Alla ricerca di Daniele #autisticoperso a Roma
Sono giorni che a Roma stanno cercando Daniele, il ragazzo autistico che si è perso a Roma dalla mattina del 10 giugno. L’ ultima segnalazione è del 12 giugno in via Pier Vettori nella zona San Camillo. Indossava una maglietta blu a righe orizzontali, pantaloncini viola e scarpe da ginnastica blu della Kappa con lacci arancioni.
Le segnalazioni possono essere fatte ai numeri: 328 866 5808- 349 861 6172
Daniele Potenzoni è un ragazzo autistico verbale di 36 anni. Occhi castani, capelli rasati, è alto circa un metro e ottanta. Era venuto a Roma per vedere il Papa da Pantigliate, piccolo Comune in provincia di Milano. Insieme a un gruppo di 14 ragazzi disabili, accompagnati da tre educatori del Cfp di Borgo Lombardo, avrebbe dovuto partecipare all’udienza di Bergoglio in Vaticano.
Ma all’ingresso della metro A a Termini il mercoledì c’è sempre una folla impressionante diretta a Ottaviano, fermata accanto al Vaticano. In quel casino Daniele resta a terra mentre gli altri salgono e da allora di lui non si è saputo nulla. Mi sembra di aver capito che avrebbe bisogno di farmaci che non prende da cinque giorni e quindi è ancora più urgente trovarlo. Alla Polfer sarebbe stato riferito da qualcuno che il ragazzo avrebbe chiesto informazioni per la Stazione Termini.
Nella speranza che tutto finisca presto e bene, e Daniele torni a casa sua sano e salvo, non posso fare a meno di fare una riflessione su quanti siano i casi simili, di persone con autismo che si perdono per strada, che si leggono nelle cronache. Non solo in Italia, ma da tutto il mondo si può leggere di bambini, ragazzi o uomini che si smarriscono durante viaggi, vacanze, escursioni. Evidentemente la loro parziale autonomia fa abbassare la soglia di attenzione agli accompagnatori e può avvenire che ci si accorga troppo tardi della scomparsa.
E’ una delle mie peggiori ossessioni quella di perdermi mio figlio, o che qualcuno a cui lo abbia affidato possa perderselo. E’ un rischio concreto per qualunque autistico, pochi mesi fa fui chiamato dalla polizia di un’ importante città italiana perché avevano ritrovato un ragazzo autistico che si era perso il padre, non sapendo chi chiamare pensarono di cercare me in quanto noto padre di autistico. Per questa ragione più volte ho cercato di attivare amici tecnologicamente avanzati per mettere a punto un dispositivo wearable che permettesse di tracciare l’ autistico nei suoi movimenti. E’ chiaro che andrebbero affrontati un bel po’ di problemi, primo quello della privacy del soggetto. Di fronte però all’angoscia di un essere umano particolarmente fragile che scompare non è detto che potrebbe essere trovata una soluzione.
Con adeguati partner vorremo sviluppare un progetto che ha già avuto nelle singole componenti varie forme di sperimentazione, ma può essere specializzato con un’ integrazione software/hardware irata alla creazione di un nuovo “oggetto” che dovrebbe diventare una piccola “protesi cognitiva” che il ragazzo autistico dovrebbe portare con sé. Il dispositivo avrebbe la duplice funzione di fornire rapidamente informazioni vitali sul soggetto che lo “indossa”, nel caso si trovasse in una situazione di emergenza lontano da educatori o genitori in grado di fornire dati specifici sulla sua patologia. Allo stesso tempo il dispositivo avrebbe la funzione di “geolocalizzare” il soggetto autistico, fornendo a tempo reale una mappatura dei suoi movimenti e (in una fase più avanzata) anche alcuni parametri biomedici.