Cosa fare

Interrogazione alla Camera…Ma sapevate che noi autistici siamo ancora psicotici?

 Ricordiamo una delle questioni su cui facemmo battaglia nel luglio 2016; era la settimana in cui furono ratificati dalla Conferenza delle Regioni  i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in cui l’autismo era stato collocato nel capitolo delle psicosi .

Questo nonostante la Legge n.134 del 2015 esigesse l’emanazione dei LEA specifici per l’autismo entro sei mesi dall’entrata in vigore, termine che già scaduto alla fine di Gennaio 2016, ma soprattutto in contrasto con tutta la letteratura scientifica degli ultimi 30 anni.

Noi ci arrabbiammo molto, qualcuno si arrabbiò con noi che ci arrabbiavamo…

Allora sollecitammo un intervento dei medici e ricercatori dell’AIRA (Associazione Italiana Ricerca Autismo) i quali ribadirono che l’autismo ha caratteristiche cliniche ben definite e sostanzialmente differenti dai disturbi psicotici. La scienza ci dava ragione, pensavamo che qualcuno capendo di aver fatto la figura dell’ignorante avesse corretto l’errore.

Per AIRA trattare l’autismo come psicosi è un grave errore scientifico e clinico

Un’ illusione! Sono passati  più di due anni ma evidentemente tutti hanno fatto orecchie da mercante e le cose non sono cambiate. Almeno a noi non risulta che questo abbia finora rappresentato poi un problema per qualcuno, nel clima generale in cui di autismo oramai, a livello istituzionale, non si parla quasi più.

Mai nemmeno una parola da parte del Ministro che dovrebbe occuparsi di disabilità, che pare preoccupato soprattutto di matrimoni gay. Molto sommaria persino la comunicazione dell’ISS sulle nuove linee guida, che le famiglie aspettano da anni e che la commissione appena costituita si sta preparando a scrivere.  ( Guarda video RaiNews)

Fino a che arriva un primo segnale di timida vitalità, di cui nessuno però si era accorto: martedì 11 settembre la deputata (M5S) Marialucia Lorefice (a lei e agli altri 9 parlamentari grazie!) ha presentato un’interrogazione a risposta scritta in cui chiede al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute se il Governo non intenda valutare la possibilità di modificare la classificazione dell’autismo infantile tra le psicosi, conformandola all’alto parere della comunità scientifica internazionale, e quindi di assumere iniziative per includere nella suddetta classificazione l’autismo non infantile. 


Ci rendiamo conto? Allora dopo due anni eravamo ancora al punto di partenza: autistici=psicotici!  Ma allora di cosa stiamo parlando? Speriamo veramente che qualcuno abbia la bontà di farcelo capire…Noi non c’arriviamo proprio.



LOREFICE, BOLOGNA, CHIAZZESE, D’ARRANDO, LAPIA, MAMMÌ, NAPPI,SARLI, SPORTIELLO e LEDA VOLPI. —

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute.

 — Per sapere – premesso che:

  • la legge 18 agosto 2015, n. 134, in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie, all’articolo 3, prevede «l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, con l’inserimento, per quanto attiene ai disturbi dello spettro autistico, delle prestazioni della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, mediante l’impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche disponibili»;
  • la letteratura scientifica degli ultimi trent’anni ha escluso l’individuazione dell’autismo tra le psicosi. In particolare, l’ultimo DSM 5 (manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali) ha eliminato le sottocategorie diagnostiche dei disturbi pervasivi dello sviluppo e ha unificato tutti i disturbi nella definizione di spettro autistico;
  • nel DSM 5, testo redatto da una commissione di esperti nominati dall’associazione americana degli psichiatri che elenca le definizioni dei disturbi mentali che incontrano il consenso degli psichiatri e della comunità scientifica internazionale, il disordine dello spettro autistico viene inquadrato all’interno dei disordini del neurosviluppo con codice 299.00;
  • nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, che ha aggiornato i livelli essenziali di assistenza, l’autismo è invece incluso tra le psicosi; tale classificazione si pone in contrasto, per l’interrogante, con tutta la letteratura scientifica degli ultimi trent’anni, e ha determinato inoltre l’uscita dalla diagnosi di autismo al compimento dei 18 anni;
  • nello stesso decreto sono previsti dei pacchetti di interventi per molte singole disabilità, anche intellettive, come ad esempio la sindrome di Down, mancando invece l’intervento cognitivo comportamentale raccomandato dalla linea guida n. 21 dell’Istituto superiore di sanità (il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti), la gran parte degli interventi specifici previsti dalle linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore dei disturbi pervasivi dello sviluppo (DPS), con particolare riferimento ai disturbi dello spettro autistico, approvate e anche la Scala Vineland, che viene richiesta dall’Inps per determinare la necessità dell’indennità di accompagnamento piuttosto che quella di frequenza;
  • nel mese di luglio 2016 il Ministro della salute Lorenzin, rispondendo ad una interrogazione a risposta immediata in Assemblea alla Camera, non ha, di fatto, spiegato, secondo l’interrogante, la motivazione che ha spinto il Governo a decidere per questa tipologia di classificazione, che anche secondo gli stessi specialisti risulterebbe errata –:
  • se il Governo non intenda valutare la possibilità di modificare tale classificazione dell’autismo infantile tra le psicosi (codice 044.299.0), conformandola all’alto parere della comunità scientifica internazionale e quindi di assumere iniziative per includere nella suddetta classificazione l’autismo non infantile, al fine di garantire una miglior tutela dei diritti delle persone affette da tale patologia. (4-01027)

 

Redazione

La redazione di "Per Noi Autistici" è costituita da contributori volontari che a vario titolo hanno competenza e personale esperienza delle tematiche che qui desiderano approfondire.

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