A Modica la “Casa di Toti” si farà, a Roma “Il Casale delle Arti” nessuno lo sa….
Mi ha scritto questa mattina Muni Sigona, la mamma di Modica che sta realizzando la “Casa di Toti”, un fantastico progetto per la vita futura del figlio autistico e dei suoi amici. Muni mi ha detto che l’ha quasi fatta e La Casa di Toti verrà presto inaugurata. Per raccontarlo al mondo, come è giusto che faccia, è andata ospite in tv al programma di Maria De Filippi “Tu si que vales”, che è al top degli ascolti del sabato sera, dove ha fatto un’ottimo passaggio assieme ai suoi ragazzi. Ha presentato il suo progetto, ha conquistato i conduttori e il pubblico, ha parlato di neurodiversità e inclusione senza fronzoli o premesse ideologiche. Tutto questo le gioverà per accelerare la realizzazione del suo sogno. E’ stata brava e ha saputo ben usare il mezzo televisivo per esporre un problema e ottenere la giusta visibilità, che si traduce in sostegno, facilitazione, efficienza.
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Muni è una madre tosta, che sa muoversi ed è riuscita a ottenere cose concrete, il progetto “Casa di Toti” è esattamente quello che ho cercato invano di costruire a Roma da quando parlo di “Insettopia” e cercavo ospitalità in un’uccelliera del Bioparco. Ho come lei in mente un luogo inclusivo, accogliente e sicuro dove ragazzi neurodiversi possano esprimersi, lavorare, rappresentare una reale risorsa per il territorio che li ospita. Non è complicato, il modello è semplice, razionale…Non c’è da girarci intorno è quello che andrebbe fatto ovunque. Andrebbe fatto cercando visibilità su quello che si fa, non in sordina, nascosti come se si appartenesse a una setta.
Penso ai mugugni di quei poveracci che hanno gioito della mancata partenza del “Casale delle Arti“, perchè secondo loro seguiva un modello di segregazione, rafforzava lo stigma sui ragazzi neurodiversi, era frutto di un immodesto desiderio di visibilità del sottoscritto, che si faceva bello e magari arricchiva sulla disgrazia di un figlio autistico. Io ho lasciato che dicessero e sono andato avanti, fino a che ho potuto. Oggi mi guardo dietro e vedo assottigliarsi il numero delle persone convinte che questa sia la strada giusta.
Può essere stata sicuramente colpa mia se dopo anni ancora in quel posto ci sono sempre più sterpaglie e degrado. Ho tampinato fino all’impossibile il Comune d Roma proprietario dello stabile, ho portato tutti i contributi possibili perchè il progetto potesse partire, ho cercato di darmi da fare perchè fossero superate tutte le possibili controversie con la Regione Lazio, che da parte sua ha concesso ogni possibile liberatoria e disponibilità per il via libera.
non mi va più nemmeno di farmi ancora sentire, soprattutto dopo l’ultimo desolante giro che mi sono fatto con Tommy al Casale romano sempre più degradato e ora probabilmente occupato da inquilini clandestini, di cui si notano segni di accampamento nel parco recintato.
Mi arrendo? Può essere, io comincio a essere stanco di sentire sempre le stesse parole, le stesse promesse, gli stessi sguardi. Ho visto i ragazzi di Muni in tv, erano raggianti avevano almeno una speranza concreta che qualcosa per loro sarebbe cambiato. Li confronto con i nostri Teppautistici arroccati davanti a quel cancello chiuso. che tale resterà probabilmente per loro…Ecco, se guardo le loro facce di allora mi è chiaro che sembravano già sentire nell’aria che sarebbe stata tutta una grande presa in giro.
E’ passato più di un anno….Non ne parla più nessuno, si vede che per noi autistici, almeno qui a Roma nord, la festa è passata.
Quando eravamo in tv il 2 aprile davanti al Casale…