Luglio del teppautistico. Per fortuna c'è Andrea!
“Al centro estivo abbiamo rinunciato già da un po’ di tempo ; la cooperativa che segue Lorenzo organizza un campo di due settimane solo la mattina; quando ci ha chiuso le porte in faccia anche una grande struttura sportiva che si faceva pubblicità per l’accoglienza ai disabili, non è rimasto che fare pressioni sul nostro comune perché almeno prolungasse il servizio educativo domiciliare a tutto luglio. Almeno due ore, la mattina, Lorenzo non perde le sue abitudini e riesce a fare una passeggiata con il suo educatore.” Debora Coradazzi è mamma di Lorenzo, autistico di 10 anni, vive a Folignano, un piccolo comune delle Marche, come ogni estate, come ogni famiglia di autistico combatte la battaglia contro noia ed esclusione, le temibili nemiche da giugno a settembre. Unica soluzione trovata: una piccola vittoria con il comune che le ha prolungato il servizio domiciliare fino a tutto luglio, prima anche queste due ore di aria, concesse dall’amministrazione, finivano con la chiusura della scuola. La sua storia racconta di un impegno che non si ferma mai, quello dei genitori; di una minima attenzione diversa da parte dei comuni; della falsità di chi sfrutta la disabilità senza poi saper e voler accogliere e della passione di alcuni educatori, con stipendi bassi e orari difficili, spesso fondamentali nella gestione quotidiana dei nostri teppautistici.
“Una volta a settimana vado al mercato a Folignano per comperare la frutta e la verdura, sono uscite rapide, di solito non mi fermo in chiacchiere…ma oggi una mamma mi ferma e mi dice “vedo Lorenzo tutte le mattine fare la passeggiata con il suo educatore, è bello vederli assieme, si vede che vanno d’accordo e che gli vuole bene” nel mio cuore ho pensato…io vorrei che mio figlio fosse come il tuo, e potesse andare al parco con gli amici senza l’educatore…ma la realtà è un’altra La realtà è che Lorenzo va a passeggio con Andrea il suo bravissimo educatore, e che posso stare tranquilla perchè c’è lui. Grazie Andrea, grazie alla Cooperativa P.A.Ge.F.Ha. onlus, Mirko, Velia, Traini(Sabina), grazie al Comune di Folignano che quest’anno ci garantisce il servizio per tutto il mese di luglio, e infine grazie Giusi Nori e Maria Longo per il progetto educativo di Lorenzo.”
Leggi il post di Debora Coradazzi, mamma di Lorenzo, teppautistico di 10 anni e pensi che c’è una piccola speranza in queste difficili estati senza servizi e senza centri estivi pronti ad accogliere i nostri ragazzi.
Intuisci l’ironia di una madre che non si sente benedetta né martire. Valuti i piccoli progressi di alcune amministrazioni nel venire incontro alle famiglie e respiri al pensiero dell’esistenza di operatori e cooperative che fanno il proprio dovere come da statuto, magari aggiungendoci quel pizzico di passione e di umanità che non guasta.
Chiami Debora per conoscere gli ingredienti di questa leggera miscela anti caos estivo e capisci che la realtà è sempre quella, dura da vivere e da accettare, ma letta e affrontata con uno spirito positivo.
“Non è stato facile raggiungere l’obiettivo di tenere il servizio domiciliare anche a luglio, ma alla fine il comune ha capito e trovato il modo di accontentare le famiglie che altrimenti avrebbero perso anche queste due ore di pace durante la giornata. Il giro è sempre quello: famiglie, servizi sociali del comune, asl, cooperative se si riesce ad incastrare tutte le tessere, una parte del puzzle pare fatta.”
Non è molto, ma per chi non ha nemmeno questo, sapere di poter continuare a mantenere due preziose ore di quotidianità per il proprio figlio, è una quantità di aria che permette di rispondere a tutte le ingiustizie che si continuano a subire.
Tra queste, la mancata accoglienza di una di quelle strutture che si fanno pubblicità proprio con la parola disabilità, inserendola in ogni brochure, manifesto e sito, e poi davanti a due famiglie di ragazzi autistici rispondono: “ gli autistici sono troppo difficili da gestire. I down va bene, ma loro no. E poi la nostra attività per i disabili è finalizzata a fare “partitelle”, quindi squadra e come si fa con gli autistici!” Debora è riuscita a controllare la rabbia, ha riletto i vari programmi e ripreso i titoli che promuovevano di fare goal alla disabilità e ha cercato di sostituire l’ira con l’ironia : “chissà in quale parte avrebbero segnato i nostri ragazzi?”
Allora rimane una sola certezza che, nel caso del piccolo Lorenzo si chiama Andrea, educatore professionale di 39 anni. Da due lo segue il pomeriggio ( 8 ore settimanali) e anche tutte queste mattine di luglio sta con lui: lo porta al parco, lo fa giocare a pallone, sotto il sole, o sotto la pioggia, passeggiano per non stare chiusi in casa. “ Andrea è parte della nostra famiglia, sa dove si trovano le cose in casa e conosce azioni e reazioni di Lorenzo. Un giorno è andato a scuola per parlare con le insegnanti del programma educativo, Lorenzo lo ha visto e gli è corso incontro per abbracciarlo. Le maestre me lo hanno riferito molto colpite “con noi non ha mai mostrato simili gesti di affetto”.
Andrea è uno dei tanti educatori che dividono la loro giornata tra diverse storie perché hanno il tempo spacchettato in due o quattro ore a utente, non guadagnano molto e spesso sono i primi a rimetterci lo stipendio se una cooperativa non viene pagata dal comune o la faccia se qualcuno di loro si comporta come non dovrebbe. Eppure, come per Debora, rappresentano una piccola certezza per le famiglie e soprattutto per i ragazzi. “Sempre che si riesca a mantenere una continuità come sta accadendo a noi che per fortuna siamo seguiti da una cooperativa che fa una selezione attenta del proprio personale e una preparazione seria dei programmi educativi.”
La normalità considerata una fortuna e quasi un privilegio, ma chi può contraddire una mamma che sì ogni pomeriggio deve inventarsi attività e percorsi accidentati tra piscine e spiagge, accoglienti e non, ma che almeno sa che ogni mattina suo figlio passeggia, gioca nel paese e sembra sereno vicino al suo educatore. Persino a luglio.