Il Corpo Diplomatico si scusa. La tristezza di chi suggeriva la risposta vandalica
In merito all’episodio dell’auto targata CD che ha occupato sabato lo stallo per disabili in concessione a mio figlio Tommy oggi nel sito dell’Ambasciata del Brasile di Roma è stata pubblicata le seguente “Nota di Chiarimento”
In merito all’episodio, avvenuto il 26 marzo scorso, in cui un’auto con targa diplomatica ha parcheggiato in uno spazio riservato a persone con disabilità, si informa che non si tratta del veicolo ufficiale dell’Ambasciatore. Il veicolo in questione appartiene ad una delle Addettanze militari presso l’Ambasciata.
Il funzionario responsabile dell’ingiustificabile errore è stato chiamato dall’Ambasciatore per fornire chiarimenti. L’addetto ha allora dichiarato di non essersi accorto dell’equivoco nel momento in cui ha parcheggiato l’auto nel posto riservato. Oltre all’imprescindibile pagamento della multa, il funzionario, per determinazione dell’Ambasciatore, entrerà in contatto con i cittadini pregiudicati per presentare le proprie scuse.
L’Ambasciata del Brasile, nel rammaricarsi per l’imperdonabile circostanza, ribadisce il proprio profondo rispetto per i diritti delle persone con disabilità e per i precetti della Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche in merito alle responsabilità del corpo diplomatico nello Stato accreditatario.
La persona da me chiamata in causa mi ha scritto personalmente scusandosi per quello che è successo sabato, “per un atto involontario e sbagliato, personale e non istituzionale”. Aggiungendo: “Sono consapevole della gravità dell’atto, reso personale da parte mia e che è avvenuto per mancanza di attenzione, e voglio scusarmi se possibile personalmente in qualsiasi modo.”
Ho risposto che per noi l’episodio è sicuramente chiuso e non portiamo alcun rancore, abbiamo reso pubblico l’episodio non per ricerca di vendetta ma solo perché riteniamo importante segnalare un diritto troppo spesso calpestato per superficialità e poca conoscenza della condizione di disabilità. Non sempre chi subisce ha voce per farsi sentire e noi l’abbiamo fatto soprattutto per chi ogni giorno è inascoltato nel subire ingiustizie.
Tutti possono sbagliare e chi l’ha fatto questa volta ha risposto con grandissima dignità e coraggio. Mi dispiace di non poter dire lo stesso della vastissima folla di commentatori che non hanno trovato maniera migliore di commentare l’episodio che suggerendo atti di vandalismo e ritorsione nei confronti dell’automobile parcheggiata. Questa è stata la reazione prevalente sui social e tutto ciò mi rende ancora più triste e pessimista sul fatto che sia possibile coltivare una solida coscienza civile sulle disabilità.
Non sarà servito a nulla esporre me e mio figlio se restiamo prigionieri della tentazione di fraintendere una battaglia per la civiltà come una chiamata alle armi, un pretesto per attizzare un triste popolo di potenziali rigatori di carrozzeria, di foratori di gomme, di frantumatori di specchietti.
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Aggiungo per completezza di pensiero un estratto dal mio commento pubblicato da LA STAMPA di oggi:
Ora mi si dirà che, con tutto quello che sta succedendo nel mondo, questa è ben piccola cosa.
Concordo, è veramente un nulla nei confronti di quello che proveranno i ragazzi come mio figlio sotto ai bombardamenti in Ucraina. Non riesco nemmeno a pensare quale sia il destino di chi non è capace di gestirsi in autonomia, in una situazione di così abnorme violazione della civiltà.Non posso capacitami in quale profondo girone infernale possa trovarsi chi prova concreta ed estrema sofferenza solo per un rumore più forte del normale, per una luce violenta, o per il buio improvviso.
Chi si sta occupando di tutte quelle persone che non possono vivere se qualcuno non le accompagna in ogni minuto del loro quotidiano? Non mi risulta che se ne sia parlato, il disabile psichico adulto già è strutturalmente un “fantasma” in tempo di pace, scompare persino dai pensieri nella terribile circostanza della guerra. Con il crudele paradosso che, essendo facilmente confondibile con persone neuro tipiche, non gli saranno fatti sconti.Sarà difficile persino dimostrare la loro totale fragilità, quindi saranno doppiamente vittime, proprio perché ogni pezzetto di mondo che li rassicurava si sta sgretolando attorno a loro. Forse proprio a cominciare dal loro parcheggio, che non ci sarà più assieme alla loro casa e forse alla loro famiglia. Un incubo senza possibilità di ritorno, totale, soffocante, indicibile soprattutto per loro.
Nella diplomazia è l’estrema speranza che tutto questo possa cessare.
Per questa semplice ragione mi ha addolorato incappare in un uso così poco civile del privilegio di essere un diplomatico.