Buco Nero

Una scuola dell’Indiana “premia” un autistico come: “Lo studente più fastidioso!”

Siamo alla chiusura di questo anno scolastico, per molti genitori sarà la fine di un periodo impegnativo dal punto di vista fisico e psichico. È sfinente dover ogni volta raccontare del proprio figlio, i suoi punti di forza (spesso ignorati), le sue debolezze (sempre in evidenza) a insegnanti che sembrano non comprendere; è gravoso dover correre a scuola nel bel mezzo della mattina per riprendere il figlio che disturba ed è agitato, come se questo comportamento non avesse una causa scatenante, non fosse una risposta ad una comunicazione non congrua dell’insegnante. La neurodiversità è ancora un marchio di fabbrica, non un modo altro di pensare, percepire e relazionarsi.

Dall’America giunge una notizia che possiamo mettere nel novero delle cose di cui dovremmo vergognarci come comunità.

Un insegnante di educazione speciale ha consegnato al suo studente autistico il premio di fine anno: “E’ il più fastidioso!”

In una scuola dell’Indiana è stata assegnata ad un ragazzo autistico una stella d’oro come “alunno più disturbante”. Non so quale particolare ragionamento abbia fatto l’insegnante di riferimento e posso solo immaginare come si siano sentiti i genitori che niente sapevano di questo imbarazzante riconoscimento. Non è finita qui perché, al momento di andarsene, il padre del ragazzo ha volutamente dimenticato quell’orribile premio sul tavolo, ma per fortuna il solerte insegnante, del quale non si conoscono le generalità, l’ha richiamato affinché lo portasse a casa e magari lo facesse vedere ad amici e parenti.

Tutto il mondo è paese e anche in Italia si è letto di gite negate, di stanze riservate all’alunno autistico dove passare il tempo senza alcuna progettualità, di un bambino costretto a cambiare scuola perché la sua neurodiversità era fonte di sconvolgimento emotivo delle giovani menti in formazione “I nostri figli non sono badanti o medicine. Non possono stare vicino a lui” avrebbe detto una madre, portavoce di un comune sentire.

Siamo arrivati all’estate che per i genitori di bambini e ragazzi con neurodiversità è la stagione più faticosa con ancora meno opportunità per tenere occupati i figli in attività utili dal punto di vista pedagogico e formativo. Non avranno tempo di riposare per sostenere un nuovo anno scolastico che porterà sempre nuovi motivi di dolore e rabbia perché – ahimè – la strada per l’inclusione attiva e partecipata è ancora tutta da tracciare.

Gabriella La Rovere

Redazione

La redazione di "Per Noi Autistici" è costituita da contributori volontari che a vario titolo hanno competenza e personale esperienza delle tematiche che qui desiderano approfondire.

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