Alex Zanardi gratifica anche i nostri figli autistici
Non c’è neanche bisogno di sottolineare il fatto che Alex Zanardi e i nostri figli sono completamente diversi. È anche piuttosto ovvio il fatto che non tutte le persone senza gambe diventano degli atleti a livello mondiale. Tanto ovvio come il fatto che, neanch’io, che di gambe ne ho due, riuscirò mai a diventare Sara Simeoni. Insomma, certo che Alex Zanardi è un caso raro, è un’eccezione, sia nel mondo disabile che nell’altro, quello delle persone mai discriminate per come sono. Eppure, per noi genitori, il fatto che una persona con dei limiti (fisici o intellettuali che siano) riesca a diventare campione del mondo è particolarmente gratificante. Alex Zanardi non ha mai avuto problemi a parlare della sua disabilità, che ha anzi usato come esempio per descrivere la forza, il coraggio e l’orgoglio di utilizzarla a suo vantaggio.
Non sono molti i personaggi pubblici che abbattono quel muro di pietra che divide i “noi” da “loro”, e che invece di sfiga parla di vantaggi. Noi immersi nella disabilità fino al collo non abbiamo molti beniamini o eroi a cui riferirci, da ascoltare per imparare e, francamente, insegnare. Sono di solito le persone (leggi: genitori) coinvolte in prima persona con la disabilità che affrontano un po’ timidamente il discorso. E, soprattutto quando si parla di autismo, per anni il discorso anche di molti genitori è stato puntato dalla parte sbagliata. Si sono disperatamente cercati metodi su coma fare per vincerlo, per toglierselo di dosso questo autismo noioso, utilizzando tra l’altro una pseudoscienza che ha fatto più danni fisici e mentali di qualsiasi altra campagna mondiale. La disinformazione di questi anni, dai no vax alle camere iperbariche, è stata devastante per chi vorrebbe invece che una persona venga accettata per quello che è.
Allargo però la positività del messaggio di Alex Zanardi anche a chi di disabilità non si occupa o non con cui non ci vive. Il suo messaggio è un esempio per tutti.
A noi genitori e alle persone disabili ad alto funzionamento ha dato l’opportunità di pensare: “Ecco, appunto. L’ha detto meglio di ogni altra persona. Visto che le disabilità non sono altro che abilità che non tutti hanno?”. È soprattutto un esempio per chi ha sempre pensato che una persona senza gambe, o senza braccia, o senza un livello intellettivo, come dire, normale, debba in qualche modo mettersi da parte e lasciare spazio a chi ha tutta la mercanzia necessaria per affrontare le gare, gli altri, le difficoltà che la vita di tutti presenta. Penso con un ottimismo raro che in molto si siano ricreduti. Anzi, ne sono certa. È questo, più delle sue vittorie, il suo valore.
Luca non è una persona atletica, anzi: l’idea di andare a fare solo il giro della casa lo irrita profondamente. Soprattutto, non segue sport e non ha la più pallida idea di chi Alex Zanardi sia, cosa rappresenti. Eppure, Alex ha aiutato anche lui, grazie alla mia enorme ammirazione per il campione, ma soprattutto per la persona. Mi ha aiutato a pensare che Luca abbia anche lui delle potenzialità di essere meglio di quello che è (come tutti, d’altronde). Il mio compito è scoprire quali, e per farlo devo spingerlo a scoprire cose che non ha mai fatto o non ha voglia di provare.
Poi, la notiziaccia. Porca la miseria! Alex Zanardi travolto da un camion, è in condizioni critiche. Ho subito pensato: “Ce la farà, certo che ce la farà!”. Ma temo che forse questo incidente gli faccia perdere il suo spirito combattivo, il suo eterno ottimismo. Forse un po’ mi immedesimo in lui: si cerca di affrontare le sfighe con ottimismo, ma anche per gli eroi come lui e come me (mamma di Luca rinchiusa in casa con lui da marzo: quindi, sì, eroica) troppo è troppo.
Per cui, a modo mio, prego per lui. Prego che questa ultima vicenda mantenga il suo spirito alto, forte e combattivo. Abbiamo, tutti, ancora un gran bisogno di lui, del suo messaggio e del suo esempio.
Quindi, forza campione! Siamo tutti con te.
Marina Viola
http://pensierieparola.blogspo