Amazon e autismo: rimozioni tardive, sui social gli autori fantascienziati ancora impazzano
Abbiamo raccontato come Amazon stia effettuando una grande e capillare operazione di rimozione dal suo catalogo di e commerce di prodotti editoriali che veicolano teorie antiscientifiche e complotistiche, soprattutto legate al falso rapporto tra vaccini e autismo e, di conseguenza, la pericolosa e strampalata sequela di fanta rimedi stregoneschi per debellare l’autismo tramite perniciosi trattamenti. Il fatto che un colosso commerciale come Amazon rinunci a una fetta cospicua del suo mercato, ci porta a riflettere su cosa stia accadendo in rete riguardo al fanta autismo e i suoi seguaci. Ci è venuta la curiosità di saperne di più e abbiamo chiesto di farci un’analisi del fenomeno ad Andrea Barchiesi, considerato in Italia uno dei massimi esperti di analisi dei flussi delle informazioni digitali.
La rimozione da parte di Amazon più che una presa di coscienza appare un atto tardivo e riparatore
Amazon sta iniziando a rimuovere dal suo store i libri che promuovono la cura dell’autismo attraverso sostanze tossiche. Questi testi erano ospitati da diverso tempo sulla piattaforma, tanto che alcuni erano arrivati a ottenere centinaia di recensioni che complessivamente assegnavano dei rating di qualità alti da parte degli utenti. Uno di questi testi, “Healing the Symptoms Known as Autism” di Kerri Rivera, suggerendo di curare l’autismo con bevande a base di biossido di cloro, una sostanza simile alla candeggina, quindi tossica, aveva ottenuto più di 600 recensioni e una valutazione di 3,5/5. Segnaliamo che il libro è ancora in vendita nella versione italiana di Amazon ad un costo di ben 52,93 euro.
Questo meccanismo naturalmente ha alimentato la spirale della disinformazione: gli utenti si fidano dell’opinione di altri utenti e tendono a condividerla. Una spirale alimentata dalla stessa autrice pseudoscienziata che, sulla sua pagina Facebook pubblica i messaggi di testimonianze di genitori che somministrerebbero questa cura ai propri figli, questo del 3 marzo 2019: “Kerri you were so right. Last night she turned into a demonD. Screaming scratching scared attacking clawing. I triple dosed 8 times yesterday! 8! You were right.” La pagina è seguita da più di 5mila persone. C’è da chiedersi come mai Facebook non abbia ancora preso provvedimenti.
La rimozione dei libri da parte di Amazon più che una presa di coscienza appare un atto tardivo e riparatore: solo pochi giorni fa un giornalista di Wired Uk Matt Reynolds aveva sollevato un bel polverone dimostrando come in sole due ore fosse riuscito a pubblicare su Amazon un ebook fake dal titolo How To Cure Autism: A guide to using chlorine dioxide to cure autism, chiaramente ispirato al “best seller” della Rivera.
Una battaglia a tutto campo contro i contenuti che mettono a rischio la vita delle persone sfruttando la loro emotività e sofferenza dovrebbe prevedere una strategia corale tra le piattaforme coinvolte: se il libro della Rivera non è più in vendita su Amazon, ma lei continua a dispensare le sue teorie dalla pagina Facebook o in altri luoghi della rete alimentando la messa in circolo di gravi menzogne sull’autismo, l’azione del primo attore diventa praticamente inefficace. La rete non è un insieme di luoghi chiusi, è un mezzo per spostarsi da un luogo all’altro, infiniti luoghi, portando con sé informazioni, esperienze personali, opinioni, fake news, odio, emozioni. I passaggi tra questi nodi sono noti alle piattaforme che li ospitano e possono essere scardinati. Naturalmente se c’è la volontà di farlo.
Andrea Barchiesi
Ingegnere elettronico, esperto di web intelligence e analisi digitale. Nel 2004 ha fondato Reputation Manager, società di riferimento in Italia per l’analisi, la gestione e la costruzione della reputazione online di aziende, brand, istituzioni e figure di rilievo pubblico.