Benvenuti a Casa Sebastiano, il paradiso sulle Dolomiti degli autistici
A Coredo, nel Comune di Predaia in Val di Non, il sogno divenne realtà. Esattamente il 2 aprile 2017, decima giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, Casa Sebastiano apriva le porte al mondo in trepidazione per guardare,toccare, comprendere e immergersi nelle sette meraviglie del mondo dell’autismo. Il primo, in Italia e in Europa, centro d’eccellenza per i disturbi dello spettro autistico.
Quel giorno noi di Insettopia (Per noi autistici) non c’eravamo ma di Casa Sebastiano e dei suoi fondatori sapevamo l’esistenza già da due anni, da quando avevamo visitato il centro trentino, all’epoca in costruzione, durante le riprese del docu-film “Tommy e gli altri” intervistando il suo demiurgo Giovanni Coletti presidente della Fondazione Trentina per l’Autismo e sua moglie Manuela. Più di 1500 i presenti al taglio del nastro, rappresentanti delle istituzioni, personalità, famiglie che vivono il problema dell’autismo, ecc. ecc.
In questi giorni Corinna e Edoardo, genitori del teppautistico Roby, durante una breve vacanza in Trentino hanno deviato verso Predaia per conoscere Casa Sebastiano incuriositi e soprattutto interessati a scoprire come sia nato questo progetto così ambizioso e avanguardista. Ci hanno fornito anche un corredo di foto ed è interessante, a questo punto, riportare le loro impressioni e considerazioni.
“Ai confini della realtà”, “Un mondo a parte, avanti anni luce rispetto ai modelli vicini a noi” sono stati i commenti a caldo e ancora “Un traguardo irraggiungibile” e non tanto per la bellezza e l’accuratezza della struttura, il numero delle persone che vi lavorano e il tipo attività proposte ecc, quanto per la filosofia e lo spirito che ha guidato i creatori di Casa Sebastiano. “Una struttura che non ha nulla a che spartire con le case famiglia, i centri diurni sempre più affollati di umanità indifferenziata, gli istituti religiosi (e non) improntati alla carità pelosa e al mero parcheggio dei ragazzi disabili oppure nel caso dei bambini alle terapie spot omogenee e impersonali, concesse per grazia divina da Asl e enti pubblici, della serie mangia la minestra o salta la finestra”. La vera rivoluzione sono i progetti semestrali intensivi (e rinnovabili) tagliati e cuciti sui ragazzi per accrescere competenze, autonomie e chance reali di trovare occupazione e l’idea che può esistere e prosperare una struttura del genere a prescindere dall’ intervento pubblico nel momento in cui diventa azienda e come tale attraverso determinate e specifiche attività produce ricchezza”.
Casa Sebastiano, per ora, si occupa di riabilitazione, trattamento sociale e sanitario ma è destinata anche alla residenzialità e alla formazione di operatori specializzati che possano anche entrare nel mondo dell’istruzione con competenza, serietà e organizzazione. Vuole essere un centro vitale in cui crescere e diventare grandi. Sono state oltre 35 le associazioni che hanno aiutato la Fondazione nella realizzazione di un progetto che ha visto il coinvolgimento di 1.800 volontari.
Per ora nelle diverse attività sono coinvolti una quindicina di operatori di una cooperativa ma a pieno regime si raggiungerà un organico di 50 unità tra medici, psicologi, fisioterapisti e psichiatri, che potranno così accogliere 75 ospiti.
Con le attività legate a Casa Sebastiano si attiveranno anche formule d’inserimento lavorativo che con pazienza e determinazione potranno portare a un’autonomia anche economica e produttiva.
Per la prima volta, nello stesso luogo si offrono riabilitazione intensiva, accoglienza, residenzialità e formazione di personale specializzato. Con l’obiettivo per i ragazzi di rientrare attivamente nella vita sociale.
Casa Sebastiano vuole dare risposte concrete ai bisogni dei soggetti con autismo e alle loro famiglie. Per questo intorno a loro ruoteranno diverse figure professionali e si creeranno partenership per realizzare i vari progetti.
Ad esempio ora il Politecnico di Milano sta studiando un progetto di arredamento e design per sfruttare al meglio un spazio verde (il giardino interno) inserito nella struttura. Orgoglio di casa è ovviamente l’affascinante Stanza Multisensoriale Interattiva in grado di creare realtà virtuali da esplorare e fare giochi interattivi controllati dal movimento. Nella stanza s’interagisce direttamente con le immagini, i colori, i suoni e i profumi attraverso un sistema di proiezioni su pavimento e pareti, che produce immagini e suoni sensibili al movimento con software di oltre 300 applicazioni personalizzabili e sistema luminoso a LED per la cromoterapia.
In previsione tante attività come il laboratorio di cucina, di falegnameria, di pittura e arte, musicoterapia, attività di fattoria con la cura di animali, pet therapy, coltivazione di ortaggi ed educazione ambientale, laboratorio di attività motoria, inserimento protetto in contesti lavorativi del territorio. Intanto la cooperativa Social Nos ha avviato l’azienda agricola biologica. Il prossimo sogno è la stalla, poi il pollaio e un caseificio.
Una, cento, mille Case Sebastiano. L’auspicio è che qualcosa di simile (pure in versione mignon) si realizzi anche in altri luoghi. Basta un po di coraggio e determinazione che non a caso sono il motto della struttura. Sotto una delle brochure di presentazione colpisce una frase pronunciata dal mitico Cassius Clay: «Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto, è un’opinione. Impossibile non è una regola, è una sfida. Impossibile non è uguale per tutti. Impossibile non è per sempre».