Arriva Julia il Muppet con autismo
Ai tradizionali e straconosciuti Muppet, inventati in origine dal burattinaio Jim Henson, ora si è aggiunta Julia, che però ha la particolarissima caratteristica di essere il primo personaggio morbidoso con autismo. Julia nasce sempre grazie all’organizzazione non profit: Sesame Workshop, casa madre dei Muppet, che ha a lanciato il nuovo personaggio in questi giorni, nell’ambito del ben più articolato progetto Sesame Street and Autism che nella scia del classico programma tv educational, vorrebbe insegnare a “vedere cosa c’è di stupefacente in ogni bambino”.
L’iniziativa è stata pensata per smorzare sin dai primi anni di vita sociale il pregiudizio attorno all’autismo, con particolare attenzione alle famiglie con bambini autistici dai 2 ai 5 anni. Il progetto, studiato assieme alle associazioni, comprende una serie di app scaricabili gratuitamente che permettono di fruire di materiale didattico specifico con ausili audiovisivi per rendere più facile la vita anche ai genitori. Si spiegano prassi quotidiane, come prepararsi a una gita, il problema dei fratelli, come rivolgersi ai genitori di un autistico.
La filosofia della pupazza autistica è molto avanzata in direzione di una nuova cultura dell’autismo. Considerando che un autistico è cinque volte più a rischio di subire atti di bullismo che qualsiasi altro suo coetaneo, gli ideatori di Julia hanno voluto valorizzare quello che i bambini neurotipici e autistici hanno in comune, anziché stigmatizzare i comportamenti “differenti” dalla norma. Una maniera intelligente di smorzare sin dai primi anni scolastici i germi da cui potrebbero svilupparsi i futuri bulli.
Soprattutto nella parte video, a forte valore educativo, si tenta di spiegare ai bambini più piccoli a come interagire con i loro compagni autistici, chiaramente mostrati per quello che sono. Viene semplicemente spiegato il punto di vista dell’ autistico, nel quale anche le stereotipie, il battere le mani fare rumori significa una sua maniera per segnalare emozioni. Si cerca di far capire ai bambini che se per esempio l’ autistico non incrocia il loro sguardo, non significa che voglia scansarli, ma quello il suo modo di essere. Insomma si affiderà a un pupazzo dil compito di aumentare la consapevolezza e l’ empatia verso la neurodiversità, sin dai primi anni di scuola. Allo stesso tempo si cerca di normalizzare alcune abilità basiche nei bambini autistici, come lavarsi i denti, andare a letto, attraversare la strada, perché poi possano diventare più facili da gestire anche per loro genitori.