Sarà possibile rivedere il film con Sammy Basso?
E’ morto a 28 anni Sammy Basso Il meraviglioso ragazzo con progeria che tanto ha fatto parlare di sè, nella sua pur breve quanto intensa esistenza. Ieri ho assistito in diretta streaming ai sui suoi funerali, oltre quattromila persone erano andate a dargli l’ultimo saluto. Mi è sembrato un avvenimento straordinario in questo particolare momento storico, qui sotto riporto la mia riflessione scritta per LA STAMPA.
IL FILM DI SAMMY IL FILM DI TOMMY
Un piccolo episodio personale mi lega però al suo ricordo. Il regista Massimiliano Sbrolla e la sua fantastica troupe di “Zoofactory” nel 2017 mi accompagnarono nell’indimenticabile avventura che portò alla realizzazione del film “Tommy e gli altri” .
La stessa squadra tre anni prima, esattamente nel 2014, documentò il viaggio di Sammy in USA lungo la Route 66 da Chicago a Los Angeles. , su cui lui scrisse il libro: “Il viaggio di Sammy”. Ne uscì una serie in quattro episodi per il canale “Nat Geo People” di Sky.
Quando fu per la prima volta trasmesso il film di Tommy nella serata del 2 aprile, Sammy lo guardò e poi scrisse un lungo post nella sua pagina Facebook che riporto qui a fianco. Sammy colse i punti a cui più tenevo di quel film, la ricerca di una narrazione in cui non comparisse ombra di pietismo, la voglia di comunicare l’approccio sommario, emotivo e poco scientifico rispetto alla neuro divergenze in molte famiglie e realtà cliniche. Sammy era soprattutto uno scienziato aveva studiato con passione per contribuire alla ricerca, il suo sogno sarebbe stato di andare a lavorare al Cern di Ginevra.
Con Massimiliano cominciammo a pensare a una surreale “reunion” tra Tommy e Sammy, magari immaginandoli come possibili appartenenti a una stirpe di “Avengers”. Come sempre accade fummo entrambi presi da mille altre cose, l’idea fu rimandata. Ci fu chiesto di fare un altro film con un tema diverso, poi mentre stavamo chiudendolo scoppiò il Covid e finì tra i tanti progetti nel cassetto.
Oggi mi piacerebbe poter rivedere almeno quella serie bellissima mai più trasmessa. Anzi confesso che mi sarei aspettato di vederla di nuovo trasmessa almeno la sera dei funerali, sarebbe stato il migliore omaggio a una storia così importante come quella di Sammy.
Spero che qualcuno si ricordi di quella serie e ce la faccio di nuovo vedere, almeno in una delle tante piattaforme streaming. Difficile non immaginare che successo di pubblico potrebbe avere, dal momento che la scomparsa di Sammy è rimbalzata come notizia nel media di tutto il mondo.
IL TRAILER DELLA SERIE “IL VIAGGIO DI SAMMY”
IL TESTAMENTO DI SAMMY, ULTIMO EROE DELLA VITA
A Sammy Basso nessuno chieda ora guarigioni miracolose. Le sue virtù eroiche le già ha espresse facendo straboccare di senso i suoi 28 anni, tutti vissuti nel corpo di un vegliardo. Si apra invece una riflessione sulla straordinaria marea di persone che ieri si è riversata a Tezze sul Brenta, soprattutto per chi pensa che la pietà laica sia un’anticaglia da dimenticare.
Spero che nessuno dirà mai “santo subito”, sarebbe un tentativo d’impossessarsi di un patrimonio preziosissimo, che andrebbe invece condiviso con chiunque, anche con chi è privo del dono della Fede. Sammy sarà stato sicuramente anche un Veneto doc, come ha detto Luca Zaia, le sue doti umane però non hanno bisogno di certificazione d’origine. Lasciatemi dire che, proprio per il suo essere un umano dall’aspetto assolutamente inconsueto, chiunque si senta da lui ispirato può rivendicarne la cittadinanza. Viva la faccia di Sammy che non avrebbe mai permesso a Vannacci di disquisire su caratteristiche etniche di appartenenza. E’ il raro caso di un uomo che lascerà una traccia del suo passaggio terreno, anche se sprovvisto di tutti i gadget, esteriori e comportamentali, che sembrano oggi segnare le persone di successo.
In realtà il miracolo di Sammy è già avvenuto; prodigioso è stato il suo sopravvivere in lucida e piena consapevolezza le opportunità del tempo che gli è stato assegnato, con condizioni non proprio vantaggiose per goderselo serenamente.
Sammy però non si è pianto addosso, ha imboccato la via del compiere azioni concrete; Sammy era un biologo, Sammy si batteva per la ricerca scientifica, Sammy ha scelto di donare il suo corpo balzano di bimbo decrepito perché fosse studiato per aiutare la scienza che studia la progeria, prevenendo forse chi era già pronto a farne reliquie. Nel suo testamento spirituale, letto ieri dal Vescovo di Vicenza, la frase che più mi ha colpito è: “Mi mette malinconia solo non vedere il mondo che cambia e va avanti”. È una gioiosa dichiarazione di fiducia nel progresso umano, che si butta dietro alle spalle ogni tentazione di mummificarsi nell’idolatria del passato.
Ancora più sorprendente, in tempi in cui l’empatia che produce atti concreti è chiamata con disprezzo “buonismo”, è il monito che silenziosamente ha espresso la folla smisurata che ieri ha partecipato ai suoi funerali, trasmessi in video streaming e rilanciati ovunque in rete.
In migliaia hanno testimoniato, con la loro presenza a quel funerale, che l’attenzione verso le persone più fragili, in realtà, non è affatto morta. Non è vero che faccia parte di un pensiero logorato dal “politicamente corretto”, c’è ancora chi corre il rischio di andare contro corrente trascurando il pantheon degli eroi nazionali, scegliendo piuttosto chi combatte per il diritto di vivere con dignità, nonostante una propria evidente distanza dagli standard che imprigionano e rassicurano la maggioranza. (LA STAMPA 12ottobre 2024)
PS
Il giorno seguente a questo mio articolo su “Il Giornale” Antonio Socci scrive di Sammy: “Santo subito! ” Il Vescovo di Vicenza comincia a parlare di beatificazione. E’ lecito e sacrosanto ma ricordo che l’immenso regalo che Sammy ha fatto all’umanità è avere sensibilizzato la ricerca scientifica su una sindrome, rarissima quanto atroce, che colpisce una persona su otto milioni, nessuno conosceva la progeria prima che Sammy se ne facesse testimone attivo. Poi esisterà pure la Provvidenza d’accordo. Ci farò una riflessione anche perché in questi giorni sarà fatto santo anche il beato Acutis “patrono di Internet”, di cui già parlai quando il suo corpo è stato mummificato nel silicone ed esposto.