Anche Tommy espone alla Triennale le nostre “CICATRICI”
Abbiamo già più volte raccontato dei passaggi di Tommy in quanto “Cervello Ribelle” al +LAB di Marinella Levi al Politecnico di Milano. Ora annunciamo l’ulteriore sviluppo di questa inedita irruzione di un autistico (forse meglio dire due in questo caso) nel tempio della progettazione e stampa in 3d di ogni più folle pensiero inespresso. Nei giorni in cui Tommy ed io bazzicavamo il +LAB siamo stati coinvolti in un’iniziativa artistico-performativa finalizzata a una mostra. Ora ve la racconto:
COSA E'”CICATRICI”… (link alla mostra)
Tutti abbiamo almeno una cicatrice. Chi sul corpo, chi nel cuore, chi nell’anima. Sono segni, spesso solchi, che non si vogliono mostrare, perché ci fanno apparire più brutti, più fragili. Ma non sempre è così.
In un percorso durato un anno i B.Livers, ragazzi affetti da gravi patologie croniche e quelli del +LAB, l’innovativo laboratorio del Politecnico di Milano, hanno raccontato e poi scolpito con le stampanti 3D le proprie cicatrici su due icone della bellezza, la Venere di Milo e il David di Michelangelo, in una “discesa” dentro a se stessi, che è un viaggio di emozioni e verifiche che tutti gli esseri umani possono fare per scoprire la propria meraviglia. Il 17 ottobre alle ore 18 nella straordinaria cornice della Triennale di Milano ci sarà l’inaugurazione di questa “avventura” a cui siete invitati a partecipare per emozionarvi e riflettere su cosa è davvero bello e cosa invece lo è solo per consuetudine.
COSA C’ENTRIAMO TOMMY E IO CON “CICATRICI”
Siamo stati coinvolti e ci è stato chiesto di agghindare secondo il nostro estro o la Venere di Milo o il David di Michelangelo. Abbiamo scelto entrambi la Venere. Io l’ho vista come una “Llorona”, la donna piagnona per eccellenza che fa di necessità virtù. Ho voluto rappresentare, a mio modo, una glorificazione dell’anima fondamentale di tutte le donne: il pianto. Ma non il singhiozzare continuo della Llorona, come si racconta nella mitologia mesoamericana, bensì un lacrimare che non va sprecato ma trasformato e reintrodotto nel corpo attraverso l’ombelico. Insieme alle aggiunte steampunk, alle ciabattine anni ’50 e alla vestaglietta leggera, la rilettura della Venere si trasforma in qualcosa che non ha epoca, non ha collocazione e nemmeno una lettura politica. Non è niente se non una donna che, piangendo, ricicla il suo dolore facendolo diventare il suo nutrimento.
Tommy invece ha preso molto seriamente il suo mandato e ha costruito la sua Venere Can-Can. Per lui, la Venere, non è che una donna. Solamente una donna. Così l’ha inglobata in una colata rossa, trasparente, perché non voleva coprirla del tutto. La sua, infatti, è una realtà aumentata, fatta di cifre e ideogrammi, come un racconto che però non vuole scrivere sulla sua pelle, per non macchiarla, per non lordarla o scalfirla. Questo gesto genera qualcosa di nuovo: il nascondimento e il velamento di una donna di cui si vogliono ritrovare e riconoscere le sembianze, creandone sempre una nuova generazione. L’abbiamo chiamata Venere Can Can perchè, la gamba che esce dalla coltre di plexiglass rosso, ci ricorda appunto quella di una ballerina di Can Can che fende la sua gonna. La sua Venere assieme alla mia figurano nel catalogo e saranno esposte alla Triennale assieme alle opere degli altri illustri personaggi.
I PRECEDENTI DI TOMMY AL +LAB DEL POLITECNICO
“Cicatrici” sarà aperta al pubblico dal 18 al 28 ottobre, dalle 10.30 alle 20.30,
con chiusura il lunedì. Ingresso gratuito. Palazzo della Triennale, Sala Quadreria, Viale Alemagna 6, Milano
Comunicato Stampa Cicatrici Scarica il Pdf