la vita dei tre studenti speciali. Parlerò solo di uno di loro, quello che conosco meglio cioè Tommy Nicoletti. Proprio ieri sera in un incontro allietato da un ottimo prosecco corretto al succo di fragola si parlava di co-housing sociale e di scenari futuri per teppautistici. C’erano genitori di autistici, ovviamente, e alcuni esperti del settore. Ci chiedevano che tipo di esperienze spendibili in un’ipotetica dimensione lavorativa i nostri ragazzi avessero avuto. Quando è stata nominata la fotografia hanno sorriso: ecco è un attività interessante che potrebbe aprire loro molte strade, anche lavorative. Anch’io ci credo. Il Tommy con quelle sue manone nelle quali sparisce la macchinetta fotografica digitale che gli abbiamo regalato, indubbiamente sperimenta una nuova visione del mondo che lo circonda. Anzi fa di più: ce la comunica questa sua visione. Ed è un documento prezioso per noi e per lui. Se un giorno, anche lontano, questa sua inclinazione per la fotografia gli servirà ad occupare proficuamente il suo tempo da adulto autistico sarà un bellissimo traguardo. Per lui soprattutto e anche per noi che ci abbiamo creduto. Un grazie alla prof. Anna Maria Piemonte che l’ha fortissimamente voluto e attuato. (N. P.)
“AUTOBIOGRAFIE FOTOGRAFICHE” ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
di ANNA MARIA PIEMONTE
“AUTOBIOGRAFIE FOTOGRAFICHE. Fotografia digitale e video arte per l’inclusione” è stato il primo, tra i progetti di alternanza scuola lavoro proposti dal Liceo Artistico Statale ‘Via di Ripetta’, ad essere strutturato a misura di autistico. L’esperienza, iniziata a giugno del 2016 e non ancora conclusa, si è rivelata non solo di autentica inclusione per Tommaso, Simone e Leonardo, i tre studenti autistici che vi hanno preso parte ma ha creato le condizioni per una loro maggiore autonomia, favorendone le relazioni sociali ed emotive e gli apprendimenti tra pari ma, soprattutto, educandoli all’immagine ed alla città, attraverso l’esercizio dell’arte della fotografia. Valore aggiunto, la partecipazione al progetto di Alberto, ex studente del Liceo, di Jose e di Roberto, detto Bobone, uno tra i migliori amici di Tommaso, tre ragazzi nella stessa condizione dello spettro autistico che hanno avuto la possibilità di partecipare a molte delle attività di alternanza, poichè accolti nel gruppo classe dei nostri, nonostante non fossero studenti del Liceo e che, con la loro stessa presenza, hanno davvero costituito uno degli obiettivi precipui di <Autobiografie Fotografiche> ovvero creare le condizioni per una necessaria cultura della neurodiversità, gettando ponti tra due culture quella dei neurotipici e quella dei neurodiversi. E’ proprio dall’intenzione di generare incontri e gettando ponti che ha avuto origine “Autobiografie Fotografiche”.
QUANDO COMINCIO’ L’AVVENTURA
Torniamo indietro di un paio d’anni, più precisamente tra Febbraio e Giugno del 2015, per comprendere meglio quanto accadesse al Liceo Artistico Ripetta in termini di sperimentazioni didattiche dell’inclusione e della ricerca-azione e proviamo ad entrare nel nostro primo Laboratorio sperimentale di fotografia digitale, che chiamammo proprio “Autobiografie Fotografiche” ma con ulteriore valenza di inclusione e valorizzazione delle differenze. Allora, la forza e la novità dell’esperienza era stata proprio la volontà di costruzione di un dialogo tra la scuola, le altre istituzioni ed il mondo delle associazioni, che ha permesso far conoscere la cultura ed il valore della neurodiversità in comunicazione con il mondo e la cultura della migrazione.
Suggeriamo la visione di Click! Autobiografie Fotografiche il film di Federico Triulzi di appena 18 minuti che racchiude proprio il racconto di due Laboratori sperimentali del Liceo Ripetta, tenuti nella sede di Viale Pinturicchio, che hanno consentito agli autistici, in relazione con i neurotipici, di essere maggiormente consapevoli della propria identità anche creativa e dei propri dispositivi percettivi, contribuendo a far loro acquisire una maggior capacità di gestione delle proprie emozioni, nel processo di elaborazione dell’informazione.
“I Cinque Sensi” , il primo a nascere tra i due Laboratori, era stato incentrato sui linguaggi performativi, la teatralizzazione del gesto e l’arte, con la realizzazione dell’installazione di scatole pensanti e camminanti <Il Labirinto di Icaro involato>, presentato il 2 Aprile 2015 nella piazza antistante il MAXXI; “Autobiografie Fotografiche” invece, era stato incentrato sull’uso della camera digitale in relazione alla costruzione di un filo narrativo esperienziale, personale e collettivo e di educazione all’immagine, anche a contatto diretto con l’opera d’arte, così come ben esemplificato nel racconto di una nostra visita al MACRO e, meglio ancora, nel Manifesto della disordinazione artistica dei teppautistici.
ll film Click! Autobiografie Fotografiche ci mostra studenti autistici, ragazzi di scuola e minori migranti cimentarsi nella rappresentazione di sé e degli altri ed ancora, come il Laboratorio “Autobiografie Fotografiche” si fosse fatto luogo.
Luogo di incontro, spazio di fratellanza e di condivisione tra ragazzi diversi che, attraverso il medium fotografico, scoprono nuove forme di comunicazione e di appartenenza sotto la guida di Mohamed Keita, giovane fotografo arrivato a Roma dalla Costa d’Avorio lungo le vie del Sahara e Luogo per Federico che, dopo molti anni e con i capelli incanutiti ritorna a scuola, l’istituzione che lo aveva escluso dopo aver concluso, a 14 anni, la terza media. Ed ancora, una sequenza racconta quanto accaduto il 2 Aprile 2015, in occasione della Giornata mondiale di consapevolezza dell’autismo, nella piazza antistante il MAXXI ed al suo interno, dove si incontrano ragazzi e ragazze che portano scatole-valigie in cammino e migranti ed autistici disegnano sui muri, mentre gli scatti fotografici ricompongono e riempiono, l’umanità perduta che è in ognuno di noi.
I Laboratori <I Cinque Sensi> e <Autobiografie Fotografiche>, seppure con modalità diverse, hanno promosso una serie di attività strutturate incentrate proprio sui meccanismi percettivi; proponendo situazioni che potessero sostenere gli autistici nel processo di comprensione del contesto, educandoli al dialogo con i compagni attraverso la comunicazione non verbale, gesto o mimica facciale, per imparare a conoscere la gestualità degli altri in rapporto a se stessi ed essere consapevoli della propria, in relazione a quella degli altri; a situarsi ed orientarsi in uno spazio ed in un tempo definiti. Ma, ancor più, le esperienze di questi Laboratori hanno costruito le basi per strutturare sempre nuovi progetti di inclusione, anche attraverso l’alternanza scuola lavoro.
Torniamo nel nostro tempo, il 2017. Elaborando le esperienze e decidendo di trasformare <Autobiografie Fotografiche> in attività di alternanza scuola lavoro, abbiamo inteso proseguire alcune esperienze già maturate all’interno di una collaborazione tra il Liceo Artistico Ripetta, le associazioni e le istituzioni presenti sul territorio come AMM – Archivio delle memorie migranti, il Circolo Gianni Bosio, la Casa della memoria e della storia del Comune di Roma, il Centro per minori stranieri non accompagnati Civico Zero (Save the Children Italia), l’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (ICBSA) del Ministero Beni Culturali (MiBACT), inaugurando tra l’altro una fruttuosa collaborazione con Insettopia Onlus e nuovi rapporti tra genitori e alunni caratterizzati da bisogni speciali. E’ da queste straordinarie esperienze che origina il nuovo progetto di alternanza scuola lavoro “Autobiografie Fotografiche. Fotografia digitale e videoarte per l’inclusione”, realizzato stipulando convenzioni tra il Liceo Artistico Ripetta, AMM – Archivio delle memorie migranti e Insettopia Onlus, in ottemperanza della Legge 107/2015, meglio nota come La Buona Scuola che, nei commi 33-43 dell’articolo 1 ne disciplina le modalità.
“Autobiografie Fotografiche” è stato pensato per costruire uno spazio nel quale far crescere la consapevolezza di sè in relazione agli altri, sostenendo gli studenti a costruire relazioni tra ragazzi autistici e neurotipici finalizzate all’inclusione ed in dialogo con il mondo artistico della migrazione. Per gli autistici è stato importante costruire l’attenzione sulle tecniche di ripresa fotografiche e video che hanno imparato a padroneggiare e a far diventare mezzo di comunicazione privilegiato. Per Tommaso, teppARTautistico fotografo, addirittura la camera digitale è diventata una sorta di propaggine di sè, il suo modo di relazionarsi con i luoghi ed i compagni, tanto da assumere il ruolo di narratore per immagini e custode della memoria storica del Laboratorio, proprio per il valore documentario, oltre che linguistico-espressivo dei suoi scatti, auto narrazioni di sé e narrazioni degli altri, che nascono entro un dispositivo di rispecchiamento che annulla le differenze, valorizzando le sensibilità di ognuno.
Le attività di alternanza scuola lavoro di “Autobiografie Fotografiche” hanno fornito a ciascuno degli attori partecipanti, le competenze nell’uso dei linguaggi multimediali ed in parte della scrittura giornalistica, pur nelle evidenti difficoltà di scrittura mostrate dagli adolescenti, anche se ciò che ha realmente fatto la differenza è stato favorire, in ognuno di essi, capacità narrative ed auto narrative. L’idea di questo nuovo Laboratorio, sviluppata con Federico Triulzi, era stata quella di creare una mappatura della Street Art a a Roma che si configurasse come autobiografia dei luoghi anche in chiave emotiva, nella relazione tra luoghi e persone, in questo caso, era proprio uno stare negli spazi interstiziali ed anche più emarginati della città, risignificati dai segni in rivolta, dai linguaggi espressivi partecipati, nati dalla disordinazione artistica ed autenticamente dal basso.
QUI IL MANIFESTO DELLA DISORDINAZIONE ARTISTICA
Camminando in città, la mente ha bisogno di sostare su ciò che vede, su ciò che colpisca e stupisca, un camminare declinato in una prospettiva appunto autobiografica e che colga lo spirito del luogo. Gli studenti avrebbero potuto imparare a leggere ed esprimere creativamente il territorio urbano in maniera soggettiva, implementando l’informazione bidimensionale della cartografia con apprezzamenti personali ed attraverso l’uso di altre tecniche di indagine del territorio: fotografia, registrazione audio-video, mappe emozionali, cartografie non convenzionali, scritture, disegni.
Attivando la familiarità con i linguaggi della multimedialità, dell’arte e della comunicazione, ed agendo sulla relazione tra autistici e neurotipici in dialogo con il mondo della migrazione, il Progetto di alternanza scuola lavoro “Autobiografie Fotografiche. Fotografia digitale e videoarte per l’inclusione” ha favorito l’interculturalità e la conoscenza delle produzioni espressive di artisti migranti, promuovendo una ricerca artistica comune con gli studenti e, al contempo, ha valorizzato la neurodiversità, creando le condizioni migliori per il lavoro di gruppo e perseguendo la trasformazione degli attori partecipanti (autistici e non).
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