La vittima del rogo del San Camillo: un autistico anziano senza assistenza?
Nella notte scoppia un incendio all’interno del reparto di uno dei più grandi ospedali d’Italia: il San Camillo di Roma. Prende fuoco il letto di un paziente che non ha scampo perché immobilizzato per via dell’amputazione di un piede. L’allarme parte proprio dal suo vicino. Sulle dinamiche precise di ciò che è accaduto stanno indagando forze di polizia e ministero della Salute, ma a noi interessa il profilo che si sta delineando della vittima. Gheorge Andani, 64 anni, moldavo, la direzione della struttura sanitaria ha aggiunto “affetto da disturbi cognitivi”, facendo quasi intuire sospetti sulle responsabilità involontarie dello stesso a causare il rogo. Un teppautistico anziano? Se così fosse perché lasciato solo e anche senza possibilità di muoversi a causa della sua disabilità fisica.
Al momento sono solo ipotesi, ma nel caso dell’incendio che la scorsa notte ha distrutto una stanza dell’ospedale San Camillo di Roma, rendendo inagibile un intero reparto, colpisce la descrizione dell’unica vittima. Gheorge Andoni aveva 64 anni, di origine moldava, era in ospedale a causa dell’amputazione di un piede. Le fiamme pare si siano sprigionate proprio da sotto il suo letto. Così racconta il paziente che era con lui nella stanza. Alcuni infermieri hanno dichiarato che era stato sorpreso più volte a fumare in stanza, tanto che si è vociferato di una cicca spenta male, mentre secondo altri sul letto della vittima “c’era una coperta di pile”, materiale altamente infiammabile.
Più di una testimonianza, tra cui quella della direzione dell’ospedale, conferma però che soffrisse di problemi mentali: “era ricoverato dopo un intervento di tipo neurochirurgico ed era affetto da gravi disturbi cognitivi.”
Sabato sera Andoni avrebbe ricevuto la visita della figlia e di altri due familiari, pare che ci sia stata una discussione. Proprio domenica, primo maggio, quest’anno, ricade poi la Pasqua ortodossa. Alla vigilia la tradizione vuole che si accendano lumini. Gli investigatori stanno verificando se siano stati introdotti anche nella stanza della vittima.
La direzione sanitaria ha escluso cause legate alle peculiarità del luogo in cui sono divampate le fiamme. “Il letto dove si trovava il malato deceduto era di tipo manuale e come di norma con materasso ignifugo. Nella stanza non erano presenti apparecchiature medicali.“
Eppure per Gheorge Andoni non c’è stato nulla da fare. Qualche giornalista ha supposto che forse non si è nemmeno accorto delle fiamme; c’è chi invece ha ipotizzato che, bloccato dall’amputazione, non sia riuscito a muoversi e quando il fumo lo ha avvolto per gli infermieri e il personale fosse impossibile aiutarlo. Resta il dubbio sul perché un paziente con gravi problemi mentali, addirittura sorpreso a fumare sul suo letto, venisse lasciato solo nella sua stanza, senza controlli.
E’ il triste destino che si riserva ai teppautistici quando invecchiano?
Aspettiamo gli esiti delle indagini e ci uniamo al dolore per la morte di Gheorge Andani.