Quanto sono bravi i "soldautistici" israeliani?
Il loro reparto si chiama 9900: un numero un po’ autistico, proprio come un certo numero di soldati che, da ormai più di anno, sono arruolati al suo interno. E considerati addirittura i suoi migliori elementi. Sì, perché in Israele non solo gli autistici non vengono riformati, ma sono onorati come “straordinari soldati” nel reparto 9900, corpo d’intelligence dell’esercito israeliano. Il programma in cui operano si chiama RR, che sta per Roim Rachock: significa “ben oltre gli orizzonti”.
#Teppautistici sul serio?
Ma perché tanto spazio e tanta considerazione per questi #teppautistici. Innanzitutto, è facile immaginare che non proprio di #teppautistici si tratti: saranno autistici ad alto, altissimo funzionamento, perché difficilmente un #teppautistico verace verrebbe sopportato più di qualche ora in un ambiente militare, per di più in costante assetto da combattimento, com’è quello israeliano. Molto adatti e particolarmente preziosi sono invece certamente alcuni colleghi ad alto funzionamento, visto che ciò che viene richiesto ben si presta alle loro capacità e attitudini. Il lavoro di questi soldati è infatti un lavoro di precisione: consiste soprattutto nell’interpretare le immagini 3D trasmesse dai satelliti di sorveglianza dell’esercito israeliano offrono immagini 3D.
Il soldato autistico che salva vite umane davanti al pc
Il portale “Gli Stati generali” racconta il caso di uno di questi soldati, che a 21 anni “lavora otto ore al giorno davanti a numerosi schermi del computer per analizzare tutte le immagini satellitari e trovare oggetti o movimenti sospetti. Ha un ruolo fondamentale nel prevenire la perdita di vite di soldati nei campi di battaglia in diverse situazioni. È un lavoro scrupoloso e altamente specializzato, che richiede lunghe ore di concentrazione e di costante attenzione ai dettagli, per analizzare ogni millimetro della posizione. Per molti sarebbe un lavoro noioso, per lui che ha invece lo spettro autistico, che spesso si caratterizza per una particolare reattività agli stimoli sensoriali o interesse per particolari dettagli dell’ambiente, questo lavoro è un hobby e molto rilassante”. Ed è anche un lavoro di grande, vitale responsabilità, visto che, sulla base delle informazioni raccolte da queste immagini, il reparto trasmette indicazioni e istruzioni direttamente ai comandanti, che di conseguenza prendono le loro decisioni strategiche. Al lavoro di eusto ragazzo e dei suoi colleghi, The Atlantic ha dedicato giorni fa un lungo articolo, in cui sono descritte anche le mansioni e le attività dei “soldautistici” israeliani.
“Un’opportunità per essere valorizzati”
Per il portale “Gli stati generali”, “far parte dell’esercito israeliano e partecipare ad una parte importante del proprio Paese è una occasione importante per questi ragazzi che eccellono in questa attività. È una opportunità per essere valorizzati delle loro particolari abilità ed essere integrati nella società israeliana”. C’è però da augurarsi che non sia la guerra l’unico ambito lavorativo e l’unica “occasione” di questi ragazzi.