Figli autistici? La colpa è della mamma!
Figlio autistico? Colpa della mamma!
Se la teoria della “madre frigorifero” sembra ormai derubricata come vera e propria bufala, resiste invece la tentazione sociale e culturale di imputare proprio alla figura materna le responsabilità, se non le cause, dei problemi del figlio. Forse non ha “trasmesso” lei l’autismo al figlio, forse non lo ha neanche causato, ma forse non è stata in grado di “curarlo”.
Oppure, addirittura, se l’è inventato!
E quando un sospetto del genere si trasforma in accusa, possono spuntare sentenze giudiziarie impietose, che sottraggono i figli autistici a mamme ritenute “indegne”. In Francia – per un volta, non in Italia, possiamo esserne fieri! – a Saint-Marcelline esattamente, nelle scorse settimane a una mamma ne hanno tolti addirittura tre di figli, tutti autistici. Il giudice l’ha ritenuta affetta da “Sindrome di Münchhausen per procura”: in altre parole, quella diagnosi di autismo, regolarmente certificata da un medico specialista ai tre bambini, non sarebbe valida, ma la donna se la sarebbe procurata nientemeno che per mettere le mani sulle indennità previste, o semplicemente per attirare su di sé l’attenzione. In questo infatti consisterebbe la sindrome, peraltro inesistente nelle classificazioni internazionali: far credere malato un figlio o un parente, per godere della stima e dell’affetto delle altre persone. E a questo avrebbe mirato, quindi, la tenace ricerca di una diagnosi da parte della donna: di qui, la severa decisione del giudice e la separazione forzata dei figli dalla famiglia, nonni inclusi.
Insorgono centoventi associazioni francesi
di genitori di bambini autistici
“Questa donna – denunciano – era in cerca di una diagnosi per i suoi bambini, ma è finita in un terribile ingranaggio. Da 15 anni – continuano – chiediamo che la protezione sociale per l’infanzia sia controllata meglio. Attualmente in Francia decine di famiglie con uno o più figli autistici in cerca di diagnosi subiscono la minaccia della separazione, che in molti casi viene attuata. Il motivo: i servizi sociali per l’infanzia ritengono i genitori responsabili dei problemi dei figli. In tutto ciò, rifiutano le diagnosi fatte da medici specialisti e accusano spesso le madri di patologie surreali non riconosciute nelle classificazioni internazionali”. Ed è quanto sta accadendo a questa mamma di Saint-Marceline e ai suoi tre figli, cui il giudice ha negato anche la possibilità di essere affidati ai nonni: sono stati invece separati non solo dalla famiglia ma anche tra di loro. Una misura che le associazioni definiscono “distruttiva” e “scandalosa”, derivata dalla scarsa conoscenza dell’autismo e dei suoi bisogni, soprattutto da parte degli operatori dei servizi sociali, autori di relazioni così “pericolosi”, su cui poi si basano le decisioni dei giudici: “non esiste una vera esperienza nel campo – spiega Ghislaine Lubart, presidente dell’associazione “Envole Isère Autisme” – I professionisti, sia nel settore dei servizi per l’infanzia sia della giustizia, non sono formati per capire e riconoscere i disturbi dello spettro autistico”.
E mentre il mondo dell’associazionismo resta vigile e mobilitato, gli avvocati della donna hanno fatto appello, ma nel frattempo la sentenza di primo grado è stata eseguita. “Una cosa mi pare chiara – ci spiega Luciana Bressan, studiosa italiana da tempo residente in Francia -: se un medico fa una segnalazione, in genere i giudici dei minori credono a lui piuttosto che alla famiglia. In passato – continua – ho conosciuto casi di medici che hanno ‘diffamato’ madri di bambini autistici, colpevoli soprattutto di voler cambiare specialista referente e approccio terapeutico; ma sono cose molto difficili da dimostrare. Sono questioni difficili e delicate, e purtroppo i tempi lenti della giustizia, anche quando c’è un lieto fine, non risparmiano mesi e magari anni di sofferenze aggiuntive per i bambini e i loro genitori”. Sembra di sentir parlare dell’Italia: ma, per una volta, si parla d’altri. E questo ci rincuora: il peggio non è mai morto!