Pensare Ribelle

Rifletto sull’universo mentre aspetto Babbo Natale con un figlio di 20 anni che ancora ci crede….

Saremo in tanti questa notte ad aspettare Babbo Natale con un omone con la barba accanto, agitato come un bambino che aspetta i regali. Che volete farci sarebbe un suicidio rompere la routine natalizia di un figlio autistico adulto. Chi vive la mia stessa avventura sa quanto sarebbe stato bello evitare finalmente la confezione coatta quei pacchetti chiusi di notte in clandestinità e nascosti nei ripostigli perché la pantomima dell’arrivo del vecchio con la slitta che porta pacchetti dalla carta colorata e nastri sbrilluccicosi.

Il fratello Filippo è all’estero come è giusto che sia per uno della sua età, libero da ciarpami familiari e da obblighi rituali farà il Natale con chi vuole lui e spero sia leggero e felice. Ho sognato sempre dei figli “liberati” dal giogo dell’ossequio della regola che sembra costringere tutti a fare per tutta la vita le stesse cose in questa serata. Mi sono guadagnato il privilegio di non ricevere regali e pochissimi auguri, passo per un rancoroso tritanzuolo magari frustrato. Per ribadirlo ho anche scritto nel mio status Facebook: “Ecco che tra poco cominceranno ad arrivare gli auguri massivi di coloro che li mandano alla rubrica intera e quelli frigidi di chi si ricorda che esisti una volta all’anno. Non esistono giorni così pieni di angustia come la settimana dell’altruismo molliccio per immemore abitudine.”

Mi sarebbe piaciuto scappare, potevo andare ovunque, avrei trovato mille occasioni di fuga in cima a montagne o a picco sul mare. In spiagge assolate, in metropoli da scoprire, al calduccio vizioso o in una nuvola di Margarita che tutto fa sembrare raro e prezioso.

Invece no Tommy impietrisce il tempo con il suo sguardo, mi sono accorto che in realtà questo è il suo superpotre, forse è figlio della mitologica Gorgone, ho cominciato a pensarlo  proprio ieri che per disperazione l’ho portato a visitare un museo archeologico deserto alle terme di Caracalla. Stesso sguardo, stessa bocca, stessa fossetta sul mento, stessi capelli. Mancano i serpenti naturalmente, ma solo perché Tommy è un bonaccione….Almeno fino a che tutto si ripete come lui ricorda, in un tempo ciclico da cui non è ammessa alcuna uscita.

Così io starò con Tommy che pretende puntiglioso il rispetto di ogni tradizione nei minimi particolari. Domani mattina si alzerà e dovrà trovare i pacchetti sotto all’albero, forse pretenderà di lasciare mandarini, noci e ciambelle per rifocillare Babbo natale stanotte. Qualcuno dovrà sbocconcellare, sbucciare e  rompere in ore impossibili perché tutto sia perfetto. Domani scarterà tutto in un nanosecondo incurante del contenuto dei pacchetti (difficile fare regali a un autistico, per fortuna esiste Tiger che ci permette l’acquisto di una montagna di cazzatelle incartabili a poco prezzo.).

Il vero problema sarà domani e dopo, Tommy si è accorto che a Roma è arrivato il Circo, mannaggia a loro… Chi ce lo porta? Non certo Marco il suo educatore che è vegano e giustamente non contribuisce allo sfruttamento di animali, non la madre che non si potrebbe certo accollare il rischio fisico di una sua possibile intemperanza per troppa euforia. Vorrei potermelo evitare anche io che trovo il circo deprimente come poche cose al mondo e già mi ci vorrà una bottiglia intera di Tequila per tirarmi su da questa immersione nella bruma del Natale, da cui speravo di potermi liberare una volta che i figli fossero cresciuti.

Invece no eccomi ancora qui a guardare le luci che lampeggiano dietro alle finestre altrui, se mi affaccio c’è un silenzio tombale, solo gli effluvi delle massaie che friggono pesce e pastelle, qualche tv a volume esagerato per i nonni in trasferta, i bambini che di solito urlano come dannati sono impegnati in quel silenzio ruffiano che dovrebbe indurre a maggiore generosità il vecchio alcolista sulle renne a cui non hanno veramente mai creduto, perchè loro l’hanno visto sul tablet da quando hanno tre anni che Babbo Natale è una panzana, ma hanno capito che bisogna far finta di aspettarlo per far contenti gli adulti e beccarsi la play station nuova che sanno benissimo essere già arrivata a casa via Amazon da almeno una settimana.

Per Tommy invece non c’è sotterfugio, nulla è ambiguo nulla è menzognero. Babbo Natale è necessario perché non si interrompa in ciclo dell’anno. Come lo è stato Halloween, lo è la scuola ogni mattina, il gelato fragola cioccolato e l’iPad a “casa papà”. In fondo sono contento di essere anche io parte essenziale della cosmologia di Tommy, finché dura significa che il cataclisma della fine del mondo è scongiurato e anche io resterò vivo. Nessun altro essere umano sarebbe mai capace di darmi tale certezza.

 

PS

Poco fa, ed è quasi mezzanotte, un’amica sconosciuta mi scrive su Messenger e mi regala la chiave di lettura di questo mio pensiero nato attorno a una foto fatta ieri di Tommy-Gorgone. Costei mi cita la prima delle Lezioni Americane di Calvino in cui il tema è la leggerezza. E proprio la leggerezza è la chiave del rapporto simbiotico tra Perseo e Medusa. Perseo si impossessa de suo potere pietrificante volando su sandali alati, facendosi sostenere dalla leggerezza, ne cattura la testa vincendone l’orrore semplicemente guardandola nel suo riflesso. Della Medusa fa la sua arma più potente per sconfiggere ogni avversario portandosi dietro la sua testa e esibendola quando serviva. Perseo e la Gorgone alla fine diventano una cosa sola, uniti dopo il rifiuto per la realtà del mondo di mostri in cui Perseo è condannato a vivere e che assume come proprio fardello portando la Gorgone sempre con sé. 

Gianluca Nicoletti

Giornalista, scrittore e voce della radio nazionale italiana. E' presidente della "Fondazione Cervelli Ribelll" attraverso cui realizza progetti legati alla neuro divergenza. E' padre di Tommy, giovane artista autistico su cui ha scritto 3 libri e realizzato due film.

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