Felix Voisin e la scuola per gli idioti
L’istituzione era originariamente una propaggine della scuola per sordomuti. Vi furono portati dei bambini muti ai quali era impossibile insegnare nel solito modo. Essi erano imbecilli. Mia sorella, la signorina Charlotte White, decise di provare ad addestrarli separatamente. Niente del genere era mai stato tentato in Inghilterra, e il lavoro cominciò tra grandi disapprovazioni. Nel 1846 fu presa una casa in Walcot Parade e fu fatto un appello pubblico per i fondi. Soltanto i bambini poveri furono ammessi, a $12 all’anno. Era una regola strettamente applicata che i bambini venissero portati ogni giorno a fare una passeggiata. C’era una carrozzella per i più infermi. Una piccola palestra venne eretta ai piedi del cosiddetto giardino, consistente in un’altalena e in corde sospese. Un’altalena che poteva essere sollevata a piacimento perché i bambini si potessero appendere fu anche posizionata sulla porta dell’aula scolastica, e nei giorni di pioggia, le signore insegnanti, delle quali io ero una, rimanevano a giocare con i bambini che letteralmente avevano bisogno di imparare l’uso delle mani e dei piedi. Imparare a leggere era quasi un’eccezione, ma l’intelligenza si sviluppò lentamente. Impararono a distinguere le forme e i colori e si dimostrarono molto sensibili alle impressioni religiose (da “The Bath Chronicle” del 18 ottobre 1883).
Chi scrive è Harriet White che nel 1846, insieme alla sorella Charlotte, fondò la prima scuola per bambini idioti a Bath. Il lavoro di Itard con Victor, il ragazzo selvaggio dell’Aveyron, aveva impressionato i contemporanei. Era già in atto un ripensamento radicale nella filosofia dell’educazione che era iniziato con il libro ”Emilio o dell’educazione” di Jean-Jacques Rousseau. Nello stesso anno in cui Itard pubblicò i risultati del suo lavoro, Johann Heirich Pestalozzi diede alle stampe “Come Geltrude istruisce i suoi figli” (1894). Il suo punto di partenza coincideva con ciò che Itard aveva scoperto lavorando con Victor e cioè che la conoscenza passa per la stimolazione dei sensi. Pestalozzi era realmente a capo del suo tempo quando scriveva: Non abbiamo alcun diritto a negare a qualcuno le opportunità per sviluppare tutte le facoltà.
Nel 1833 il dott. Felix Voisin aprì a Parigi la sua scuola privata per idioti. Era nato a Les Mans nel 1794. Iniziò gli studi di medicina a Parigi ed entrò a far parte del gruppo dello psichiatra Etienne Esquirol. Nel 1822 fondò a Vanves un’istituzione per il trattamento dei pazzi. Il suo lavoro era orientato verso le cause fisiche e morali della malattia mentale, ma successivamente si rivolse ai deficit mentali. Nel 1830, in occasione della riforma penale, Voisin pubblicò un testo importante: “Applicazione della fisiologia del cervello allo studio di bambini che richiedono un’educazione speciale”. Come frenologo umanista riteneva importante aggiustare sia la pratica penale che i metodi dell’educazione rapportandoli alla realtà di ogni individuo.
Fu uno dei membri fondatori della Società Frenologica di Parigi e successivamente ne divenne il Presidente. Nel 1832 Voisin presentò un lavoro alla Società con lo stesso titolo della sua pubblicazione del 1830, ma questa volta specificatamente rivolto alla pedagogia. Dal 1833 fu a capo dell’educazione degli idioti all’Ospizio per gli Incurabili in rue de Sèvres, introducendo lo stesso sistema educativo che aveva utilizzato a Biçêtre quando era lavorava come medico. Nel 1834 aprì un’istituzione ortofrenica a Issy rivolta ai vari tipi di bambini anormali, che però ebbe vita breve. Nel 1838 Voisin presentò un lavoro all’Accademia di Medicina sull’organizzazione cerebrale difettosa dei criminali e visitò varie prigioni e case di correzione con l’intento di fare un’analisi clinica approfondita mediante palpazione del cranio per poter stilare una classificazione sulla natura delle inclinazioni dei delinquenti. Nel 1843 pubblicò un lavoro sull’idiozia e fu uno dei primi che sottolineò la necessità di sviluppare un’educazione speciale per gli idioti. Voisin fu uno studioso che unì, entro la stessa struttura, i criminali, i pazzi, i bambini anormali e gli idioti, un esperimento che desta orrore alla luce delle nostre moderne convinzioni. Lo studio della storia dell’educazione è una tappa fondamentale per comprendere l’evoluzione del pensiero umanistico e scientifico, per attingere da pratiche sperimentali andando ad arricchire il nostro bagaglio esperienziale affinché ogni bambino o adulto con disabilità venga considerato nella sua unicità.
Gabriella La Rovere