Lo spot Rai dell'autismo non fa a meno del cuore di mamma
Ancora un cuore di mamma che apre la fortezza invisibile. L’ autismo è ancora visto come una bolla che si apre solo con l’ amore di una mamma. Lo spot ufficiale della giornata del 2 aprile è poetico e ben realizzato, vincerà premi e commuoverà persone. Purtroppo ancora una volta ribadisce il perverso teorema del rapporto tra autismo e mamma poco amorevole. E’ una lettura discriminante e priva di ogni fondamento scientifico, probabilmente riuscirà a comunicare tenerezza e solidarietà, ma sintetizza un messaggio sbagliato e rischioso per le famiglie con bambini autistici. Non è la bomba affettiva della mamma “scongelata” che recupera un rapporto di genuina maternità e quindi guarisce. L’autismo si combatte con le terapie che hanno evidenze scientifiche, con costanti e specifiche pratiche abilitative, poi l’ amore non guasta, ma noi genitori lo diamo per scontato non serve che ci spieghi la Rai che dobbiamo metterci il cuore, ci mettiamo già cuore, fegato, occhi, braccia gambe e palle (chi ce l’ ha….) Gianluca Nicoletti
Si intitola “Autismo – Conoscere vuol dire comprendere” la campagna di comunicazione commissionata dalla Rai in occasione della scorsa Giornata mondiale della consapevolezza sull’Autismo. L’agenzia italiana che l’ha realizzato, la Lightcut Film, è tra le finaliste nella categoria Out of house ai Promax Europe Awards, importanti riconoscimenti dedicati al marketing e alla creatività televisiva, che saranno assegnati il prossimo 15 marzo a Barcellona. Lo spot, realizzato in animazione tradizionale e motion graphic 2D, ideato e diretto da Andrea Tubili, è in corsa anche nella sezione Documentary or Factual Entertainment Programme Spots.
I maligni già dicono che lo spot si sia “molto ispirato” dal poetico “Mon petit frère de la lune” di Frédéric Philibert. In effetti….Chi ha curiosità controlli da QUI