Ristoratore italo-americano crea nel suo locale una sala sensoriale per bambini autistici
Un ristoratore di origini italiane Radicato nel New Jersey fa parlare di sé nel continente a Stelle e Strisce per un progetto che sta realizzando nel suo nuovo bar da poco restaurato. Nel locale ci sarà anche una sala sensoriale per bambini autistici che ha lo scopo di farli mangiare insieme alla loro famiglia in una zona “ovattata”, tranquilla e appartata, proprio come piace a loro, senza rumori e suoni iper-stimolanti e perturbanti. La sala dovrebbe essere pronta fra due settimane. Nell’ ambiente ci sarà un’ illuminazione rilassante, un angolo senza tavoli disegnato appositamente, un menu visivo su cui verrà rappresentato il cibo e i Pad per i bambini con cui ordinare. Tutti gli addetti alla sala saranno preparati e avranno un certificato da un’organizzazione non profit che si occupa di inclusione per le persone con autismo e inoltre il 20% dei proventi dei clienti della sala andrà in un fondo amministrato da un’organizzazione no profit che si occupa di aiutare le famiglie di bambini con bisogni speciali.
C’è un motivo per cui Tony ha deciso di realizzare questo spazio. Durante i lavori, il signor Rivoli aveva notato che il nipotino Chase, un bimbo autistico di 6 anni, amava starsene in un ambiente tranquillo e appartato del locale dove i suoi disturbi sembravano d’incanto scomparire. Da qui l’idea della sala sensoriale caldamente approvata dalla figlia, mamma di Chase e comproprietaria del locale. La sala chiamata ovviamente “Chase’s friends zone” potrà ospitare circa 45 persone. Per la sua realizzazione padre e figlia si sono affidati ad esperti del settore.
Volevano essere sicuri di creare un ambiente il più possibile confortevole, consapevoli del fatto che spesso le famiglie di ragazzini autistici preferiscono non uscire a cena fuori, proprio per non creare disagi ai loro figli che in un ristorante affollato, con tanti suoni, odori e persone, non sono in grado di filtrare gli stimoli. “Parli con alcune famiglie e da anni non escono a mangiare”, hanno spiegato i gestori del locale ricordando che anche andare in un supermercato per Chase è complicato e “ci vogliono 15 minuti buoni perché si adatti alle loro luci e suoni”.
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