Buco Nero

Per il triste umarell di Torino chi è “andicappato solo al cervello…” Non dovrebbe parcheggiare nello stallo per disabili

Della storia di ordinaria bestialità resta solo un post-it giallo: “Te sei andicappata solo al cervello”. Luana, una mamma torinese di 38 anni affida il biglietto a Floriana Rullo, che ha raccontato la vicenda sul Corriere.it, per avere se possibile un po’ di soddisfazione. Lei ha una bambina che si chiama Alyssa con una grave disabilità neuropsicomotoria. Ogni giorno l’accompagna all’asilo all’interno del Parco la Tesoreria. (noi abbiamo messo l’immagine presa da Google Street-view di quello che immaginiamo potrebbe essere stato il teatro della storia).



Ogni mattina, come accade spesso ovunque, il parcheggio riservato ai disabili è occupato da qualcuno che non ha diritto. La madre è quindi costretta a prendere il braccio la “bambina” che pesa 25 chili per portarla in classe.

Fino a che l’altro giorno finalmente “becca” l’abusivo che le occupa il parcheggio, tranquillamente seduto in auto a leggere il giornale e lo affronta:  scena che descrive nei particolari al Corriere.

“Lui mi risponde “sono solo 5 minuti”. Io stufa di questa risposta sentita già almeno 35.000 volte, alzo un po’ il tono e gli faccio presente che la macchina io l’ho parcheggiata poco più avanti e che lui si dovrebbe vergognare di aver preso quel parcheggio riservato ai bimbi con difficoltà come mia figlia”.

L’uomo appena la madre si allontana si “vendica” e le lascia sul parabrezza il foglietto giallo che abbiamo messo sulla mappa di Google con la frase «Te sei andicappata (sic) solo al cervello».

Luana quel biglietto lo sta facendo girare su Facebook: «Spero solo che facendo il giro su Facebook, capiti nella bacheca di suo figlio o suo nipote, che riconoscano la scrittura e che si sentano umiliati tanto quanto ci sentiamo noi famiglie di bimbi in difficoltà(…)  Vorrei ritrovare quell’uomo spiegargli che cosa vuol dire la disabilità. Mio marito vorrebbe denunciarlo, io non lo so, voglio solo stare tranquilla con le mie bambine».

Naturalmente di questa storia non si saprà più nulla, o al massimo se identificato l’ometto dal biglietto giallo dirà che era una provocazione, o che pensava che la bambina fosse una falsa invalida perchè non ha visto una carrozzina, o che anche lui ha amici disabili. Il punto che vorremmo sottolineare è un altro, riguarda sempre la poca cultura sulla neurodiversità, che in generale considera chi il cervello diverso come essere destinato al disprezzo e all’emarginzione.

Si rifletta sulla frase, oltre alla sgrammaticatura da semi analfabeta su cui sarebbe ingiusto infierire, il signore può anche non aver avuto possibilità di studiare, è chiaro che nel suo universo di valori il disabile mentale è passibile di disprezzo. Dice alla signora che è “andicappata solo al cervello” , come se fosse una colpa e soprattutto come se non fosse una ragione per avere diritto a quel parcheggio che lui occupava “solo per 5 minuti”.

Sarebbe bastato chiedere scusa, fare retromarcia e andarsene, invece no. Quel misero ometto livoroso e ottuso immagina di aver operato in nome della giustizia, si è sentito in diritto di mettere a punto il suo piano di vendetta nel perfetto stile dell’umarell  che mette cartelli nell’ascensore quando vede, a suo dire violato il regolamento condominiale.

E’ convinto che chi non ha il cervello nella norma deve starsene rinchiuso e non occupare i parcheggi della brava gente come lui, che magari non sa scrivere, ma  legge il giornale e ha studiato all’università della vita.


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Redazione

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