Francesca, la donna senza mimosa che ferra i cavalli e doma i teppautistici
Chissà se oggi Francesca Ripaldi riceverà una mimosa. A pensarci bene, forse neanche la gradirebbe, lei che ama gli strani mondi e per questo è, a pieno titolo, nostra amica. Due strani mondi ama, in particolare: quello dei teppautistici e quello dei ranch.
“Ho studiato veterinaria e trovo nei ragazzi autistici
quell’istintualità tipica degli animali”
Ci dice senza timore che qualcuno si offenda, perché quello che dice è vero e sacrosanto. Quell’istintualità dei teppautistici che mette paura a tanti attira lei, che sa come governarla, conosce le prese e le tecniche e ama le sfide. Sì, non è decisamente una donna da 8 marzo Francesca, che la mattina va a ferrare i cavalli delle carrozzelle romane a testaccio, unica apprendista maniscalco in Italia. E poi, subito dopo, va a domare enormi #teppautistici, aiutandosi con la sapienza che le viene da anni di arti marziali. E poi, balla il tango per provare quella “bella sensazione di lasciarsi andare in un abbraccio, farsi guidare, abbandonarsi”, ci dice. Lei, che è abituata a condurre, nella Milonga molla la presa, lascia le redini e dimentica per un po’ la fatica, qualche volta pure la paura che i #teppautistici a volte le procurano.
Come quel giorno a piazza Bologna, quando Andrea, l’enorme #teppautistico che le era stato assegnato dalla sua cooperativa – che è la stessa di Marco il tatuato, per intenderci – prese a sbattersi la testa contro il muro, sotto gli occhi increduli dei passanti. E lei che cercava di bloccarlo, afferrandogliela tra le mani per attutire i colpi, fu fraintesa da chi la vedeva e “mi ritrovai con un signore anziano che mi prendeva a bastonate sulla schiena. Dieci minuti di bastonate, finché non arrivò la polizia, fu chiamata la mamma e Andrea fu riportato a casa. Pochi giorni dopo provò a infilzarmi un occhio con una forchetta: anche in quel caso, devo ringraziare le arti marziali se riuscii a schivare il colpo e a salvarmi l’occhio”.
Diventata mamma molto presto, oggi Francesca ha 44 anni e una figlia di 20. Ha iniziato a lavorare dopo la separazione dal compagno, “mi arrangiavo con i lavori che trovavo, perché dovevo mantenere me e mia figlia. Poi una mia amica, che mi conosce molto bene ed è formatrice Aba, mi ha consigliato di provare questa strada. Ho frequentato un corso come tecnico comportamentale Aba per un anno. Un bell’impegno, tutti i week-end, dalla mattina alla sera. Finito il corso, mi hanno subito affidato il primo caso: un caso difficilissimo, Andrea appunto”.
Francesca non è un’eroina, ma una donna “tosta” che si trova accanto, per scelta o per destino i più “
tosti” dei #teppautistici. Per questo, è a lei, decisamente anticonvenzionale, che vogliamo dedicare questa “Festa della donna”. A lei che fa due lavori “non per donne”: il primo, quello con i #teppautistici, perché richiederebbe la forza e il coraggio che la nostra stereotipata visione attribuisce più ai maschi che alle femmine. “Ma, di fatto – ci racconta Francesca – accanto ai ragazzi disabili ci sono molte più operatrici donne che operatori uomini. Anche se è faticoso e a volte perfino pericoloso avere a che fare con ragazzi che hanno crisi di violenza verso gli altri o verso se stessi: tante mie colleghe hanno paura, ma io no, io sento che sono in grado di governarli e mi piace mettermi alla prova. Per questo, mi assegnano sempre i più grossi e i più difficili. Sono piccola, ma ho una buona prestanza fisica”. E poi c’è l’altro “mestiere”, quello da maniscalco: “sono l’unica donna in Italia a fare questo lavoro. Per ora, in verità, sto solo imparando, ma in futuro potrebbe diventare una buona fonte di reddito. Però non vorrei scegliere se continuare a fare l’operatrice o la maniscalca: mi piace fare cose diverse, mi aiuta a tenere alta la motivazione”. E poi, tra serrare cavalli e accompagnare giganti autistici alla conquista del mondo, c’è una bella e interessante coerenza…