Ancora sevizie in un centro per disabili a Decimomannu. 14 operatori implicati
Per quanto tempo ancora dovremo vedere foto con aguzzini con i volti schermati che inveiscono contro le persone più deboli e bisognose di aiuto come i disabili? Dietro a foto come questa c’è viltà sofferenza e dolore. Ci sono pure vagoni di soldi pubblici che sarebbero destinati al benessere delle vittime non al profitto di chi su di loro lucra. Cosa significa? Menare è la regola? E’ questo l’ unico modello di “Dopo di noi” che dobbiamo aspettarci per i nostri figli? (GN)
Un nuovo caso di persone con problemi psichiatrici maltrattate picchiate e umiliate all’ interno di una struttura convenzionata e accreditata per occuparsi di loro.
Lo riporta oggi “L’unione Sarda” e sono 14 gli operatori del centro Aias (Associazione Italiana Assistenza Spastici) di Decimomannu che sono stati intercettati dopo le riprese con telecamere nascoste dai militari del Comando provinciale dei carabinieri e del Nas di Cagliari.
IL BLITZ DEI CARABINIERI
Aggiornamento da SARDEGNA LIVE (ore 19)
L’indagine, denominata “MISTREATMENT”, è stata avviata nell’ottobre 2014 dai Carabinieri della Sezione di P.G. presso la Procura della repubblica di cagliari e del N.A.S. di Cagliari, sotto la direzione del P.M. Dott.ssa Liliana Ledda, a seguito di una circostanziata segnalazione in cui venivano specificati alcuni comportamenti deplorevoli tenuti da personale sanitario nei confronti di ospiti del Centro A.I.A.S. di Decimomannu.
In particolare, i militari hanno appreso che nel Piano II “Psichiatria e Riabilitazione” del citato presidio, oltre a sussistere carenze igieniche generali, quotidianamente i pazienti ivi ricoverati, invece che essere accuditi amorevolmente, venivano abitualmente maltrattati, messi in fila semi vestiti o completamente nudi nel corridoio, uomini e donne senza distinzione sessuale, in attesa di essere lavati e frettolosamente asciugati, talvolta con uno stesso asciugamano per più utenti, venendo costantemente strattonati e sistematicamente vessati ed insultati dagli operatori di turno, nella più assoluta carenza dei basilari servizi assistenziali e con profonda privazione della loro dignità di persone e di degenti sofferenti di gravi patologie.
Sulla scorta delle risultanze emerse, il P.M. Dott.ssa Liliana Ledda ha delegato la citata Aliquota Carabinieri della Sezione di P.G. della citata Procura ed il citato N.A.S. di Cagliari, a svolgere attività tecnica, in particolare intercettazioni ambientali audio e video, presso il centro AIAS di Decimomannu, finalizzate a comprovare le notizie di reato apprese e che inizialmente sembravano essere riconducibili a soli 3 O.S.S..
Le osservazioni effettuate mediante l’attività tecnica d’intercettazione ambientale, hanno permesso di appurare che, non solo quanto riferito dall’esponente corrispondeva al vero, ma accadeva che altri operatori, oltre ai tre già attenzionati, svolgevano le ordinarie attività igieniche e di accudimento degli utenti, inveendo quotidianamente e sistematicamente contro di loro con insulti e vessazioni, talvolta anche inferendogli aggressioni fisiche del tutto gratuite e ingiustificate. Tali atteggiamenti si sono palesati sia attraverso comportamenti sgarbati, vessatori, offensivi e spesso violenti, sia nella noncuranza della dignità personale degli stessi utenti che, indistintamente dal sesso, venivano condotti insieme nei bagni per effettuare le docce mattutine e, in quel luogo, denudati, tenuti in attesa, prima e dopo le operazioni di igiene personale, in assoluta promiscuità, contravvenendo anche ai minimi principi di pudore e decenza.
Il 16 aprile 2015, quindi, i Carabinieri del NAS di Cagliari e della citata Sezione di P.G. avevano effettuato un accesso presso la struttura in questione, al fine di eseguire un’ispezione igienico-sanitaria, volta ad accertare le reali condizioni dei luoghi rispetto a quanto già visionato fino a quel momento e per acquisire documentazione utile per il prosieguo delle indagini.
Durante l’ispezione, è stato confermato quanto già evidenziato nel monitoraggio delle riprese audio e video, ovvero, che ogni mattina, dalle ore 06.00 alle ore 07.30 circa, come prassi consolidata, nel corridoio dov’erano state installate le telecamere, arrivavano 2 o 3 O.S.S., i quali, dopo aver preparato l’unico bagno assistito, comunicante con una camera di degenza, iniziavano le operazioni di igiene personale quotidiana degli ospiti.
A quel punto, quasi contemporaneamente, gli operatori facevano affluire nella stessa camera, pazienti uomini e donne, provenienti anche da altre stanze non presenti nello stesso corridoio, alcuni già denudati, altri che si spogliavano più o meno autonomamente nei pressi dell’ingresso del bagno, sostando così in attesa del proprio turno per entrare nella doccia. Il tutto, anche durante l’ispezione, era avvenuto in totale promiscuità.
Altri pazienti, non autonomi o in carrozzella, erano svestiti dal personale e, anche questi, venivano trattenuti nel corridoio, nudi, in attesa di entrare in bagno. Gli operatori provvedevano a rasare con lo stesso rasoio elettrico alcuni pazienti, eseguendo detta operazione facendoli stare in piedi o appoggiati al muro o seduti sulle carrozzelle.
I medesimi pazienti, dopo la doccia, uscivano dal bagno con un asciugamano sulle spalle: alcuni venivano vestiti nella camera attigua a quel servizio igienico, altri tornavano seminudi nelle loro stanze. Gli asciugamani utilizzati erano quasi sempre gli stessi per tutti i degenti.
L’ispezione ha permesso di constatare che le modalità di accudimento degli ospiti nell’ala delle donne, ovvero quella monitorata dalle telecamere, erano le stesse adottate nell’opposta ala degli uomini.
Successivamente all’ispezione sono state, inoltre, avviate intercettazioni telefoniche verso alcune utenze d’interesse, il cui monitoraggio è risultato rilevante ai fini investigativi.
A conclusione dell’indagine, il P.M. titolare dell’indagine ha ritenuto opportuno richiedere delle misure cautelari nei confronti dei 3 indagati iniziali, cui si sono aggiunte altre 11 persone che, a vario titolo ed in concorso tra loro, sono state ritenute colpevoli dei reati di omissione di atti di ufficio, percosse, omissione di referto, maltrattamenti e lesioni personali.
Il G.I.P. del Tribunale di Cagliari, Dr. Giampaolo Casula, ritenendo fondate le motivazioni addotte dal P.M., ha, quindi, emesso un’Ordinanza Applicativa di Misure Cautelari con sospensione dell’esercizio del pubblico servizio per mesi 6 nei confronti di 14 persone, tra le quali spiccano due dirigenti, personale infermieristico ed O.S.S..
E mentre si attendono notizie più dettagliate, non si fanno invece attendere i commenti sdegnati, accompagnati dalle proposte e dalle dichiarazioni d’intenti. Tra i tanti, c’è Vanna Iori, deputata Pd e responsabile nazionale del partito per l’infanzia e l’adolescenza: “E’ inaccettabile quello che e’ avvenuto all’interno del centro di cura Aias di Decimomannu – riferisce – Per fortuna l’esposto di un dipendente ha fatto scattare l’intervento delle forze dell’ordine, ma e’ evidente che queste vicende riprovevoli vanno prevenute e sanzionate severamente. Questo episodio, cosi’ come altri che hanno caratterizzato purtroppo le cronache recenti, mette in evidenza la necessita’ di un controllo costante sulle attivita’ degli operatori all’interno delle strutture di accoglienza: se dietro ai comportamenti violenti si cela una professionalita’ scarsa o nulla e’ evidente che queste persone non possono ricoprire le mansioni richieste per la tipologia di strutture che ospitano persone in condizione di fragilità – aggiunge – La cura delle persone che soffrono di una disabilita’ fisica o psichica richiede professionalita’: l’improvvisazione, al contrario, puo’ essere il preludio alla messa in atto di comportamenti violenti. Sono convinta – conclude – della necessita’ di una formazione e selezione piu’ rigorosa nella scelta del personale e dell’allontanamento immediato nei casi in cui si tradisca il proprio mandato professionale verso coloro che hanno bisogno di una cura autentica”.
È indignata anche la Senatrice Manuela Serra del Movimento 5Stelle, soprattutto in quanto sarda, insegnante di sostegno e sempre attiva sul tema della disabilità: “Sono stati chiusi i centri di internamento per malati mentali grazie ad legge 180 del 1978 -L. Basaglia- riconoscendo ai malati il diritto ad “un’adeguata qualità della vita”. A quasi 40 anni di distanza la “qualità della vita” delle persone con disabilità e disturbi è e rimane, caratterizzata da vessazioni e violenze di ogni genere. Quasi quotidianamente leggiamo di centri che fanno dell’accoglienza carta straccia, e la vita delle persone ospiti è caratterizzata da violenze inenarrabili. Luoghi dove il personale che ci lavora utilizza i maltrattamenti e le angherie come unico sistema di gestione. Mi chiedo quando e se mai si arriverà a considerare questi esseri umani degni di rispetto e dignità.”
“Nessuna tolleranza verso gli operatori di strutture socio assistenziali che maltrattano anziani, disabili e malati. I Carabinieri del Nas stanno lavorando in modo straordinario, con controlli quotidiani che rendono di grande efficacia la task force che abbiamo istituito nel luglio del 2013 al ministero”.Lo dichiara il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dopo i 14 provvedimenti di sospensione per gli operatori dell’Aias di Decimomannu, protagonisti di maltrattamenti a danno dei malati.”Le indagini su una singola struttura – prosegue Lorenzin – hanno fatto luce su questi comportamenti di inaudita gravità, mentre in tutta Italia proseguono controlli e perquisizioni. Con la task force i cittadini hanno trovato un punto di riferimento. Le segnalazioni che arrivano su presunti abusi sono testimonianza della fiducia che nutrono nelle istituzioni e nel lavoro dei Nas, che ancora una volta ringrazio per il grande impegno. Come già ricordato lo scorso 8 febbraio, in seguito ad una analoga operazione condotta in una residenza per anziani, auspico l’accelerazione dell’esame al Senato del Ddl che porta il mio nome e che, tra i provvedimenti, prevede l’aumento di un terzo della pena per gli autori di abusi nei confronti degli ospiti delle strutture socio sanitarie”.”Dopo migliaia di controlli effettuati in oltre due anni di lavoro, credo sia quello – conclude il ministro della Salute – un altro provvedimento importantissimo che dobbiamo” attuare “a difesa dei cittadini più fragili”.