In Sardegna i #teppautistici a scuola non potranno più andarci?
Gli insegnanti di sostegno “migrano” e i #teppaustici in classe non possono più starci: è la seconda volta in pochi giorni che ci occupiamo di Sardegna, perché da qui arriva un altro caso, segnalato ieri su un quotidiano locale. E sempre da qui arriva la denuncia di Manuela Serra, portavoce cinquestellata al Senato, sarda di nascita, che stamattina ha accompagnato 27 genitori in assessorato regionale per capire se i loro figli potranno ad andare a scuola, oppure no.
Ma procediamo con ordine.
“Circa a 1.200 i docenti specializzati per il sostegno che, con le nuove assunzioni, hanno lasciato la Sardegna per raggiungere le destinazioni assegnate: e questo, insieme ai tagli e alla cattiva gestione delle risorse, sta diventando “un vero e proprio cancro” per le famiglie degli studenti disabili che vivono nella nostra regione”: è l’’allarme che ci fa arrivare Manuela Serra, preoccupata per la “situazione drammatica, più che nel resto d’Italia – ci assicura – ricevo ogni giorno lettere di famiglie molto preoccupate, perché al figlio disabile manca l’insegnate di sostegno, o l’educatore, o il servizio di trasporto scolastico. Solo negli ultimi tempi, mi sono arrivate ben due segnalazioni da Nuoro: i dirigenti scolastici avevano chiesto alle famiglie degli studenti disabili di tenere i figli a casa, perché le scuole non erano più in grado di accoglierli e seguirli. Sono situazioni penose, che bisogna risolvere al più presto”, afferma Serra.
“I quaderni di mio figlio sono vuoti da due mesi”
E’ la denuncia della mamma di un ragazzo autistico di Sassari su La Nuova Sardegna: “Passa tanto tempo in un’aula insieme alla supplente dell’insegnante di sostegno. Ma lui ha il diritto di rimanere in classe insieme agli altri, l’autismo non è una malattia contagiosa”. Il problema, in questo caso, è che l’insegnante di sostegno è andato in pensione e ora non ce n’è uno in grado di comprendere i bisogni del bambino, che frequenta la terza elementare e “fino allo scorso anno – assicura la mamma – aveva la media del nove”. Ora invece, sempre più spesso la mamma deve correre a scuola a riprendersi il figlio, perché nessuno è in grado – pare – di gestire le sue crisi. “Lo hanno trasferito in un’aula isolata – racconta la mamma a La nuova Sardegna – nei giorni scorsi ho assistito a una scena penosa: un compagnetto è andato a trovarlo, non so cosa mi abbia trattenuto dallo scoppiare a piangere, sembrava un detenuto che riceveva una visita”. E’ a conoscenza del caso Manuela Serra e “ci sto già lavorando – assicura – ma purtroppo di storie come questa ce ne sono moltissime, nella nostra regione più che nelle altre. La Sardegna, con il suo statuto speciale, avrebbe potuto fare una legislazione specifica, ma il governatore non ha fatto nulla e così ora queste famiglie ne pagano le conseguenze: gli insegnanti specializzati se ne vanno e questi ragazzi restano privi di un sostegno qualificato. Una situazione che, in casi difficili come l’autismo, rischia di compromettere la stessa frequenza scolastica del ragazzo”.
Mal comune mezzo gaudio?
Il problema però non riguarda solo i #teppautistici, ma tutta la popolazione studentesca con disabilità. Tanti di loro, forse, tra un mesetto non sapranno neanche più come arrivarci, a scuola. Perché il servizio di trasporto scolastico non è mai stato affidato con regolare bando: per il momento è affidato a una ditta privata, ma l’appalto scadeva a novembre. Ci chiarisce le idee, per quanto sia possibile farlo, ancora Manuela Serra: “Esiste un fondo per questo – riferisce Serra – alimentato in parte dalla regione, in parte dalla provincia. Ma mentre la regione ha versato i suoi 1,2 milioni, la provincia pare non abbia stanziato nulla. Il trasporto degli studenti disabili della provincia di Cagliari è stato quindi finora affidato a una ditta privata, ma l’appalto sarebbe scaduto a novembre. Ora, proprio stamattina, l’assessora regionale all’Istruzione, incontrando una delegazione di genitori, ha assicurato che sarà prorogato fino a gennaio, ma è stata molto fumosa nel rispondere alle domande. E assolutamente incapace di garantire un servizio fino alla fine dell’anno. Da gennaio, questi ragazzi rischiano di restare a casa”, spiega Serra, che questa mattina ha accompagnato 27 genitori di 5 istituti di Cagliari in assessorato.
“Ad alcuni – continua Serra – è stato proposto un buono per il carburante, a patto che accompagnassero loro i figli a scuola: ma pochi di loro sarebbero in grado di farlo”, osserva Serra. Nulla di chiaro è stato invece detto riguardo alle risorse e a come queste siano stati utilizzate. “Il fondo in questione comprende trasporto e assistenza – spiega Serra – Ad alcuni genitori è stato chiesto di scegliere tra un servizio e l’altro. E questo è inammissibile”, commenta Serra, che nei prossimi giorni presenterà un’interrogazione parlamentare sul tema. E speriamo che, almeno questa volta, una risposta arrivi. E che, magari, sia anche quella giusta.