Le mamme dei #teppautistici sono "eroine"?
Un esempio di “eroismo femminile” perché dedica la sua vita a difendere i diritti di due figli con autismo. E dei loro colleghi #teppautistici. Stefania Stellino, presidente di Angsa Lazio, riceverà domani il premio “Eudonna all’eroismo femminile”, con una cerimonia che si svolgerà presso la sede della Rappresentanza italiana della Commissione europea”: un riconoscimento prestigioso, insomma, conferito per il quinto anno consecutivo dal Movimento Federativo Femminile per l’Europa.
A darne notizia, “con molta soddisfazione e un pizzico di orgoglio”, è la stessa associazione diretta da Stellino, che così la commenta: “Quanti conoscono Stefania, sanno che questo premio è assolutamente meritato: il suo impegno e l’entusiasmo che mette per l’associazione, per la difesa dei diritti delle persone con autismo, per la famiglia e in particolar modo per i figli la rendono a pieno titolo una donna ‘eroica’”.
“Eroica io?! Piuttosto vittima”
Lei però non è tanto d’accordo: è bastato stuzzicarla un po’, chiederle sfacciatamente se si senta davvero eroica e se va fiera di questo riconoscimento, per scatenare tutta la furia di una degna mamma di #tettautistici. “Premiazione??? Eroismo??? Ma per cosa? Mi guardo allo specchio e ciò che vedo è una donna, una moglie, una mamma… Non avevo mai pensato a me come eroina per aver avuto in sorte due figli con autismo, per combattere ogni giorno per diritti troppo spesso calpestati, per dover affrontare ogni giorno una nuova battaglia tra burocrazia e ottusità del sistema, tra scuola e assistenza, tra leggi scritte e leggi disattese. Non eroina, forse più vittima”.
Eroismo quotidiano o lotta per la sopravvivenza?
E per dar forza al suo pensiero e trasformare quella rischia di essere una vana celebrazione in legittima rivendicazione, snocciola una serie di recenti aneddoti: schizzi di vita quotidiana e di quotidiana battaglia: “ vi racconto qualcosa velocemente fresco fresco: tanto lavoro per il progetto individuale, previsto dalla 328 del 2000, sì di ben 16 anni fa, e poi decade la consigliatura e…; SAVI, assistenza indiretta, due mesi senza contributi ed operatrici comunque regolarmente pagate; scuola, nuovo sostegno per Daniel al rientro dalle vacanze natalizie e quindi tutto il lavoro fatto fino a dicembre buttato alle ortiche, uno dei due sostegni di Nicole, appena nominato, assolutamente inqualificato ed inqualificabile e oserei dire ‘pericoloso’. E poi, ancora, scadenza della 104 di Nicole il 19 gennaio: siamo dovuti andare noi la scorsa settimana a sollecitare l’appuntamento per la revisione, che sarebbe dovuto arrivare per tempo. E potrei continuare all’infinito”. Eccolo, il vero “eroismo” di queste famiglie: “ invece che avere semplificata la vita, noi famiglie con disabilità siamo abbandonate al nostro ‘eroismo’ quotidiano, che io chiamerei più ‘lotta per la sopravvivenza’”.
“Ora tornerà a casa e inizierà a dare testate al muro.
E io sono distrutta, altro che eroina”
La pensano come lei anche altre mamme, interpellate rapidamente questa mattina: non sono certo un campione rappresentativo, ma è certamente significativo che nessuna di loro voglia sentirsi “eroica”: . “Siamo mamme come le altre, nulla di eroico ma solo grande amore”, assicura Chiara. “Io non mi sento eroica. Io mi sento una mamma che ha un figlio disabile. Non si è eroine perché ci si prende cura del proprio figlio. Gli eroi sono altri”, chiude Imma.“Noi non siano, eroine. Siamo solo donne costrette a vivere con l’autismo. Abbiamo abbracciato la croce perché non si sono altre alternative. Eroine, proprio no”, afferma Mariamonica. Che aggiunge: “Quando ci fanno quei bei complimenti, tipo: “è un dono di Dio”, “è un figlio speciale”, “sei da ammirare per la forza che hai” e tutte le belle parole di questo mondo, mi viene una rabbia dentro… Perché c è una bella differenza tra essere coraggiosi e dover per forza vivere in questo stato pietoso. Sono le 14 torno ora dal lavoro, già sono in tachicardia perché tra un po’ torna Roberto e comincerà a 1) mangiare, 2) saltare con i suoi 100 chili e più 3) dare testate al muro. Il solo pensiero, mi distrugge… Altro che eroina. Ma certo la forza la trovo e pure il coraggio. non perché sia eroica: solo perché amo Roberto e gli altri due figli più di ogni cosa al mondo”. L’ultima parola, ancora, alla “vincitrice del premio, Stefania Stellino: “Ringrazio, ma non mi sento un eroe solo una mamma come tante altre. Col coltello sempre fra i denti, anche mentre tenta di dormire”.