Una bellissima e interessante iniziativa di inserimento nel mondo del lavoro di un gruppo di ragazzi autistici di Novara è uno spunto per affrontare l’annosa questione che sta a cuore a tante famiglie con ragazzi dello spettro. Non è soltanto perché il lavoro nobilita l’uomo ma soprattutto per ancorare alla vita reale questi giovani adulti che, una volta usciti dalla scuola luogo di inclusione sociale per eccellenza, rischiano di scomparire dal mondo come creature ectoplasmatiche sballottate tra attività sportivo-ricreative di riempimento delle lunghe ore di inattività oppure nel peggiore dei casi parcheggiati in centri assistenziali di varia umanità come prepensionati. Per i ragazzi con disturbo dello spettro autistico, invece, l’inserimento nel mondo del lavoro deve essere uno degli obiettivi principali per poter passare all’età adulta. Cosa che li accomuna, e ci mancherebbe, ai loro coetanei “normodotati”.
Stiamo parlando del progetto BookBox promosso da Angsa Novara- Vercelli e Associazione per l’Autismo “Enrico Micheli” onlus (con il patrocinio del Comune di Novara, Provincia di Novara e ASL Novara) e sostenuto da Fondazione Comunità Novarese onlus. Lo scopo è creare una piccola libreria nelle sale d’attesa dei luoghi frequentati dai bambini, dai ragazzi e anche dagli adulti (ad esempio studi medici, palestre, bar, negozi, parrucchieri, barbieri ecc.). Si tratta di un lavoro che può essere alla portata di autistici di basso, medio e alto funzionamento ovviamente accompagnati da educatori esperti.
BookBox è l’idea di un’amica geniale degli autistici, Marilena Zacchini (educatrice professionale che svolge attività di formazione e supervisione nell’ambito dell’intervento psicoeducativo con persone con
disturbo dello spettro autistico), avviato in via sperimentale a Firenze dall’associazione Autismo Firenze Onlus in collaborazione con l’Asl 10 di Firenze. Il progetto, successivamente, è stato avviato anche in altre città tra cui Valdarno, Cremona, Lanciano, Trento, Piacenza e Milano e a novembre è partito anche a Novara.
BookBox si fonda su due presupposti: Definire una serie di azioni che tutti i ragazzi autistici (ad alto e a basso funzionamento) possono svolgere senza difficoltà, come inserire oggetti in una borsa, trasportare una borsa con i manici e togliere oggetti da un sacchetto per riporli su uno scaffale; Pensare a quello che i ragazzi autistici amano in modo particolare, come il viaggiare in auto o i libri, che per forma, colore, profumo e consistenza rientrano fra gli interessi speciali dei ragazzi autistici.
I libri sono donati dalle case editrici ma anche da famiglie o singoli che scelgono di partecipare al progetto. L’importante è che i volumi abbiano caratteristiche ben precise: siano maneggevoli (e non
con troppe pagine) e composti di racconti o sezioni che possano essere lette in un periodo di tempo limitato che è quello presumibilmente trascorso in una sala d’attesa.
I volumi vengono poi catalogati e archiviati dai ragazzi, accompagnati dagli educatori, in scatoloni “marchiati” per risultare riconoscibili, nei locali concessi all’Associazione, gratuitamente, dal CST NoVco e dall’Istituto “G. Bonfantini”. I libri vengono, poi, portati nelle librerie speciali, realizzate su Novara, dalla Falegnameria Sociale Fadabrav, posizionate nei locali che hanno stipulato la convenzione di adesione al progetto e periodicamente, i ragazzi provvedono alla distribuzione e all’aggiornamento dei libri.
Abbiamo scelto, come Fondazione di sostenere il progetto BookBox – commenta il Presidente della Fondazione Comunità Novarese Cesare Ponti – perché riteniamo svolga una funzione molto
importante. Agevolare i ragazzi con disturbo dello spettro autistico ad inserirsi nella comunità, coinvolgerli in un’attività lavorativa e renderli responsabili di una serie di azioni è una modalità efficace per attivare rapporti positivi. Le librerie, posizionate nei vari luoghi, saranno un po’ il simbolo di un’idea, di un obiettivo e contemporaneamente un veicolo utile anche per i visitatori che non solo usufruiranno di un servizio ma potranno anche conoscere Angsa e le sue finalità”.
“Quest’attività gratifica molto mia figlia – dice Betty De Martis la mamma di una ragazza che partecipa al progetto Bookbox novarese – la mattina è tutta indaffarata a etichettare, togliere dalle scatole i libri che saranno poi catalogati e collocati nelle mini librerie oppure andare a prendere i volumi donati dai librai che aderiscono all’iniziativa”. Ma davvero è adatta a tutti i ragazzi dello spettro? “Si certo, ognuno lavora sodo a seconda delle proprie competenze e abilità. Si va dall’impiegato bibliotecario che trascrive le schede dei libri al computer al facchino trasportare, allo scaffalatore ecc. C’è lavoro per tutti. Intanto le donazioni di libri e le richieste di allestimento delle mini-librerie continuano a fioccare”.