Io penso al trust dopo che ho visto fallire la legge sul “dopo di noi”
Da otto anni esiste una legge così detta del “Dopo di noi” . Da quando si iniziò a parlarne mi feci io stesso promotore di questa iniziativa; ne parlai alla radio, ci scrissi parecchio, organizzai addirittura una giornata di lavori in una sede istituzionale assieme ai parlamentari che l’avevano proposta, le associazionio nazionali, le famiglie. Insomma ero convinto che sarebbe stata una buona legge.
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Oggi dopo otto anni non ho ancora capito bene come funzioni, se funzioni, se qualcuno ne stia usufruendo con soddisfazione. So solamente che la Regione Lazio a cui io mi riferisco come residente a Roma ha chiuso la possibilità di accedervi, per mancanza di fondi mi dicono. Colleghi genitori che vivono in altre regioni mi confermano che anche da loro la risposta è vaga e nulla è ancora certo.
Non so se a 70 anni avrò ancora tempo di aspettare, non so soprattutto se questa legge permetterà a mio figlio Tommy di conservare quella situazione di vita felice e attiva che sto al momento assicurandogli.
Lo sto facendo con le mie risorse personali, con il mio lavoro quotidiano e attraverso la Fondazione da me costituita e dotata di una sede operativa a Roma con una factory che lavora a progetti, iniziative, laboratori per permettere alla Fondazione stessa di mantenersi, visto che non usufruisco di alcun finanziamento pubblico o convenzione.
Sono stanco e indignato quando quelli che sembra tutto sappiano mi dicono “bisogna pensare al durante noi prima che al dopo di noi!” Basta con gli slogan….Il durante già l’ho risolto da solo e sul piatto c’ho messo la mia vita e la mia libertà, mi sta bene ma non sono immortale.
Sto cominciando a pensare che forse dovrei cominciare a pensare concretamente al futuro di Tommy, in previsione del mio possibile decadimento fisico e psichico. Un termine che da molto tempo mi rimbalza in mente è quello di “Trust”, un istituto di matrice anglosassone che ancora nel nostro Paese non è studiato e normato. Fatta eccezione di una modalità di applicazione appunto detta “Trust del dopo di noi”, che può essere applicata proprio per salvaguardare il futuro di un congiunto disabile.
Ho cercato chi fosse competente di questa materia e ho scoperto che la persona che maggiormente si è occupato di Trust è un italiano che per molti anni ha lavorato presso un prestigioso studio londinese e che ora è rientrato in patria. La persona è Mauro Norton Rosati di Monteprandone, ora magistrato tributario alla corte di giustizia di Viterbo e partner dello Studio Cassiel di Londra.
Il particolare sorprendente è che costui era anche un mio compagnio di scuola a Perugia, dai Salesiani, dalla quarta ginnasio al terzo liceo. Ci siamo rivisti a distanza forse di cinquanta anni, con lui ho cominciato a ragionare di trust. Mauro si è reso disponibile di venire un giorno a Roma alla sede della mia Fondazione Cervelli Ribelli a via Tommaso Gulli 3 per parlarne alle famiglie nella mia stessa condizione che fossero interessate a saperne di più su questa soluzione.
Lancio qui l’idea se riuscirò a mettere insieme almeno una decina di famiglie sono pronto a ospitare tutti per un giorno e chiamare Mauro a esporci con calma quello che c’è da sapere.
(Chi è interessato scriva a formazione@fondazionecervelliribelli.it)
ASCOLTA LA PUNTATA DI MELOG SUL TRUST
Intanto rendo qui disponibile la puntata di Melog del 12/marzo/2024 in cui ho chiamato Mauro come ospite e ho iniziato a fare qualche domanda. Chi preferisse parlare con lui direttamente può contattarlo alla mail: consulenti.trust@gmail.com
PS delle ore 21.15
Ho ricevuto in poco più di un’ora un mucchio impressionante di richieste. Ho sentito il Prof Rosati, ora concordo un giorno con lui e poi con largo anticipo avverto tutti. Io se lui è d’accordo farei un sabato che non è lavorativo e per tutti è più facile. Ho già raggiunto ampiamente il numero minimo di adesioni e quindi procediamo all’organizzazione.