Viva i #teppautistici conservieri
Il rovello che più tormenta i genitori che si preoccupano per noi autistici è quello di immaginarci da adulti, soprattutto in una società in cui sei pesato e valutato in base del tuo lavoro. Chi non lavora è fuori della dignità sociale, per questo la disoccupazione è già in sè una circostanza drammatica e dolorosissima. E’ quindi comprensibile che il genitore del neurodiverso non solo è oppresso dall’ idea che per lui sarà sempre difficile, se non impossibile, avere relazioni gratificanti oltre quelle familiari. Ancora di più è lancinante la certezza che non sarà mai preso in considerazione per svolgere un’attività lavorativa. Almeno quelli di noi definiti “a basso funzionamento” (come Tommy Nicoletti e i suoi amici #teppautistici) per capirci.
Quando per loro finirà il tempo delle piscine, dei campetti sportivi, dei laboratori creativi, delle gite e gitarelle…Che faranno? Diventeranno mai grandi? Quando la scuola li sbatterà definitivamente fuori come impiegheranno il loro tempo?
Molti di noi #teppautistici hanno una buona dimestichezza con gli attrezzi di cucina, hanno attitudine co le attività agricole (i nostri oggi sono andati a raccogliere le olive, presto ne avremo la cronaca. Ma tutto questo diventerà mai per loro a qualcosa che possa assomigliare a un lavoro?
Una speranza mentre eravamo assorti in tali lugubri pensieri ce l’ ha suggerita una mail arrivata proprio ora e che segnala una possibile risposta alle nostre domande e che da dieci anni sta funzionando a Castiglione Fiorentino.
Buonasera,
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