Google Glass e app per dare “superpoteri” ai bambini autistici
- Gli autistici sono un bel campione umano per sperimentare tecnologie nuove, naturalmente questo fa piacere, purchè non diventi una gag come i vari robottini sapientini, i caschetti con elettrodi e cose del genere già viste. Ora la novità del “lettore di emozioni” che conferirebbe “superpoteri” sembra anche lui far parte della gadgettistica fantaautistica, non vorremmo dire che sembra la versione costosa delle carte Pecs, ma non vogliamo sembrare scettici… Chi avesse modo di provare magari ci faccia sapere quanto l’autistico in dotazione ha resistito prima di frantumare il delicato congegno che gli era stato messo sul naso. NB abbiamo riportato la notizia esattamente come trasmessa dall’Ansa, sarebbe però il caso che si smettesse di definire l’autismo “malattia” o di fare immaginare che con questi occhiali l’autismo possa regredire e da lieve magari scomparire…
Gli occhiali di Google insieme a una app dai ‘superpoteri’ (chiamata Superpower Glass) aiutano i bambini con autismo a capire gli altri guardandone le espressioni del viso, con sensibile riduzione dei deficit relazionali tipici della malattia. La dimostrazione arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista npj Digital Medicine e condotta presso la Stanford University. L’app sfrutta i Google Glass per leggere le emozioni sui visi delle persone e trasferire l’informazione al bambino autistico, permettendogli di interagire con gli altri. Riportiamo nel link sottostante lo studio per chi volesse valutarlo:
Vai allo studio esplorativo per la fattibilità di uno strumento indossabile per l’apprendimento socio-affettivo nei bambini con autismo
Lo studio ha coinvolto 14 famiglie ciascuna con un bambino autistico dai 3 ai 17 anni che doveva usare la app più gli occhiali per 10 settimane in diverse modalità d’uso. La app, infatti, può essere usata ad esempio per allenare il bambino a riconoscere le emozioni sul volto dei genitori, dando feedback positivi quando il bambino indovina, come in un videogioco. Il bambino autistico ha difficoltà a leggere sui visi altrui emozioni, stati d’animo e intenzioni, insomma non riesce ad empatizzare con gli altri, quindi un fondamentale canale di comunicazione sociale è per loro bloccato.
La app dai superpoteri può anche dire al bambino quel che gli occhiali (dotati di telecamera e in comunicazione wireless con la app) vedono nel volto delle persone con cui il bambino si sta interfacciando; in questo modo la qualità degli scambi relazionali migliora e il bambino riesce a guardare gli altri negli occhi e a capirli con lo sguardo. La app è utile anche per fare terapia a casa: il bambino gioca a riconoscere le emozioni su visi dipinti su carte. Dopo le 10 settimane molti dei bambini, valutati con scale ad hoc, hanno visto ridursi alcuni dei sintomi tipici della malattia in modo consistente, tanto che per alcuni bimbi il grado di malattia è sceso da grave a moderato, per altri da moderato a lieve e per altri ancora da lieve a condizione normale.(Fonte ANSA)