Al The Extraordinary Film Festival si parla anche di cinema e autismo
La rosa dei fantastici collaboratori “per noi autistici” si allarga ogni giorno di più. Ecco il racconto di Diana Vitali in qualità di inviata speciale al TEFF The Extraordinary Film Festival tra i più importanti a livello internazionale per quanto concerne il rapporto tra cinema e handicap. Sicuramente unico nel suo genere. Si è tenuto, dal 10 al 15 Novembre in Belgio con spettacoli in diverse città e una rassegna nella città di Namur. Quest’anno in selezione 293 films provenienti da 33 paesi (133 titoli in più rispetto all’anno precedente. Il festival ha presentato 54 film, distribuiti in sei giorni e 40 sessions.
TEFF The Extraordinary Film Festival ovvero Cinema e handicap: di grande interesse per un pubblico molto vario, insegnanti e studenti, cinefili, professionisti del settore; una grande varietà e qualità dei temi trattati e i percorsi di vita eccezionali di personaggi finti o reali; sessioni educative e pedagogiche per le scolaresche; spettacoli e dibattiti; incontri con attori e registi; workshop e discussioni, tutto sottotitolato, con audio descrizione in cuffia, con interprete della lingua dei segni sul palco, tutto senza barriere di alcun tipo, soprattutto mentali.
LUC BOLAND “Positivo, universale ed umano: un formidabile strumento di demistificazione dell’handicap” questo è il festival secondo Luc Boland, ideatore e direttore dell’evento, padre di Lou, un ragazzo con la sindrome Displasia Setto Ottica, una malattia rara molto complessa. E dice ancora: “Un festival necessario”: sono d’accordo, anch’io, che con mia figlia Carolina, affetta dalla stessa sindrome, abbiamo affrontato questo viaggio per essere qui, a testimoniare la nostra amicizia e la necessità di questo festival.
Un film festival che mostra, nel linguaggio intenso della settima arte, la ricchezza della diversità e rivela l’eccezionalità del vivere “andando oltre”. E noi due, madre e figlia, ci ritroviamo sedute qui, in sala, a ridere e a piangere, a cercare di spiegare l’inspiegabile e a consolarci, a nascondere la faccia per non guardare, a capire e a sperare, a ripercorrere la nostra vita e guardare al futuro, ancora in viaggio.
LE SESSIONI: “Pubblicità, commerciale e handicap”, “sordità”, “pedagogia per scuola secondaria superiore e inferiore”, “fiction e corto metraggi”, “grandi documentari”,” famiglia”,”sessualità e handicap”, “lungometraggi” e “autismo”.
Film toccanti ed emozionanti, tutti, o quasi. Scopriamo attori eccezionali, con disabilità o che fingono la disabilità; storie vere o surreali, cartoni animati, spot, documentari, film erotici. In sala ci sono attori e registi, si presentano, rispondono alle nostre domande, discutono. In albergo anche: alcuni si muovono su carrozzine elettriche, altri sono accompagnati.
SEZIONE AUTISMO C’è tutto il gruppo del film “Wretches and jabberers”: Larry e Tracy, due ambasciatori dell’autismo, affetti anche loro da una forma severa e i loro due accompagnatori/terapisti: nel film viaggiano intorno al mondo per cambiare la percezione della gente nei confronti dell’autismo, dimostrando attraverso la scrittura col pc, che a dispetto della gravità del proprio comportamento e dell’assenza di linguaggio, è possibile esprimere se stessi comunicando e partecipando alla vita comune.
In sala, sul palco, hanno risposto alle nostre domande. Ho anche fatto delle foto, alle loro risposte. Conosco le polemiche e tutto il discorso sul “tiping”. Vicino a me c’è la mamma di un ragazzo autistico presidente di un’associazione belga. Entrambe siamo colpite da questi due uomini autistici che, nonostante le apparenze, rivelano la loro profondità e ricchezza emotiva e intellettiva. “Mai più mi permetterò di giudicare l’intelligenza di una persona sulla base del suo comportamento di tipo autistico o sulla facoltà o meno di parlare” dice questa mamma alla regista.
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Un corto eccezionale è Jesse, perché si parla di fratello e sorella, e di come è difficile la quotidianità della vita in alcuni casi di autismo.
E poi tanto, tanto da vedere e di cui parlare…per esempio che l’unico corto italiano, era muto e incomprensibile!! (però aveva il merito di essere presente, un grazie al regista)
Un festival necessario, ancora una volta, perché ancora c’è tanto da scoprire e da imparare.
E poi noi in Italia siamo troppo indietro: da noi non si parla della sessualità delle persone con handicap, non si parla di cosa succede se muoiono improvvisamente i genitori, non si parla di malattie gravissime allo stadio terminale, non si parla della solitudine, della fatica, dell’umiliazione, e in fondo non si parla neanche del coraggio, della forza, dell’allegria, della ricchezza di umanità. Cinema e handicap, uno strumento eccezionale per aprire gli occhi.
DIANA VITALI
Diana è una delle colonne della premiata ditta “Petra & Piras”. E’ una fomentatrice dei nostri #teppautistici che accompagna in mille avventure in barca, sugli sci, a cavallo, in montagna, al mare, a fare lavori in campagna. Ha cinque figli ed è sempre impegnatissima. Inoltre coltiva passioni insolite come il Kiudo, tiro con l’arco giapponese, ed è una sportiva nata. Ama i cavalli, il mare ma soprattutto la sfida. Diana è anche fondatrice di Sod Italia, Associazione Italiana Displasia Setto Ottica e Ipoplasia del Nervo Ottico, la malattia rara di cui è affetta la sua primogenita Carolina.
“Il viaggio di Maria” – Un corto sull’ autismo di Miguel Gallardo
Autism and sensory sensitivity (The National Autistic Society)
Carly’s Café – Experience Autism Through Carly’s Eyes
Chi sono Wretches and Jabberers?
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Per quello che riguarda questo ultimo film sul fenomeno Wretches and Jabberers riportiamo le osservazioni di Diana rispetto alla qualità artistica del film. Non possiamo però fare a meno di sottolineare, per onestà intellettuale, che i due protagonisti, a quanto visibile nel trailer pubblicato, si relazionano con la comunicazione facilitata di cui non esiste evidenza scientifica e che è considerata una vera truffa se spacciata come sistema per far parlare la coscienza prigioniera in soggetti autistici a basso funzionamento, non verbali e con forte deficit cognitivo. Non sappiamo se sia il caso dei protagonisti, ma se lo fosse le frasi e le espressioni profonde ed elaborate non potrebbero che essere condizionate dagli assistenti comunicatori che nel film toccano la spalla agli autistici che scrivono. (GN)