Trattamento farmacologico dei disturbi del sonno nell’autismo
I disturbi del sonno sono molto comuni in bambini e ragazzi con disturbo dello spettro autistico e ciò comporta ricadute sul comportamento durante le ore di veglia e sulla qualità della vita. Uno studio recentissimo pubblicato sulla rivista “Pediatrics”, analizza le difficoltà del sonno in relazione all’uso di farmaci. Sono stati sottoposti a tale studio 1518 bambini di età compresa tra i 4 e i 10 anni, provenienti da tredici centri, in un arco di tempo che va da aprile 2008 a dicembre 2013.
I dati raccolti dallo studio provengono dall’Autism Speaks Autism Treatment Network (ATN), che coinvolge diversi centri del Nord America che si occupano del trattamento dei bambini con ASD. Ad ogni visita (una all’anno per tre anni consecutivi), il medico compilava un documento, chiamato registro delle diagnosi e dei problemi, basato sui criteri dell’ICD-9 (International Classification of Diseases, Ninth Revision). Contemporaneamente ai genitori, veniva somministrato il questionario CSHQ al fine di valutare eventuali difficoltà di addormentamento, ansie legate al sonno, durata del sonno, risvegli notturni. Nel questionario un punteggio totale ≥ di 41 è stato indicato, come soglia clinica, per definire i disturbi del sonno sulla base di precedenti studi di validazione clinica.
Il sonno è stato al centro di molti altri studi da parte del gruppo ATN in quanto è fonte di notevole preoccupazione per i genitori, soprattutto nella fascia di età che va dall’età prescolare fino all’adolescenza. In un’indagine precedentemente condotta è stato sottolineato come una ridotta quantità del sonno fosse associata a maggiori problemi comportamentali, internalizzanti ed esternalizzanti, e ad uno scarso sviluppo delle capacità adattive. Un’altra analisi mette in evidenza che questi bambini presentano maggiori difficoltà legate ad iperattività, problemi sensoriali, comportamenti auto-stimolatori, aggressività e qualità della vita inferiore rispetto ai controlli.
E’ bene sottolineare come le cause dei disturbi del sonno nei bambini con ASD siano spesso complesse e multifattoriali. Ad esempio, i disturbi del sonno possono essere correlati a concomitanti condizioni mediche (per esempio, epilessia o reflusso gastroesofageo): questi possono essere difficili da individuare in un bambino con ASD, anche a causa della ridotta capacità comunicativa. Inoltre le comuni cause riscontrate in bambini a sviluppo tipico (per esempio scarsa igiene del sonno, insonnia comportamentale) possono essere presenti in bambini con ASD ed essere esacerbate dalla difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti o a causa della scarsa comprensione delle aspettative genitoriali legate al sonno.
Tuttavia, sino ad oggi, non è stata esaminata la relazione esistente tra le preoccupazioni dei genitori, relative ai disturbi del sonno emerse utilizzando i questionari e quelle riportate dai medici. Ciò che emerge da questo studio è che i genitori riportano maggiormente le preoccupazioni riguardo al sonno sia sui questionari che direttamente al medico e che l’uso di farmaci che favoriscono l’addormentamento sarebbe associato ad una peggior qualità della vita. I farmaci principalmente usati per trattare i disturbi del sonno sono: gli alfa-agonisti, la melatonina, gli antidepressivi, antistaminici, gli antipsicotici atipici, le benzodiazepine, i betabloccanti, gli integratori del ferro e gli integratori vitaminici.
Dallo studio emerge come al 30% dei bambini sia stato diagnosticato un disturbo del sonno conseguentemente alla consulenza del medico, mentre dal questionario compilato dai genitori è il 71% dei bambini che presenta questa problematica. Quest’ultimo risultato è in linea con i precedenti studi effettuati in questo settore che riportano un tasso di prevalenza compreso tra il 50% e l’80%. La discrepanza ottenuta sui tassi di prevalenza, a seconda che sia il medico o il genitore ad attenzionare la problematica del sonno, merita delle riflessioni: sicuramente una spiegazione potrebbe essere il periodo di tempo limitato a disposizione del medico durante la visita per cui il genitore, a causa dei molti bisogni dei bambini con ASD, potrebbe non evidenziare le preoccupazioni del sonno a favore di altre esigenze preminenti, oppure i genitori potrebbero omettere le loro preoccupazioni sulle difficoltà legate al sonno poiché le considerano come parte della sintomatologia core dell’autismo.
I risultati di quest’analisi riportano che il 46% di questi bambini fa uso di farmaci (il 37% ne prende uno per dormire, il 7% ne prende due, il 2% tre e meno dell’1% ne prende quattro). Inoltre nei bambini che assumono farmaci i risultati ottenuti nelle scale del test CSHQ che misurano l’insonnia risultano statisticamente significativi, mentre dall’analisi dei punteggi ottenuti dagli altri questionari si evidenzia una peggiore qualità della vita, maggiori problemi comportamentali e maggiore irritabilità. Quindi c’è da domandarsi se i farmaci per il sonno non stanno trattando con successo i disturbi del sonno o se non risultano efficaci nel determinare un cambiamento comportamentale e della qualità della vita. Un’altra domanda cruciale è quali altri trattamenti possono essere associati all’utilizzo di farmaci: sembrano avere efficacia gli interventi comportamentali e il parent-training che sottolineano l’importanza della “routine dell’addormentamento” e valorizzano l’importanza di creare un ambiente adeguato per favorire l’addormentamento.
In futuro sarebbe necessario impostare studi che includano dati longitudinali per stabilire la relazione tra l’uso di farmaci e la diagnosi del sonno. Bisognerebbe inoltre stabilire quanti bambini con disturbi del sonno ricevono un trattamento comportamentale in combinazione con l’utilizzo di farmaci.
In conclusione, quindi, questi risultati indicano come l’uso di farmaci per il sonno sia comune nei bambini con ASD. Poiché molti di questi possono avere effetti collaterali è necessario approfondire e definire percorsi di screening e interventi specifici legati al sonno, coerentemente con l’attuazione di linee guida apposite, secondo i criteri stabiliti dai manuali diagnostici, per aumentare la sensibilità della diagnosi clinica dei disturbi del sonno nei bambini con ASD.
Traduzione e commento curato per AIRA da
Flavia Cannella e Laura Maria Fatta
Neuropsichiatria Infantile Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma
Qui scarica l’articolo originale da Pediatrics 2016
Questo contributo scientifico è curato da ricercatori dell’AIRA il primo network per la ricerca e la clinica sull’autismo in Italia.
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