Una sorellina racconta "il fratellino dalla luna". Nel cartone del papà
E’ un piccolo capolavoro di emozione e animazione, una piccolo poesia disegnata e parlata: si chiama “Mon petit frère de la lune” perché arriva dalla Francia, ma è stato fortunatamente tradotto e sottotitolato (da Giulia Miani e Pamela Caprioli) anche in Italiano, “Il mio fratellino dalla luna”. Ha già qualche anno e tanto successo, tra chi ha avuto la fortuna di vederlo. Oggi ve lo proponiamo perché abbiamo scoperto che questo piccolo gioiello è nato dentro una casa con autismo. L’autore infatti, Fred Philibert, oltre a essere grafico di professione, è papà di un bambino autistico e di un’altra bimba poco più grande, che nel cartone gioca un ruolo di tutto rilievo: non è sua solo la voce narrante, ma anche lo sguardo, il pensiero, la percezione di quel fratellino che in sette minuti, con l’aiuto del papà e della mamma, riesce a raccontare così bene.
Un fratellino circondato da un alone speciale, che lo rende distante ma anche brillante
Un fratellino che guarda sempre la luna, perché forse è da lì che proviene. Un fratellino che fa cose strane, che però nel racconto di questa bambina non hanno nulla di inquietante o problematico: sono semplicemente bizzarre, curiose, divertenti. Perché con quel fratellino, che a volte disturba, certo, ma come tutti i fratelli, si può correre, giocare e ridere. E guardare insieme la luna.
https://www.youtube.com/watch?v=_KvHeQ9M7bs
Ma ora lasciamo la parola al papà regista, che nel frattempo è già alle prese con un nuovo lavoro, di cui ci offre giusto una pillola nella pagina iniziale del suo sito.
“Quando ci siamo accorti che il nostro bambino aveva un problema, il pediatra ci ha indirizzati verso un istituto. Lì ci è stato detto che NOI genitori, avevamo un problema e che saremmo dovuti andare in analisi. Invece, abbiamo scelto di creare il nostro film, in famiglia, per raccontare la nostra storia e parlare dell’autismo in un modo molto semplice. La voce narrante è di sua sorella: lei conosce il suo fratellino molto bene e sa parlare di lui con parole spontanee. Tutti gli aneddoti mostrati nel cartone sono accaduti nella vita reale: le scale, le persone che gli fanno il verso, l’atteggiamento ridicolo di alcuni specialisti. Questo cartone però non vuole essere un giudizio né una presa di posizione, ma solo il tentativo di comprendere questo piccolo ragazzo e spiegare la sua vita “altrove”, ma così vicino a noi. Con questo cartone, abbiamo provato ad esprimere i nostri sentimenti con sincerità: parla di un bambino leggermente differente dagli altri, e di sua sorella, una specie di regalo di famiglia per questo piccolo ragazzi che sembra venire dalla luna e che ci aiuta a sorridere!”