Per Virginia #teppautistica un avvocato come sostegno in classe
La storia di un padre di #teppautistica dell’Aquila. Finalmente arriva l’insegnante di sostegno per la figlia Virginia. E’ un docente di diritto, brava persona ma abilitato a fare l’ avvocato, ma non ha mai visto un’ autistica in vita sua. Forse qualcuno avrà pensato che l’analisi comportamentale poteva assomigliare alla procedura civile o qualcosa di simile…
Andiamo al punto: una telefonata ricevuta il 3 dicembre ci ha informato dell’arrivo dell’insegnante di Virginia. L’ho incontrato ieri, sabato 5 dicembre. E’ una brava persona, disponibile e delicato, insegna diritto, non ha alcuna abilitazione al sostegno e non ha alcuna conoscenza dell’autismo.
Dopo aver iniziato l’anno scolastico senza docente di sostegno è stata necessaria una settimana di pressioni per ottenere l’assegnazione provvisoria di un docente di sostegno in attesa dell’avente diritto. La continuità scolastica invocata dalla Legge 104 del lontano 1992 e da molte sentenze ci hanno fatto sperare che la docente incaricata potesse rimanere fino alla fine dell’anno scolastico.
All’avvio della “fase C” della “Buona Scuola” la docente di sostegno è scomparsa, senza nessuna comunicazione alla famiglia, sostituita dopo giorni da una insegnante senza la qualifica di sostegno ma con l’abilitazione all’attività di avvocato. Sembrava imminente l’arrivo del docente avente diritto ma in realtà sono passate altre 2 settimane per nominarlo.
La disabilità, nonostante tutte le iniziative delle varie giornate internazionali supportate da questo o quel blasone, il senatore o deputato di turno e persino le più alte cariche dello Stato che in quelle occasioni mostrano orgogliose il proprio profilo alle telecamere, è e rimane un problema di chi la vive sulla propria pelle e su quella dei (pochi) familiari che se ne fanno carico: carico sociale, finanziario e non ultimo morale.
Possibile che la Scuola italiana sia giunta a questo stadio di decomposizione? Possibile sia incapace di attuare l’assegnazione di docenti di sostegno agli “aventi diritto” (che non sono solo le persone che occupano una posizione in graduatoria, ma anche coloro che esigono un diritto costituzionalmente sancito!)?
Possibile che un Dirigente Scolastico possa vivere con leggerezza tutto questo e non effettuare alcuna comunicazione? Che messaggio stiamo passando alla società di domani, ai giovani compagni di Virginia che assistono atterriti a tutto questo scempio? Già, perchè i compagni di Virginia, ancora puri e scevri da ogni condizionamento sono spettatori attoniti di questo triste spettacolo di deriva sociale.
E, infine, la stessa Virginia, come vive in tutto ciò?
Dario Verzulli