I #teppautistici scoperti da "Effetto Arte"
Le azioni di “art shifting” (finalizzate alla disordinazione artistica) dei #teppautistici sono state classificate come proprie di una corrente artistica contemporanea. E’ avvenuto grazie a una prestigiosa rivista d’ Arte che per prima ha analizzato e contestualizzato il movimento.
E’ stata pubblicata oggi su “Effetto Arte” l’ analisi critica di Anna Laura Millacci dedicata ad alcune azioni di “détournement” provocate dalla coppia #teppartautistica Tonmmy&Bobone.
Il saggio della Millacci che sancisce ufficialmente l’ ufficializzazione dell’ esistenza della #TArt ha per titolo: “Dalla Sora Augusta alla #TArt”. Nel sommario è sintetizzata efficacemente la spinta ideale del nuovo movimento artistico, che vede autistici impegnati nel sovrascrivere con il proprio punto di vista ogni precedente imperativo visionario dell’arte contemporanea. #TArt: i nuovi adolescenti autistici alle prese con inaspettate incursioni nel mondo dell’arte contemporanea.”.
L’ analisi di Anna Laura Millacci entra nel profondo di una conoscenza quasi amniotica che sembra collegare il #teppautsitico con quello spirito primevo capace di scardinare ogni filistea accondiscendenza alla certificazione salottiera dell’artista contemporaneo nel riportare integro il pensiero di Anna Maria Piemonte, colei a cui dobbiamo la stesura del manifesto della #TArt. “Il processo artistico messo in atto dai #TeppArtAutistici ci mostra come l’arte accenda desideri, fino ad assolvere con urgenza necessità interiori, attivi multisensorialità e costringa davvero tutti ad un obbligo interpretativo nei confronti degli oggetti a reazione poetica che produce, o ai processi cui da vita.”
L’ intuizione dell’ editorialista di “Effetto Arte” è fulminante quando riallaccia nessi tenaci, quanto inconsapevoli, tra le azioni artistiche, all’apparenza sconnesse o per molti forse derivanti da uno stato patologico, di Tommy&Bobone con le più acute intuizioni della recente avanguardia come sempre A.M.Piemonte afferma: “E da queste esperienze i ragazzi sembra abbiano abbracciato proprio quei procedimenti situazionisti e quella auspicata deriva psicocogeografica di cui trattò Guy Debord. La deriva psicogeografica situazionista alla quale il TeppArtAutistico da vita è fatta di singolari ed imprevedibili performance, ispirate dalla stessa natura dell’opera, verso la quale è spinto da irrefrenabili istinti.”
Sono proprio quegli “irrefrenabili istinti” a cui allude la Millacci a sancire lo stigma di “eretico” per ogni autistico, ad averne costituito fino ad oggi la crudele motivazione di una sentenza inappellabile all’esilio perenne dalla società neurotipica. L’aspetto realmente rivoluzionario del movimento è proprio nell’aver ribaltato l’antico l’anatema alla follia, quello che la società contemporanea non ha saputo ancora interiormente metabolizzare se non attraverso ipocriti manierismi di facciata.
La conclusione dell’autrice ribadisce il ruolo del #teppautistico, nel suo essere erma bifronte perennemente vigile sulle psicomappe invisibili ai più, ma che al suo sguardo taggano di nuovi significanti gli oggetti comuni: “E’ proprio in questa dimensione ludico-combinatoria che i nostri #TeppArtAutistici si sono riconosciuti- prosegue citando A.M.Piemonte-dando vita al movimento concettuale della #TArt, di cui si fregiano di firmare il Manifesto, mentre a tutti noi, spenti, impassibili e troppo composti spettatori, regalano una lectio magistralis su come ci si debba porre al cospetto dell’opera d’arte.”
Ecco come il #teppautistico che si autoproclama senza consapevolezza “opera d’ arte”, rivendica con orgoglio la sua follia e non pretende redenzioni per entrare a far parte del “vulgus” neurotipico. Accetta, anzi radicalizza, il suo ruolo di “vulnus”, nello spaesamento nei luoghi ove l’ arte è staticamente conservata, che lui rianima ricordando che solo all’artista la follia è riconosciuta come valore. (Qui Il Manifesto della #TArt)
PS: Molti benpensanti e tristanzuoli “colleghi” diranno che ci stiamo facendo solo SS.MM. Può essere, ma almeno proviamo a creare altre opportunità ai nostri ragazzi, rispetto al fatale destino di finire negli immondezzai che la società neurotipica ha per loro pronti quando noi genitori non saremo più in grado di sognare i loro stessi sogni. (GN)