Oltre al danno pure la beffa. Spuntano gli “esperti” che ci vengono a dire che quello che abbiamo visto nei video del lager di Grottammare “La casa di Alice” è tutto normale, che siamo noi a non capire nulla di autistici, che i bravi signori e signore che in quel posto operavano con così specchiata e comprovata competenza erano nel giusto. Persino una psicologa dell’età evolutiva riesce a dire che siccome gli autistici sono incontrollabili, e fanno cose orribili (descrive sintomi dei più degradanti) la contenzione è d’ obbligo:
Nel video non si vede nessun gesto di violenza: decontestualizzando gli ingressi nella stanza, per giunta, non è possibile capire perché vi venissero chiusi, ma sono sicura che chi di dovere osserverà bene i video integrali e prenderà provvedimenti adeguati, perché se qualcuno è andato oltre deve pagare. Nel frattempo giornalisti e amanti del gossip potranno continuare a sentenziare senza sapere nulla.
Poi la psicologa esperta di autistici nel suo pezzo così descrive il suo affrontare una crisi oppositiva del ragazzo che le è stato dato in consegna:
“All’arrivo della madre lo abbiamo afferrato con forza in due, ma continuava a divincolarsi, mordersi e gridare… Chissà cosa avrà pensato la gente! Esattamente quello che pensano ora tanti poveri ‘capiscioni’ che non hanno mai messo piede a Casa di Alice e non sono mai stati travolti dall’ira di un autistico grave…” (Quanti di voi conoscono davvero l’ autismo? (Claudia Chiappini psicologa dell’ età evolutiva , L’ Osservatore EU)
Mi viene d’ aggiungere: certamente torniamo al sano vecchio manicomio, infermieri nerboruti, camicie di forza, docce gelate e segregazione. Ma chi ha dato licenza a questa signora di parlare in questa maniera? Dove ha studiato come trattare gli autistici? Soprattutto perché qualcuno con titolo e competenza non le contesta questa orribile interpretazione e scioglie, a chi ancora ne avesse, ogni dubbio sul fatto che non è quello il sistema per lavorare sull’eventuale crisi di un autistico.
Poi ancora prosegue nell’operazione di “sdrammatizzazione” un collega che sicuramente la sa lunga sulla vicenda dopo essersi documentato con quello “che si dice in giro sui vari social network”, tanto che sembra abbracciare la tesi del complotto mediatico a danno di chi non faceva altro che il proprio dovere:
Ok, il mostro in prima pagina ce lo abbiamo sbattuto. Anzi, a dire la verità ce ne abbiamo messi cinque. Abbiamo parlato di “lager” e di “casa degli orrori” citando, punto per punto, il comunicato stampa diffuso dai carabinieri dove, tra le varie espressioni, si parlava di “sequestro di persona”. Abbiamo fatto la nostra buona dose di accessi e venduto tonnellate di carta stampata. Adesso forse possiamo fermarci a riflettere.(…)Le segnalazioni che sono arrivate sia in redazione ma che, in parte, troviamo anche in giro per i vari social network, parlano di prassi normali. Vale a dire che ci sono operatori che, quotidianamente e con tutti i requisiti dovuti, operano con gli affetti da autismo che affermano che quelle pratiche sono normali e non manifesterebbero alcun tipo di violenza. La domanda che nasce spontanea è: in quel mese e mezzo di indagini qualche esperto del settore (magari fuori dalla nostra zona, per non compromettere le indagini) è stato ascoltato? Gli sono state sottoposte quelle immagini? Certo, del senno di poi si sa che cosa è pieno ma visto che non è mai troppo tardi, queste riflessioni anche se le facciamo oggi, potrebbero tornare utili. (Dal lager alla casa degli orrori ma siamo proprio sicuri? (Emidio Lattanzi, La nuova Riviera)
Invece che in quel posto nulla era conforme a un civile ed efficace trattamento di soggetti autistici lo fa pensare il reportage che dalla “Casa di Alice” ha fatto un padre come me; anche lui ha una ragazza autistica e dopo aver visto scrive: “Ho pensato a mia figlia in quei momenti. Se tutte le volte che avesse una crisi, che a volte sfocia nell’autolesionismo, la lasciassimo chiusa in una stanza da sola a riempirsi di botte e morsi. Ma come può raggiungersi questo livello di assuefazione? Come si arriva al punto di non accorgersi del dolore altrui? Accorgersi e occuparsi di chi soffre e non sa comunicarlo in modo convenzionale, vale ancora di più.” (da qui leggi il testo integrale)
Ad averlo scritto è Davide Faraone, Parlamentare PD e responsabile del Welfare per lo stesso partito. Semmai è proprio da lui che avrei potuto aspettarmi una difesa d’ ufficio di quella struttura pubblica (e della cooperativa che ci operava) che sono, nel bene o nel male, amministrate, da persone della sua stessa area politica. Invece così non è stato, l’ indignazione e il senso di giustizia di un padre che si è sentito ferito è stato più forte di ogni possibile difesa d’ ufficio.
Spero che le maggiori associazioni che rappresentano le famiglie dei soggetti autistici decidano di costituirsi parte civile in questa vicenda come in tutti i processi che vedano come vittime i nostri ragazzi. Spero che chi sta lavorando a una legge sull’autismo capisca l’ urgenza di farla venire alla luce nel più breve tempo possibile.
PS 18 luglio ore 08.21
Le associazioni Angsa e Magicamente si sono rivolte ai loro legali per la costituzione a parte civile. Liana Baroni, presidente nazionale dell’ANGSA spiega in termini tecnici quale sia l’ aberrazione del metodo di trattamento per autistici in uso nella struttura “La casa di Alice”.
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