Mio figlio autistico

Quando finisce la scossa devo continuare a scuoterlo e fuori nevica. Debora e Lorenzo tra bufera e terremoto

 

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La terra oggi ha tremato quattro volte. In diversi comuni, tra Marche, Lazio e Abruzzo non è l’unico problema che blocca e spaventa: da molti giorni la neve non dà tregua. Niente corrente, poca acqua a disposizione e persino le linee telefoniche che non vanno. Calamità su calamità che a casa di Debora, a Folignano, 20 chilometri da Arquata, significano gestire la quotidianità di Lorenzo, autistico di 9 anni, chiusi in casa, senza tablet, senza bagni rilassanti e con il terrore di dover scappare su strade inagibili senza riuscire a convincerlo a mettere le scarpe.

nevone“Mia mamma ieri sera mi ha chiamato da Belluno, con tono stupito mi ha chiesto come fosse possibile che nessuno parlasse della nostra situazione. “Siete bloccati sotto la neve da giorni e qui pochi fiocchi, basterebbe che vi mandassimo qualche ruspa nostra che è ferma.” Oggi finalmente siamo finiti in tv e domani saremo sul giornale: è bastato un terremoto.”

Debora Coradazzi è una mamma di teppautistico amica, ci siamo occupati della sua attività per creare materiali per la didattica adatti a ragazzi disabili arrivati persino in Africa, riesce sempre a prendere con ironia la sua vita non facile con Lorenzo, come quando ha deciso con il marito di comprare un camper per poter viaggiare spesso e vedere così suo figlio più sereno.

“Il camper da agosto è la nostra salvezza anche per resistere al terrore delle scosse, oggi sono andata a vedere in che condizioni fosse e non sono riuscita ad arrivarci. Gli spazzaneve lo hanno circondato di cumuli, non ha colpa chi l’ha fatto, non c’è proprio più spazio dove metterla e avranno pensato che il camper fermo non mi servisse. Invece…. Almeno ho liberato la macchina ricoperta, lo abbiamo fatto in molti: un altro miracolo del terremoto”

Un mostro che torna e si aggiunge al gelo, alle bufere notturne che hanno bloccato interi comuni.

“Da domenica siamo chiusi in casa, la scuola di Lorenzo è in una frazione irraggiungibile. Lunedì è venuto il suo educatore, ieri e oggi è stato impossibile raggiungerci. Ho dovuto inventarmi le giornate con il tablet che spesso non si poteva ricaricare perchè la corrente va e viene, senza bagni caldi che non si possono fare perchè c’è poca acqua e quella dell’autoclave va dosata, senza nemmeno la possibilità di uscire con la macchina per calmarlo girando per il paese. Tutto mi aspettavo tranne che oggi tornassero anche le scosse.”

La prima Lorenzo non l’ha percepita, ma la seconda, più lunga, sì.

“Mi ha guardato confuso, con difficoltà sono riuscita a trascinarlo sotto quella che ci hanno detto essere l’architrave più sicura. Quando è finita si è messo a ridere, mi ha preso le braccia e ha voluto che continuassi a scuoterlo. Ho retto fino alla terza scossa, poi sono crollata: non riuscivo a smettere di piangere e Lorenzo non sopporta che io lo faccia.”

Mentre i genitori di una parte di Italia si rincorrevano sulle chat di scuola, lamentandosi perchè i propri figli fossero stati messi al sicuro, ma senza cappellino o dimenticandosi lo zaino, Debora, trattenendo le lacrime, ha preparato la borsa con il tablet carico e vicino le scarpe che non riuscirà a far mettere a Lorenzo qualora dovessero scappare.

“E’ tutto pronto davanti la porta, ma non sappiamo per andare dove. La palestra, una bellissima struttura polifunzionale inaugurata da poco, ieri sera è crollata sotto il peso della neve, era il centro di accoglienza in caso di pericolo. Meno male che il terremoto non c’è stato ieri. Domani chiederò al sindaco se può liberarmi almeno il camper, così possiamo passare le notti al sicuro e al caldo. Potrei andare a Belluno dalla mia famiglia, ma non voglio allontanarmi troppo e lasciare il mio lavoro anche se corrieri e spedizioni sono bloccate come le strade. Mi auguro poi che presto Lorenzo possa tornare nella sua scuola e alla sua quotidianità.”

Intanto a Folignano ha ripreso a nevicare forte: sarà una notte difficile da passare, Lorenzo non lo sa, forse percepisce la paura, ma Debora è pronta e supererà anche questa.

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