Tommy degli elefanti
Chiedete a un autistico quale sia il suo sogno, non vi risponderà mai! Bisogna conoscerlo da sempre per intuirlo e capirlo. Da sempre sappiamo che Tommy avrebbe amato salire su un elefante. Disegna elefanti con cappello e scarpe, da piccolo Dumbo era il suo eroe, forse perchè intuiva che il problema che lo rendeva lo zimbello delle elefantesse somigliava tanto agli sguardi sospettosi e accigliati delle signore che si vedeva intorno nei primi anni di vita scolastica.
Ho trovato l’autism friendly in un posto dove proprio non te lo aspetti. Un caso di serendipity sotto il tendone di un circo merita di essere raccontato. Generazioni di genitori hanno trascorso innumerevoli pomeriggi domenicali al circo insieme ai loro figli.
Non c’è dubbio, ognuno di noi ha almeno un ricordo fanciullesco di questo genere. Ieri pomeriggio, domenica 14 febbraio, anch’io sono andata all’American Circus con mio figlio, un bambinone alto più di un metro e ottanta con barba e folta capigliatura riccia.
Aveva più volte espresso il desiderio di andarci e non potevo non esaudire questo sua richiesta. Anche perché , a dirla tutta, questo è un appuntamento a scadenza annuale per lui. E l’imperativo categorico di un autistico impone che certi riti vengano rispettati.
Eravamo in compagnia della nostra amica Anna Maria che è anche una professoressa di Tommy e che ha organizzato lo scorso anno un interessante laboratorio di fotografia per ragazzi autistici e non. E che presto replicherà. Ecco perché Tommy era munito di macchina fotografica.
Visita di rito a parte, Tommy ama veramente il circo. Lo si percepisce dallo sguardo rapito con cui osserva l’ambiente, i colori, i rumori le luci nulla gli dà fastidio, neanche gli annunci al microfono che introducono gli artisti e le loro esibizioni.
So che posso urtare la sensibilità degli animalisti che considerano i circhi luoghi di torture medioevali per gli animali che ci lavorano. E che aborriscono l’idea stessa della loro esistenza che considerano ormai anacronistica.
Tommy ama anche il circo degli animali. Osserva rapito le evoluzioni dei cavalli, i virtuosismi coreografici degli elefanti e con un misto di attrazione e paura aspetta impaziente l’arrivo dei leoni. Ne spia le reazioni pronto a imitare lui stesso un ruggito con tanto di unghie sfoderate. Ieri pomeriggio prima che iniziasse lo spettacolo è stata condotta in pista una placida elefantessa per la foto con i bambini.
L’elefante è un animale particolarmente amato da Tommy. Uno dei soggetti preferiti nei suoi disegni. L’elefante circense in particolare lo attrae perché gli ricorda Dumbo, uno dei suoi film cult. Ieri non lo diceva ma lo avevamo capito: voleva fare la foto in groppa all’elefantessa. Ho detto “Andiamo Tommy!” e lui si è alzato di scatto. In pista c’era una graziosa signorina che faceva rispettare i turni per la foto. Non ho fatto in tempo a ringraziarla per la sua sensibilità e gentilezza. Lo faccio ora anche al posto di Tommy.
Non c’è stato bisogno di dire nulla. Ha capito subito la situazione, le problematiche del giuggiolone che voleva scalare l’elefantessa, gli eventuali intoppi che potevano verificarsi ma non si è affatto allarmata. Nè tantomeno i suoi colleghi che nei pressi del pachiderma aiutano i bambini ad arrampicarsi. Nel caso di Tommy che ovviamente non vedeva l’ora di appollaiarsi lassù l’operazione è stata ancora più semplice delle altre.
Pensate che qualcuno là intorno abbia rilevato in Tommy un allarmante indizio di stranezza, un percettibile ed inquietante indizio di diversità? Assolutamente no! Nessuna sbavatura nel salire, sistemarsi sul groppone, scendere con l’abilità da cavallerizzo. Molto poco diversamente abile. Anzi per niente. Tutto liscio come l’olio. Ma non è finita qui.
La signorina non ha voluto assolutamente che io pagassi la foto di Tommy sull’elefantessa. Ho insistito ma lei è stata risoluta. “Ci mancherebbe!” mi ha detto. Volevo che si sapesse. Gentilezze così non capitano tutti giorni. Tanto di cappello all’American Circus per la professionalità dei suoi artisti, per la piacevolezza dello spettacolo e per la squisita ospitalità. Anche ai bimbi cresciuti.