Il teppautistico Tommaso e i suoi cani
Irene mamma di Tommaso, oltre al figlio ha per casa due cani. Il terzetto alla fine si autosostiene e si fa reciproca compagnia. Irene ci racconta la sua giornata tra cani e autistici.
Posso confermare quello che si legge da un po’ di tempo: un cane nella vita di un bambino/persona autistica ricopre un ruolo molto positivo e importante.
Mio figlio Tommaso ha due cani: Panna, meticcia dal colore da cui prende il nome, ha seguito lui e il padre sulla pista ciclabile più di 10 anni fa ed è, di fatto, il cane di Tommaso che lo porta fuori insieme al padre o alla sorella, quando sta a casa del papà, riuscendo a governarlo perfettamente.
Poi c’è Argo, cane Corso di proprietà di mia figlia Giulia, ma diventato il cane di famiglia a casa mia. All’inizio è stato interessante vedere come interagivano i due giganti: si studiavano, cercando di capire chi/cosa fosse l’altro. Tommaso ama gli animali, ma non gli piacciono i cani piccoli e quelli che lo annusano troppo o gli leccano i piedi, deve essere lui a prendere l’iniziativa, insomma. Argo, dopo un primo momento di incertezza sulla natura del suo interlocutore dal quale non riceveva comandi verbali, si è lasciato conquistare dalle coccole silenziose.
Uno dei momenti più belli è stato quando ho beccato Tommaso seduto sul divano al fianco di Argo che lo accarezzava e il cane in estasi. Da allora il rapporto tra loro si è consolidato al punto tale che spesso durante la pennica del pomeriggio si verificano le due scene seguenti: prima possibilità, Tommaso si stende sul suo letto e si appennica, arriva Argo che, nonostante la sua mole da 50 chili, in punta di zampe sale sul letto, senza svegliarlo, e si acciambella nello spazio lasciato vuoto dal metro e 85 di Tommy. Si mettono, in pratica, a incastro e ben presto i due ronfamenti si sovrappongono e diventano uno solo; seconda possibilità: Argo è stato più veloce e si è spaparanzato sul letto, allora Tommaso si mette seduto vicino a lui senza disturbarlo o mandarlo via.
Il rapporto con i cani di Tommaso continua alla fattoria sociale che frequenta. Nelle attività è compreso portarli a spasso ed è stato riscontrato che anche durante le stereotipie Tommaso riesce a non mollare il guinzaglio e a continuare a governarli. Anzi, probabilmente il fatto di avere la responsabilità dei cani lo frena anche nelle stereotipie.
Esiste la possibilità di ottenere un “cane sociale da assistenza” anche per le persone autistiche, ma per il momento le pratiche, come tutte le cose nel nostro Paese, sono lunghe e dispendiose. Forse si potrebbe pensare di organizzare qualcosa, magari accordi tra associazioni di ragazzi autistici, canili e operatori canini per fare una buona azione multipla: togliere dei poveri cani dai canili e offrire a bambini e persone autistiche un nuovo amico e un aiuto che li impegni anche nella routine giornaliera.
In fondo il cane è abitudinario, durante la giornata fa sempre alcune cose più o meno agli stessi orari, passa molto tempo in casa e impara in fretta. Non sottovalutate il potere dell’amore di un cane e le capacità affettive e organizzative dei nostri teppautistici. I risultati potrebbero sorprendervi.
Irene Gironi Carnevale