La mototerapia è legge, benvenuti nello sciamanesimo di Stato
La legge che ufficializza la “moterapia” è passata anche al Senato. D’oggi in poi un campione di motocross acrobatico insegnerà ai medici come si possa curare malati gravi e disabili portandoli a spasso per le corsie degli ospedali in motocicletta. Ho scritto anche troppo su questa sconcezza, faccio mio l’intervento della Senatrice e scienziata Elena Cattaneo, fatto nel corso di quella vergognosa seduta in Senato in cui la legge è stata approvata. Da qui è possibile vedere il video con tutti gli interventi (da 3 ore e 45 in avanti). Consiglio di guardarsi tutto fino alla fine, ci si renderà conto del livello di arretratezza scientifica su cui si è appoggiato l’iter di questa legge. Gabriella La Rovere che è un medico, oltre che madre di una ragazza neuro divergente, ci ha mandato il suo commento. (GN)
PILLOLA DI FANTASCIENZA: LA MOTOTERAPIA
Secondo il vocabolario il termine terapia indica lo studio e l’attuazione concreta dei mezzi e dei metodi per combattere le malattie. E da qui tutta la possibile declinazione di terapia eziologica, destinata a sopprimere l’agente causale della malattia, di terapia genica, volta ad introdurre in determinate cellule del paziente frammenti di DNA contenenti geni sani, di terapia radiante o radioterapia, etc.
In pratica, ogni volta che la parola terapia – derivante dal greco therapeia con il significato di curare, guarire – viene associata ad un’altra, la risultante è frutto di anni, se non decenni, di studi scientifici incontrovertibili di efficacia. Perciò è già dissonante sentire e leggere di mototerapia, che dovrebbe curare qualcosa con l’uso della motocicletta, elettrica per giunta. Quali sono i riferimenti bibliografici di questo nuovo approccio terapeutico? Quali i trials clinici? Quali prove scientifiche vengono portate a conferma che ci sia un’indubbia efficacia?
Non basta metterci la classica pezza che in questo caso è la dicitura di “terapia complementare” perché è il sostantivo terapia che deve essere abolito in questo caso specifico. Girare in moto non guarisce da una patologia, sicuramente è un mezzo di svago, ma niente di più di questo. Quando una famiglia si trova ad affrontare il percorso difficile, a tratti straziante, della malattia del proprio figlio, si lancia su ogni sistema per guarirlo, perché ritorni ad essere sano, perché non muoia. La terapia fa questo!
L’approvazione in via definitiva al Senato della “mototerapia quale terapia complementare” è un’indecenza, un insulto per chi ha passato anni a studiare le vere relazioni di causa effetto tra due fenomeni. Lavori che sono passati al vaglio di board scientifici internazionali prima di avere l’approvazione. Non ci sono sperimentazioni significative, all’estero come in Italia, nei riguardi di questo che è un passatempo e non una terapia!
Abbiamo già visto cose incredibili che hanno bruciato risorse e tempo a famiglie in cerca spasmodica di un miracolo e che un Ministro della nostra Repubblica sia felice per aver inserito la passeggiata in moto come presidio terapeutico è oltre l’immaginabile. Ciò che è stato omesso è che, quale terapia, questa vergogna tutt’altro che scientifica, si inserisce tra quelle certificate valide riducendo il budget a disposizione per i piccoli pazienti. Per tutti quelli che resteranno fuori, ci dovranno pensare i genitori di tasca propria. Aspettiamo report scientifici su questa pratica e solo allora si potrà accettare di definirla presidio necessario alla cura.
Gabriella La Rovere