Da Israele uno studio sui cervelli ribelli: L’autismo potrebbe essere una malattia autoimmune
In questi giorni galleggia sui social che si occupano di autismo, una notizia scientifica che collegherebbe la causa dell’autismo alla biologia, alla presenza di un disturbo autoimmune.
Ci sono degli studi in proposito pubblicati su Annals of Neurology dove un gruppo di scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center ha per la prima volta osservato nei cervelli di persone dello spetto autistico la presenza di strutture cellulari paragonabili a una risposta immunitaria. Questa scoperta potrebbe aiutare a formulare ipotesi sull’origine della patologia, e se confermata aiutare a diagnosticare e trattare i pazienti affetti da questo disturbo.
Durante la ricerca Matthew Anderson e il suo team hanno studiato i cervelli donati post-mortem al programma Autism BrainNet, e hanno notato la presenza di un accumulo di linfociti attorno ai vasi sanguigni nel cervello, oltre a vesciche piene di frammenti di cellule del sistema nervoso centrale che prendono il nome di astrociti. Questi fenomeni sono solitamente sintomo della presenza di infiammazioni croniche nel cervello, riconducibili a infezioni virali o disturbi autoimmuni.
Tuttavia le strutture osservate in questi cervelli non combaciavano con nessuna di queste patologie. Per capire se questi sintomi erano collegati all’autismo, i ricercatori hanno confrontato 25 cervelli di pazienti affetti dal disturbo con 30 cervelli di persone non autistiche. Oltre 2/3 dei cervelli di pazienti autistici presentavano questo tipo di accumulo nel cervello, superando di gran lunga quelli del gruppo di controllo. Gli scienziati hanno quindi analizzato i linfociti presenti nei cervelli e hanno osservato che si trattava di linfociti T, solitamente coinvolte nell’attacco a cellule infette o cancerose, o cellule normali nel caso della presenza di un disturbo autoimmune.
“Con questo nuovo studio non abbiamo scoperto l’origine né una causalità, ma questa è una prova a supporto dell’idea che l’autismo potrebbe essere un disturbo autoimmune, come per esempio la sclerosi multipla“, ha concluso Anderson.