Non si parla più di assistente sessuale per i disabili? Ce lo ricorda don Andrea Bonsignori
Giorni fa LA STAMPA ha pubblicato in prima pagina un commento alla proposta di papa Francesco di parlare di sesso nelle scuole. L’editoriale è stato affidato a don Andrea Bonsignori direttore della scuola Cottolengo a Torino. Andrea è un prete di quelli “fuori standard”, di sicuro Cervello Ribelle pure lui. Don Andrea Bonsignori è un prete rugbista e musicista, appassionato di didattica inclusiva, è tra i più attivi della Fondazione italiana Autismo. Ha fondato la cooperativa Chicco Cotto, di cui è presidente, per aiutare e favorire l’inserimento lavorativo di disabili e persone autistiche.
Insomma è uno di noi…Infatti nel suo pezzo ha “osato” toccare un tema tra i più indicibili nei sacri palazzi….”Il diritto alla sessualità per le persone disabili.”. Riportiamo il passaggio perché merita rilievo il coraggio di Andrea di aver colto l’occasione per sollevare il tema dell’ assistente sessuale, che in un periodo così poco incline a un sano approccio laico al problema, non sarà certo nell’agenda di un ministero che abbraccia disabilità e famiglia, che sembra più preoccupato dalle famiglie gay che dalla dignità di vita dei neurodiversi.
SI PREFERISCE NON VEDERE IL SESSO DEI DISABILI
Insomma un problema complesso, che per troppe volte si è preferito non affrontare o affrontare male, in modo oscuro, nelle case, nelle scuole e nelle Chiese e nella formazione dei suoi stessi pastori. Mi occorre ricordare per quanto tempo si è preferito non considerare o non vedere la sessualità delle persone con handicap, lasciando l’Italia ancora indietro nella legislazione.
Si sono prese le distanze dall’ipotesi di istituire la figura dell’assistente sessuale che aiuti chi ha difficoltà nel comprendere i propri istinti, i propri desideri e le proprie necessità naturali. E, pensandoci bene, quanto, invece, sarebbe utile in questo contesto di nuova educazione.
Amo dire sovente: se faccio fatica io che ho scelto la castità, come posso credere che non viva in tale stato d’animo chi magari è afflitto da una condizione di lungodegenza o da una malattia profondamente invalidante? Per fortuna qualche passo avanti è stato fatto e quello di papa Francesco è il più importante. (da LASTAMPA del 30/01/2019)
Si parla da anni di una legge…
Ci voleva un prete rugbysta per ricordarci che in Italia si è cominciato a parlare di assistente sessuale per disabili grazie a una battaglia iniziata nel 2013 da Max Ulivieri noto web designer e pioniere di molte campagne in favore dei disabili, (vedi progetto lovegiver)
Il 9 aprile 2014 è stata presentata in Senato, tramite il senatore del Pd Sergio Lo Giudice, una legge per istituire e tutelare la figure dell’assistente sessuale per diversamente abili. Una figura professionale già presente in Svizzera, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Svizzera e Austria.
Il disegno di legge si compone di un unico articolo che al comma 1 prevede l’istituzione presso ogni Regione e presso le province di Trento e Bolzano di un elenco di assistenti per la sana sessualità e il benessere psico-fisico delle persone con disabilità mentre al comma 2 definisce i requisiti necessari per essere inseriti nell’elenco suddetto. (vedi anche www.assistenzasessuale.it)