Buco Nero

Dopo le 20 non più disabili per strada…

E’ abbastanza frequente trovare lo stallo riservato al proprio figlio disabile occupato. Le battaglie che ho fatto per cercare di diffondere sensibilità verso quelle strisce gialle penso mi abbiano reso indigesto sufficientemente, soprattutto a chi pensa che dovrei darmi una calmatina e chiudere un occhio.

Infatti stasera ero calmissimo, non avevo impegni, Tommy era tranquillo con l’ amico Bobone. Per questo quando ho visto verso le 22.00 quel bel gippone Range Rover, con i vetri impenetrabili allo sguardo, spaparanzato nel nostro stallo non mi sono arrabbiato come sono solito fare. Ho parcheggiato accanto, ho fatto la foto, l’ ho twittata ai vigili di Roma, così tanto per lasciare traccia, e ho deciso di aspettare.

Qualcuno dirà che potevo andarmi a cercare un altro posto, una volta che Tommy era sistemato…Invece ho aspettato, era una bella serata, la prima dopo il vero rientro dei romani dalle vacanze. Siccome non avevo nulla da fare di impellente volevo togliermi lo sfizio di vedere chi avesse potuto parcheggiare una macchina, così opulenta, in un posto così sfigato, ma solo per trarre gli ultimi elementi che ancora mi mancano per definire l’ algoritmo del perfetto occupatore spavaldo di stalli per disabili.

E’ valsa la pena credetemi…L’ ho individuato da lontano, era un signore elegante sui 65 con la nivea chioma da viveur d’antan, molto cavallerescamente dava il braccio a una molto bella signora con i capelli sciolti, abbronzatura perfetta, lungo abito folk-chic. A naso se avessi dovuto fare una valutazione  avrei detto un civilissimo professore universitario e una sua amica, entrambi di etnia Roma nord acquisita,  che erano andati a cena in uno dei ristorantini di Prati, discreti, fuori dal tourbillon della volgarità post vacanziera che gira ancora in pianelle.

I due tergiversavano e esitavano ad avvicinarsi perché evidentemente la mia auto parcheggiata a un centimetro dalla loro portiera non annunciava nulla di buono. Poi ce l’ hanno fatta…E si sono accostati. Io in verità aspettavo da un’ ora o poco più e la mia calma era lievemente scemata. Mi sono limitato a comunicare al bel signore, che aveva aperto la portiera del passeggero per far accomodare la sua compagna (conosce le buone maniere non c’è dubbio), che ero veramente curioso di vedere che faccia potesse avere una persona che fosse così incivile da parcheggiare il quel posto.  Preoccupandomi naturalmente di assicurarmi se avessero mangiato bene e con la necessaria calma.

Il signore  invece mi rispose molto civilmente, con voce pacata e accento lievemente palermitano colto. Senza nemmeno distogliere lo sguardo dal proprio naso, mi dice secco che non aveva visto che il cartello indicava una concessione. Ho chiesto a quel punto cosa avrebbe cambiato se fosse pure stato un semplice parcheggio per disabili, dal momento che lui non aveva nessun contrassegno che gli desse il diritto di usarlo.

La sua risposta è stata la peggiore ammissione della bestiale ignoranza che può affiorare anche in un tipino così acchittato e dall’eloquio così forbito e garbato,  quando il tema è il diritto dei disabili ad avere una propria vita.

Se fosse stato un parcheggio per disabili senza concessione dopo le 20 può essere occupato da chiunque, lo dice la legge…

Ho esitato solo un nanosecondo perchè il signore mi sembrava sinceramente convinto, poi naturalmente ho dato quasi il peggio di me. Me ne dispiaccio, mi detesto quando faccio l’ attaccabrighe, ma fu solo perchè l’azzimato insisteva nella sua tesi, soprattutto non dando segni di scomporsi alla mia evidente incazzatura. Lentamente ha fatto retromarcia e serenamente se ne è andato verso ponte Milvio, dove la movida resuscitata immagino lo avrà corroborato dalla mia tanta volgarità.

La mia riflessione è questa. O l’ azzimato ha buttato giù la prima cazzata che gli è venuta in mente per non sfigurare di fronte la sua dama impietrita, dopo aver visto che non bastava certo dirmi che si scusava…

Nel caso ci sta, potrei citarne anche di migliori in quanto a fancazzole, ma troverei molto più grave che una persona di evidente cultura, che gira con un’ auto da 70.000 euro,  fosse veramente convinta che la legge possa stabilire che dopo le 20 inizi il coprifuoco per i disabili.

Se un essere umano di fascia alta può veramente pensare che sia possibile stabilire un principio per cui chi è disabile dopo le 20 è meglio che stia a casa e non vada per strada, devo necessariamente capitolare dal mio proposito di continuare ad arrabattarmi sperando che la cultura nei confronti dei più fragili della nostra società possa veramente cambiare. Tutto il resto è chiacchiera…

Gianluca Nicoletti

Giornalista, scrittore e voce della radio nazionale italiana. E' presidente della "Fondazione Cervelli Ribelll" attraverso cui realizza progetti legati alla neuro divergenza. E' padre di Tommy, giovane artista autistico su cui ha scritto 3 libri e realizzato due film.

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