Spadaccini autistici, affilate le armi. Apre l'Accademia Lia
Si affilino i fioretti!
L’Accedemia Lia sta per aprire. I fioretti ci sono, le divise anche, l’attrezzatura è tutta pronta: mancano solo gli spadaccini, disabili e non, poi la prima Accedemia di scherma “integrata” sarà pronta per partire. Integrata, sì, perché ospiterà e “addestrerà” all’arte della scherma ragazzi autistici e normotipici. Si L’inaugurazione avverrà il prossimo 23 novembre, a partire alle 19, presso il teatro della parrocchia Nostra Signora di Cromoto (largo Nostra Signora di Coromoto 2, zona Gianicolense). “Don Francesco ha messo gratuitamente a disposizione questo bel locale di 300 metri quadri”, ci spiega l’ideatore del progetto, Luigi Mazzone, neuropsichiatra presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma e fondatore del progetto Aita, che promuove questa nuova idea. E la intitola a Lia, “la cara amica che non c’è più – precisa Mazzone – Come Aita, abbiamo fornito tutte le attrezzature federali, perché innanzitutto dobbiamo garantire una sicurezza assoluta. Una volta assicurata quella, penseranno i nostri istruttori, atleti di fama nazionale e non solo, a illustrare ai ragazzi i movimenti e le tecniche fondamentali della scherma”.
Scherma e autismo: come e soprattutto PERCHE’
Dietro il progetto c’è un principio fondamentale, che sta particolarmente a cuore a Mazzone e alla onlus Aita: il valore dello sport come luogo e momento di socializzazione, integrazione e crescita delle competenze. “Ce lo insegnano i Summer camp che realizziamo in tante parte d’Italia – riferisce Mazzone – e che dimostrano l’importanza dello sport per i ragazzi con autismo, in un contesto integrato e inclusivo. Per questo, i gruppi saranno misti, formati da una decina di ragazzi normotipici e 4 o 5 con autismo. Credo che la scherma, in particolare, abbia tanto da dare ai ragazzi autistici: incrementa la comprensione dei gesti dell’avversario, che sta a mezzo metro di distanza; sviluppa il sistema attentivo, è un ottimo esercizio a livello metacognitivo, consolida l’autostima quando il colpo va a segno, insegna una buona percezione corporea e un coordinamento dei quattro arti sull’asse. Inoltre è un’attività non individuale ma socio relazionale: l’avversario è lì davanti a te, non sei in piscina a nuotare da solo, ma in pedana con un compagno di cui devi eludere i colpi e pronto a eludere i tuoi. Un lavoro notevole, per un ragazzo con autismo. E per questo abbiamo deciso di dar vita a quest’accademia, che prenderà il nome di una nostra cara amica che non c’è più”.
Come funzionerà l’accademia. I corsi si svolgeranno il lunedì e venerdì dalle 16 alle 19.30 e “saranno tenuti da due istruttori federali, assistiti dalla psicologa che farà da tutor – spiega Mazzone – io farò da supervisore, nella doppia veste di atleta istruttore di scherma e neuropsichiatra specializzato nello spettro autistico. Il corso sarà completamente gratuito per i ragazzi con autismo, mentre per gli altri costerà 40 euro al mese. Speriamo che, anche se le attività sportive si sono avviate già da un po’, gli alunni non si facciano attendere. Crediamo che sia davvero una bella occasione”.
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