Gabriella parla di autismo ai ragazzi di Molinella
Gabriella continua imperterrita a portare il suo fantastico monologo in giro per l’ Italia. Tutte le volte che a noi autistici capita di parlare a dei ragazzi nelle scuole ci si apre il cuore. E’ forse un’ impressione, ma i nostri °teppautistici sono visti con meno pregiudizi e più serenità dai loro coetanei che conoscono i disagi dell’adolescente, e quindi capiscono cosa significhi sentirsi diversi dal resto del mondo, piuttosto che dagli adulti tenacemente neurotipici.
Tutti gli alunni – in situazione di handicap anche grave – hanno diritto a frequentare le classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado.
È una frase estrapolata dall’ex art.12 legge 104/92 con la quale si attesta l’integrazione scolastica. Nessuna scuola può rifiutarsi di accettare l’iscrizione di un alunno disabile, sia che si tratti di asilo o di università.
A voler cavillare questo diritto a frequentare la dice lunga poi sulla qualità dell’inclusione e l’alunno disabile si trova a passare il tempo tra aula, corridoio, palestra e stanza di contenimento con il solito pianoforte o videoregistratore.
Siamo ancora al Medioevo in molte scuole italiane e l’incapacità di offrire un servizio educativo realmente sensato viene attribuita alla mancanza di fondi, tiritera che ho personalmente ascoltato durante gli anni di scuola di Benedetta.
Non avrei mai immaginato di scoprire a 56 anni, dopo infinite battaglie e bocconi amari ingoiati a fatica, che in alcune scuole secondarie l’alunno disabile ha ben 4 insegnanti di sostegno. Devo essere sembrata alquanto strana – con gli occhi sbarrati e la bocca aperta – a chi me lo diceva tranquillamente perché questa è la normalità.
Nelle scuole del Comune di Molinella (BO) funziona così, da sempre. È vero però che ci si trova in Emilia Romagna, regione che è venti anni avanti rispetto al resto dell’Italia. Ricordo ancora lo stupore di vedere bambini disabili portati a passeggio per le vie del centro di Rimini quando mia figlia aveva appena un anno. Nel 1993 non era una cosa così facile e scontata.
Molinella è un piccolo paradiso dove lo straordinario è ordinario. C’è un parco giochi appositamente attrezzato per essere fruito in sicurezza anche da bambini disabili, c’è il corso di canoa, il primo organizzato nell’ambito del progetto “Sport e disabilità”, ma soprattutto c’è un’attenzione particolare alla dimensione umana, al di là dell’handicap.
Molinella è anche il luogo dove la dirigenza scolastica, su suggerimento della prof.ssa Bonzi e con il sostegno dell’Associazione Dicore, ha sposato in toto, senza alcuna esitazione e con grande entusiasmo, l’intenzione di portare il monologo nelle scuole. Gli studenti sono il pubblico più indicato ad ascoltare la storia di una delle tante madri con figlio autistico, perché saranno loro a doversi confrontare con i nostri figli quando noi non ci saremo più. La risposta è stata al di là di ogni immaginazione. Cinquecento ragazzi che sono rimasti attenti, in un silenzio irreale, che si sono commossi perché il racconto aveva fatto riaffiorare ricordi legati ad amici disabili. Un piccolo seme che piantato nella profondità della coscienza porterà sicuramente ad una pianta forte. Gli adulti non sono stati da meno perché ogni esercizio commerciale ha offerto quello che poteva affinché il progetto potesse realizzarsi.
Molinella è un paese fantastico in ogni senso dove sono le persone che fanno la differenza.
GABRIELLA LA ROVERE