I “vampiri” della 104. Ovvero quei furbetti dei genitori di #teppautistici
Sembra un fatterello di poco conto, quello che ci racconta Domenico, papà di Luca, ventiduenne #teppautistico. Ma il caso è così emblematico da diventare drammatico: perché è semplicemente drammatico che tutto sia così complicato, per le famiglie dei #teppautistici.
E ancora più drammatico che i loro audaci genitori
debbano essere perfino additati come “furbetti”
o addirittura potenziali ladruncoli
I fatti, in breve, sono questi. “La stampante del pc di mio figlio Luca si è rotta e sono andato nel negozio di una nota catena per acquistarne una nuova. Arrivato al box fatturazione, dopo un’ora di fila, chiedo l’applicazione dell’Iva al 4% come previsto dalla legge 104. Su richiesta dell’impiegata, esibisco carta d’identità di mio figlio, tessera sanitaria, decreto legge 104 e prescrizione della Asl”. Ed è qui che iniziano i guai: la prescrizione riguarda infatti il “sussidio finalizzato all’elaborazione scritta e grafica”. Di qui, i sospetti e l’allarme della commessa: “Qui non c’è scritto stampante!”, obietta. “Cerco di spiegarle che è praticamente la stessa cosa – ci racconta Domenico – ma lei mi dice di dover chiedere al suo responsabile”. Dopo un po’ torna con il verdetto finale: “Non può applicarmi l’Iva al 4% perché la stampante è uno strumento propedeudico al pc, quindi avrei dovuto acquistare anche un pc. Io ribatto che, in quel caso, il certificato della Asl non andrebbe più bene e dovrei andare a rifarlo. E lei risponde soddisfatta: ‘E certo, è un’altra cosa!’. Provo a spiegarle che sta dicendo una scemata dietro l’altra, ma non c’è niente da fare. Alla fine lascio la stampante sul tavolo e me ne vado”.
Una storia senza lieto fine, anzi con un finale davvero amaro
Come l’amaro in bocca che resta a Domenico, non tanto per il fallimento della piccola commissione, quanto per il senso di frustrazione e per l’umiliazione subita: “Agli occhi delle altre persone in fila – ci riferisce – sono passato per il solito furbetto a cui è andata male”. E questo è davvero troppo! “L’Italia non si è mai fermata per i ladri e i truffatori- commenta, in preda a un’indignazione che non accenna a scemare – mentre per noi che siamo lavoratori dipendenti, per di più assistenti di persone bisognose, l’Italia è diventata un paese vampirescamente aguzzino che trova le facili scusette per fregare chi REALMENTE avrebbe bisogno di un sostegno, mentre trova tutte le scuse, che chiama leggi per coprire chi ruba e magna a più non posso”.
Quegli “approfittatori” con la 104
E non è solo la storia della stampante a suscitare lo sdegno di Domenico: “Chi come me lavora nel privato viene guardato come quello che si approfitta delle 24 ore di astensione da lavoro previste dalla legge 104. Ma ci sono pure realtà in cui i titolari costringono comunque i propri dipendenti a lavorare, ma si intascano dall’INPS i soldi delle 24 ore di astensione. Devo continuare? Meglio di no, perché probabilmente Renzi si sveglierebbe di soprassalto dal suo sogno e dovrebbe smettere poi di fare proclami molto somiglianti alla famosa PROPAGANDA di una settantina di anni fa”. Ma in quest’inizio d’anno, c’è anche la speranza: “Mi auguro che per noi che venga presto il momento di poter salutare calorosamente i nostri PASTORI e andare dove saremo trattati da persone e non sfruttati come mucche da mungere”.