L’Amorino è per sempre. L’amore chi può dirlo?
Dare concretezza ai pupazzi ballerini di Tommy facendoli stampare su delle tazze mi sembrava solo un gioco divertente. E’ gratificante per Tommy che si appassiona a decorare centinaia di scatole, ha percezione di vedere realizzare i suoi disegni in oggetti e questo per lui significa un’esperienza veramente forte. Lui quando disegna definisce dei suoi pensieri che saltellano nella sua testa, seguendo percorsi ciclici. Vedere le sue emozioni ricorrenti trasformate in oggetti è per lui una vera emozione.
ALLA SCOPERTA DEL VALORE POETICO DELLE MUG RIBELLI DI TOMMY
Anche la filiera dell’impacchettamento, confezione, spedizione rappresenta un training quotidiano che lo attiva e fa sentire importante, si sente al centro di una compagnia di “cervelli regolari”, che si muovono, agiscono e operano attorno a delle sue opere. E’ quindi lui il tassello indispensabile di un aggregato sociale, non è più il fardello da accudire.
Questa insospettata attività sta prendendo una strada non trascurabile per l’autonomia di Tommy, sto con la massima cura registrando tutti i passaggi perché possa un domani stabilire un protocollo per affrancare artisti divergenti dalla condanna al limbo dell’indifferenziato. Sto alimentando una piccola scuola d’arte con eccellenti maestri che sotto lo slogan “I nostri cervelli sono opere d’arte” sta coltivando un primo nucleo di giovani artisti, spero che altri si aggiungano. Il nostro felice esordio pubblico è stato per “La giornata delle matite ribelli” a Palazzo Merulana.
GLI AMORINI DI TOMMY
Come sempre accade da Tommy apprendo una filosofia di vita che mette in crisi il pensare comune e logorato dall’abuso sui sentimenti che dovrebbero nobilitare gli esseri umani. Per S. Valentino ci erano state richieste delle Mug Ribelli a tema e Tommy ha cominciato a disegnare i suoi AMORINI. Osservavo il suo velocissimo declinare il tema del cuore in un’infinità di versioni e ho capito un suo tema fondamentale.
Gli Amorini di Tommy Non promettono nulla che non possa essere mantenuto. i cuori felici sono un valore assoluto e non negoziabile con promesse, patti, giuramenti. Chi li riceve è attraversato da un sorriso gratuito e più non potrebbe desiderare. L’ Amorino è per sempre l’amore chi può dirlo?
In questi giorni stiamo consegnando un esercito di Amorini, a Roma si potranno trovare al Book Shop di Palazzo Merulana in occasione della manifestazione “MERULOVE” . Chi volesse info per averli può scrivere direttamente a tommy@fondazionecervelliribelli.it.
Per avere informazioni della nostra scuola d’arte “I nostri cervelli sono opere d’arte” può sempre scrivere alla stessa mail box. Cerchiamo ragazzi neuro divergenti con spiccata passione per l’arte, vogliamo riuscire a dimostrare che questo non è solo uno slogan. Solo l’artista può permettersi di ostentare un cervello fuori standard, per questo vorremmo fare di punti di vista eccentrici la porta di passaggio per emozioni che il pensiero neuro tipico, omologato e logorato dall’abuso del luogo comune, non potrebbe mai permettersi.
L’AVEVO SCRITTO PIU’ DI 10 ANNI FA
Ho iniziato a osservare Tommy nella sua fase di adolescenza. Il primo libro su di lui lo scrissi nel 2013 “Una notte ho sognato che parlavi” . Riporto qui parte del capitolo che parla proprio dell’atteggiamento di Tommy riguardo al concetto di “Amore”. E’ esattamente quello che oggi mi rappresenta con i suoi Amorini.
Tommy è sereno quando sente affetto che non chiede verifica o risposta. Non mi sembra poco. Potessimo tutti sentirci amati senza dovere necessariamente corrispondere, saremmo visceralmente appagati anche di una carezza… Siamo invece sempre ingabbiati in patti di sangue per cui dobbiamo ricambiare ogni milligrammo di attenzione che un nostro simile ha la generosità di attribuirci. È una vera schiavitù, chiunque ne è condizionato. Si pensi a quanti occhi da cane bastonato abbiamo avuto davanti nella vita, ogni volta che qualcuno ha voluto farci sentire il peso della nostra indifferenza, o della non perfetta corrispondenza con quello che ci veniva contrabbandato come emotivamente speso in nostro favore.
Anche la più sublime delle ispirazioni poetiche, più che dell’amore, tratta del ricatto amoroso. Che noia! Viva l’avanguardia di Tommy e dei suoi simili, che non si sentono in dovere di assumere tratti esteriori differenti a seconda del sentimento che noi emaniamo nei loro confronti. Sembrerà che ora cerchi di addomesticare filosoficamente un mio disagio dopo una giornata con lui. Può essere, ma vi assicuro che dare l’anima per chi, al massimo, ti restituisce una carezza guardando dall’altra parte, o quando lo baci si pulisce la guancia con la mano, è altamente istruttivo nella salutare gestione dei propri rapporti con l’umanità normo-relazionata.
Voglio cercare di ridurre questo concetto all’essenziale, perché so di essere a volte ampolloso nei miei pensieri. Immaginiamo che a un certo punto ci si renda conto che parte del nostro processo di civilizzazione non è la migliore maniera per sentirci felici. Oggi possiamo permetterci di esprimerci liberamente, anche mettendo in dubbio tutto ciò che abbiamo consolidato riguardo le nostre relazioni, possiamo depotenziare le molle profonde di quelli che chiamiamo sentimenti, dubitare delle strutture sociali che derivano da nostre scelte emotive: vedi famiglie, coppie di fatto, relazioni stabili, fuggevoli, clandestine; «complicate», come suggerisce una scelta di status su Facebook.
Ancora, però, nessuno si sognerebbe di desiderare una relazione non basata sul ricatto emotivo, vale a dire: «Non mi interessa che tu mi corrisponda!». Certo, potrò essere qui ampiamente contraddetto da un esercito di vergini vestali, custodi della fiamma più pura del sommo sacrificio di chi ama e nulla chiede. Si facciano avanti mogli eroiche di uomini che odiano le donne, si levino dalle tombe tutti i martiri dell’indifferenza, dell’incomprensione, del «non riesco a fargli capire come deve amarmi». Marcino a passo di parata le mamme che invecchiano quando i figli crescono, i padri sconsolati, separati, giuridicamente discriminati.
Insomma, potrei dilungarmi per pagine e pagine, ma sarebbe difficile trovare rapporti più all’avanguardia di quelli tra un genitore e un figlio autistico per raffigurare chi riesca a elargire così tanta attenzione e profondo affetto ottenendo in cambio una tanto labile segnalazione di gratitudine.