Il 50% dei fratelli di autistici rischia di nascere con problemi. Eppure…
Le famiglie con un figlio autistico manifestano problemi psichiatrici due volte di più del resto della popolazione. Lo sa bene chi vive questa condizione, ma ora lo dimostra uno studio scientifico guidato da Alan Brown (Columbia University), condotto in Finlandia e pubblicato qualche giorno fa su JAMA Psychiatry, che ci dice anche qualcosa di più: quasi la metà dei cosiddetti “siblings”, cioè i fratelli di persone disabili che hanno difficoltà di linguaggio, apprendimento, attenzione o dell’umore. Queste famiglie sono anche ad alto rischio di schizofrenia. Lo studio ha preso in esame, complessivamente, 15.353 bambini con autismo e i loro 28.149 fratelli.
Tra i “siblings”, Brown e la sua equipe hanno rilevato alti livelli di rischio per sette disturbi ad esordio infantile, come l’autismo, il deficit di attenzione, l’iperattività e le difficoltà di apprendimento, ma anche la schizofrenia e disturbi dell’umore.
Ecco qui sotto due grafici, che riassumono i principali dati rilevati dagli studiosi: il primo rende bene l’incidenza di disturbi mentali nei siblings, in confronto alla popolazione generale: il rapporto è di 36,9% dei siblings, contro il 17,4% del resto della popolazione.
Il secondo grafico, invece, mette a confronto il rischio relativo a diversi disturbi mentali. Lo scarto maggiore tra siblings e “altri bambini” si rileva per i problemi di apprendimento e per l’autismo steso. Nel primo caso, l’incidenza del rischio è del 15,7% per i siblings, conto il 6% degli altri. Nel caso dell’autismo, del 10,5% per i siblings, contro l’1,8% circa degli altri bambini. In media, i disturbi che emergono durante l’infanzia sono 2,5 volte più frequenti tra i siblings. Solo una condizione esaminata nello studio non pare associata con l’autismo del fratello: l’abuso di sostanze.
Abbiamo chiesto a Maria Luisa Scattoni, ricercatrice specializzata in autismo e non solo (Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze dell’ISS), di commentarci questi dati.
Lo studio finlandese ha evidenziato due informazioni importanti: ha confermato il dato che mostrava già in passato una ricorrenza di rischio nei fratellini di bambini già diagnosticati con autismo di avere loro stessi uno dei disturbi dello spettro autistico (precedentemente il rischio era del 18.9% ); ha rilevato come i siblings vengano diagnosticati più precocemente rispetto ai bambini della popolazione generale in quanto i genitori che hanno già un bambino con autismo sono più sensibili all’osservazione di atipie comportamentali precoci e quindi maggiormente motivati a sottoporre il figlio ad una visita neuropsichiatrica. |
Chi volesse consultare il testo integrale della ricerca, può trovarlo a questo link. Noi, da parte nostra, vi proponiamo però anche l’altra “faccia della medaglia”: il punto di vista dei siblings, cioè, che certo vivono un’esperienza dura, hanno una vita non facile ma sono legati ai loro fratelli #teppautistici proprio come ogni altro fratello, a volte anche di più. Lo dimostra quanto scrive Letizia oggi in un post dedicato a sua sorella Virginia, la #teppautistica abruzzese di cui abbiamo parlato anche qui
Ogni essere umano è unico, il problema della superiorità o inferiorità non esiste. Non sto dicendo che tutti sono uguali. Nessuno è superiore o inferiore, ma nessuno è nemmeno uguale. La gente è semplicemente unica e incomparabile.
Tu sei tu e io sono io.
Io devo contribuire con il mio potenziale alla vita, tu con il tuo.
Io devo scoprire il mio essere, tu il tuo
E lo dimostra la tesina che un “sibling” ha portato qualche giorno fa all’esame di maturità, dedicata proprio al suo fratello #teppautistico. Perché i siblings sono anche questo. E soprattutto questo. Nonostante le percentuali di rischio e i disturbi vari.