Traiettorie precoci di sviluppo, rischio di autismo e prematurità
E’ stato recentemente riconosciuto che i bambini nati pretermine possono presentare un aumentato rischio per Autismo rispetto alla popolazione generale, seppure mancano ancora indicatori di sviluppo appropriati a predirne la vulnerabilità in età molto precoce.
Diversi strumenti di screening per il Disturbo dello Spettro Autistico (ASD), comunemente somministrati alla popolazione generale, infatti, non si sono rivelati ugualmente affidabili nella popolazione di bambini pretermine tra i 18 ei 36 mesi di età.
La diagnosi precoce infatti, necessaria per un intervento mirato, è considerata un fattore cruciale per una buona prognosi a lungo termine; inoltre, essendo in aumento la prevalenza di ASD nella popolazione generale, si fa sempre più forte la necessità di sviluppare nuove tecniche che permettano, attraverso l’osservazione dello sviluppo del bambino nei primi anni, una diagnosi tempestiva.
Nonostante l’adeguatezza dell’utilizzo clinico delle scale di sviluppo standardizzate, non è ancora del tutto chiara la relazione tra la traiettoria del neurosviluppo nelle prime fasi di vita e la diagnosi di ASD nella popolazione pretermine.
Lo studio di tale relazione è stato l’obiettivo scientifico del gruppo di ricerca di Chen e collaboratori che hanno pubblicato sulla rivista Pediatrics a Ottobre 2020 un interessante ricerca. Nello specifico gli studiosi hanno arruolato inizialmente 414 neonati nati alla trentaduesima settimana gestazionale, seguiti longitudinalmente in seguito alla dimissione per il monitoraggio dello sviluppo neurologico. Da questo campione sono stati successivamente esclusi i bambini con Paralisi celebrale, ipoacusia o malformazioni congenite. Lo studio ha avuto come obiettivo quello di monitorate nel tempo le traiettorie di sviluppo dei 324 bambini, arruolati dal campione iniziale, e la correlazione con l’insorgenza di sintomi ascrivibili al Disturbo dello Spettro Autistico. Il gruppo di ricercatori, per indagare le tappe di sviluppo e l’indice di sviluppo mentale (MDI) del campione nato prematuramente ha utilizzato la scala di sviluppo “Bayley Scales of Infant Development, Second Edition”; ciò ha permesso di considerare le traiettorie delle prestazioni cognitive, unite a fattori di rischio neonatali, come possibili marker precoci di sviluppo di ASD nella popolazione clinica in esame.
Raggiunto il quinto anno di età, è stata rivalutata la funzione cognitiva dei bambini utilizzando la scala “Wechsler Preschool and Primary Scale of Intelligence” e le atipie socio-relazionale e i comportamenti ristretti/ripetitivi, ascrivibili al Disturbo dello Spettro Autistico, tramite somministrazione del test ADOS.
I risultati dimostrano differenze significative sull’incidenza delle abilità cognitive dei bambini nelle diverse fasi di sviluppo. Nello specifico il campione è stato suddiviso in tre gruppi: il primo composto da bambini che otteneva un punteggio di Quoziente di sviluppo tra 95/100 lo manteneva stabile nel tempo o con performance incrementate; i bambini che ottenevano un punteggio di Quoziente di sviluppo di 90 manifestavano un rischio maggiore, compiuto l’anno, di perdere alcune delle competenze acquisite precedentemente; infine, i bambini con un punteggio di Quoziente di sviluppo pari a 70 avevano un rischio significativo, al raggiungimento del primo anno di età, di perdere le competenze acquisite. L’analisi dei tassi di prevalenza di ASD nei tre gruppi di bambini ha permesso di rilevare
come i nati pretermine che manifestano precocemente abilità cognitive inferiori alla norma hanno un rischio quindici volte maggiore di sviluppare ASD rispetto ai coetanei a sviluppo tipico, e che, inoltre, la sintomatologia correlata si manifesta già entro il primo anno e mezzo di vita.
Da notare che sia fattori intrinseci che comorbidità neonatali influenzano significativamente i pattern delle traiettorie di sviluppo che possono condurre a manifestazioni di ASD in età prescolare. In particolare, secondo lo studio, sono tre i fattori di rischio che rendono i bambini più vulnerabili, ovvero: genere maschile, trattamento con ossigenoterapia alla nascita e standard educativo genitoriale.
Infatti, sebbene resti poco chiaro il meccanismo che influenza negativamente lo sviluppo del cervello, è stato identificato che il supporto alla ventilazione, insieme alla malattia polmonare cronica, possa contribuire al deterioramento cognitivo del bambino, aumentando il rischio di sviluppare ASD nei neonati prematuri.
Pertanto, essendo l’evoluzione delle abilità cognitive meglio definita da valutazioni longitudinali, è importante che medici e genitori monitorino la traiettoria delle performance di sviluppo dei bambini nati pretermine fin dai primi mesi di vita, avvalendosi non solo dell’ausilio delle scale standardizzate, ma volgendo la propria attenzione anche all’aspetto comportamentale del bambino che mostra performance cognitive inferiori alla norma e resistenti al miglioramento.
Nell’insieme, dunque, lo studio fornisce un importante contributo alla possibilità di effettuare uno screening precoce nella popolazione di bambini nati pretermine, al fine di organizzare interventi tempestivi volti a migliorare l’adattamento persona-ambiente, fondamentale per l’ottenimento di buoni risultati in termini prognostici.
Early Neuro developmental Trajectories for Autism Spectrum Disorder in Children Born Very Preterm
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