Il reality quotidiano dei nostri fragili figlioli
Fragilità. Una parola che mi martella nella mente dal 24 agosto. Un evento di eccezionale potenza, anche se facente parte dei fenomeni naturali che da millenni scandiscono la via dell’uomo, mette in evidenza ogni fragilità, dalla struttura delle case alla disabilità.
Quei trenta secondi sono stati interminabili. In preda alla paura ho analizzato cosa fare e come riuscire a mettere in sicurezza Benedetta nel caso la situazione fosse precipitata. Mentre tutto oscillava paurosamente, aspettavo di udire le urla di terrore provenire dalla sua camera da letto. Niente di tutto questo. Benedetta ha dormito beatamente svegliandosi alla solita ora con il sorriso sulle labbra.
La fragilità è l’elemento fondamentale della selezione naturale, di quel fenomeno che da sempre porta avanti gli organismi le cui modifiche genetiche sono discriminanti per la sopravvivenza e la capacità di riprodursi. Benedetta ha delle modifiche genetiche ma quelle sbagliate, perciò la fragilità è estrema. Il suo incedere incerto non è d’aiuto, così come l’incapacità di affrontare ogni novità senza il panico paralizzante. Ma la fragilità è un elemento distintivo dell’esistenza umana che si rapporta con l’ambiente circostante. Sono gli altri e le cose che ci rendono fragili e quindi non è necessario vivere l’esperienza drammatica di un terremoto perché si manifesti in tutta la sua forza.
Ogni giorno i nostri figli devono superare prove di coraggio, di resistenza, di pazienza e tutti i reality televisivi a tema sopravvivenza sono poca cosa rispetto al nostro quotidiano. Noi genitori svolgiamo il faticoso compito di personal trainer, di colui che adegua il programma di lavoro alle competenze dell’atleta ed è un atroce scherzo del destino sapere che la parola fitness, tanto usata, in realtà è la capacità di un individuo di riprodursi e di trasmettere alla generazione successiva elementi di vantaggio ai fini della sopravvivenza.
Fragilità è anche il pensiero del dopo di noi quando il programma di allenamento alla vita dovrà interrompersi e il nostro atleta sarà costretto a mettere in pratica tutti gli insegnamenti avuti, ma da solo. Ce la farà? La legge sul dopo di noi è un fuoco fatuo da qualsiasi punto la si consideri. È nell’animo umano cavalcare emotivamente le situazioni contingenti per poi dimenticarsele subito dopo. I nostri figli sono un’emergenza costante, la loro fragilità è messa a dura prova dal quotidiano.
È in atto una selezione politically correct sulla fragilità scomoda da gestire. Non è una novità e l’inizio dell’anno scolastico la metterà nuovamente in evidenza. Una storia che tristemente si ripete da decine e decine di anni. Una vera calamità, né più né meno di un terremoto.