Casalino e l’uomo ragno svelano ciò che negli Italiani è latente e ora non più sotto il controllo sociale
Davvero sono addolorato per chi oggi si sentirà mortificato nella propria carne per ciò che sta circolando nei media. Chiunque abbia cominciato l’effetto è abominevole, la querelle Casalino-Down-vecchi rappresenta comunque un un passo indietro deciso nella nostra già difficile civilizzazione. Metto davvero sullo stesso piano chi 14 anni fa così rozzamente si espresse per fare il personaggino, e nemmeno ha il coraggio di prenderne oggi le distanze sbraitando alla “Fake news”, con chi oggi riesuma la sua antica coglionata per invocare dimissioni o segnalare la sua presenza dalla parte dei “buoni”. L’effetto mediatico di questa operazione sarà solamente quello di rafforzare l’idea rozza e vigliacca che alla fine questi “buonisti” hanno stancato tutti con i loro piagnistei.
La politica, qualunque politica, ha stancato noi autistici e forse anche i nostri compagni d’avventura Down. Non ce la facciamo più di dichiarazioni d’indignazione che pesano sulla nostra vita quotidiana esattamente come le prove su strada della spietatezza. Casalino ha detto che certe persone gli fanno schifo come i ragni…Altri penseranno che che sia ora giusto dirlo….
“Questi atteggiamenti, latenti in una parte del “popolo” italiani, erano sotto controllo sociale. Ora, nell’era dei Casa (lino) – sono stati slatentizzati.”
Trovo sia la sintesi più giusta, me l’ha scritta questa mattina Paolo Moderato su Twitter a commento del mio pezzo su LA STAMPA che qui riporto integralmente.
Se avessi avuto un figlio Down l’avrei portato sotto casa di Rocco Casalino
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Ho resistito per tutta la giornata di ieri alle richieste di chi diceva: “devi dire la tua sul caso Rocco Casalino!” Perché, come tutte le persone che gestiscono un caso di disabilità in famiglia, anche io dovevo dire che è un’infamità quello che ha detto Rocco Casalino.
Dirò semplicemente che quello che lui ha detto quattordici anni fa era sicuramente una coglioneria, e dire coglionerie faceva parte allora della sua cifra professionale. Era uscito dalla casa del Grande Fratello e doveva stupire le persone con dichiarazioni oltremodo urticanti. Avrebbe fatto oggi una figura migliore senz’altro dicendo “Si quattordici anni fa dicevo questo e pensavo questo!” Non tirare fuori la pantomima che stesse recitando, quando non stava assolutamente recitando, ma recitava al massimo la parte di se stesso. Poteva dire: “oggi sono un altro me stesso!” Non lo ha detto ma fa parte comunque del suo ruolo, oggi deve confezionare l’immagine del Governo, e la confezione di un’immagine non richiede certamente né etica né morale né attenersi a principi superiori; confezioni un prodotto perché sia più accettabile al maggior numero di persone possibili.
Detto questo sono altrettanto singolari quelli che oggi prendono questa riesumazione del Casalino di quattordici anni fa come fosse qualcosa che appartiene alla contemporaneità. Non è quello che a noi cambia la vita, non è una frase di Casalino. Quello che cambia la vita è che da questo episodio, ancora una volta, si ha l’idea, si ha la percezione netta che, in realtà, frasi come queste creano consenso piuttosto che creare indignazione. Ci saranno sempre più persone che diranno: “si diciamola tutta, basta che schifo, che palle di vedersi sempre questi “handicappati” in giro, queste persone noiose, fastidiose, brutte anche a vedersi. Anche i vecchio, mio dio, anche i vecchi a un certo punto si mettano all’ospizio e non si facciano più vedere…!”
Sono i sintomi di una società che sta diventando sempre più spietata. Questo dobbiamo osservare, non fermarci al caso Casalino che ne è semplicemente uno dei tanti indicatori. Le reazioni devo dire sono altrettanto improntate a una sorta di principio teorico, astratto come se ci fosse la necessità di segnare una posizione senza poi fare nulla nel concreto.
Io questa mattina, se invece che avere un figlio autistico avessi avuto un figlio Down, l’avrei portato sotto casa di Rocco Casalino. Così, non per dimostrare qualcosa, solo per avere una piccola soddisfazione, per vederlo urlare e scappare via come fanno le signore quando vedono un ragno…Mi sarei preso questa piccolissima soddisfazione.
Poi avrei concluso, come sto concludendo in questo momento, che la vita di chi gestisce disabilità, fragilità, debolezza non cambierà di una virgola, qualunque cosa dica o non dica Rocco Casalino.